Wojtyla Santo e Nobel per l’economia

ROMA – Demagogia è un termine di origine greca composto da due fonemi: demos, popolo e ago, condurre, trascinare. Le due parole unite indicano un comportamento politico che, usando la retorica, e false promesse, vicine alle istanze del popolo, mira ad accaparrarsi il suo favore, e quindi, in uno stato democratico, il potere. Il demagogo fa leva non solo sui bisogni materiali dei cittadini ma anche su affetti inconsci o ideologie nascoste, alimentando la paura e l’odio nei confronti dell’avversario politico o di minoranze utilizzate come ‘capro espiatorio. E non stiamo parlando né di Berlusconi , né di Bossi.

In verità non volevamo neppure scomodare una parola tanto importante, come ‘demagogia’, per descrivere un vero senso di ‘fastidio organico’, seguito da indignazione, per aver letto una di queste forme di demagogia, tanto subdola quanto palesemente inconsistente,  pur nella sua pericolosità culturale, che  abbiamo trovato in un stravagante articolo pubblicato su un giornale serio e importante: Il Sole 24ore. Naturalmente dopo questo articolo anche le ultime riserve sull’obiettività non solo in materia politica anche economica di questo quotidiano, vengono a cadere, e gli aggettivi di ‘serio’ e ‘importante’,  si trasformano in epiteti irripetibili.

Veniamo all’articolo incriminato: Carlo Marroni, in un articolo apparso il primo maggio, dal titolo ‘Il Wojtyla economista che sdoganò il profitto’, fa un’intervista a Ettore Gotti Tedeschi, economista e banchiere che ha lavorato in molte istituzioni finanziarie private e pubbliche, e che dall’ottobre 2009 è presidente dello IOR, Istituto per le Opere di Religione: la ‘banca vaticana’ che fu in mano per molti anni al famigerato Marcinkus.

In questo articolo, meraviglia delle meraviglie, si scopre che “La Chiesa ha sempre condannato la corruzione del denaro, ma non ha mai avversato il capitalismo, anzi, ne ha tracciato le fondamenta già dal XII secolo.” Che la chiesa cattolica non abbia mai, con buona pace di Max Weber, avversato il capitalismo lo sapevano anche i sassi; e che la chiesa abbia sempre, ufficialmente, condannato la corruzione del denaro anche questa è cosa risaputa … ma c’è un trucco: ciò che, ufficialmente, viene dichiarato, da sempre da papi, da cardinali e da coloro che sono …  non diciamo corrotti, diciamo a libro paga, dei suddetti pilastri della Chiesa, non diviene mai sostanza. In poche parole il proverbio che dice ‘parlare bene e razzolare male’  ben si incastra in questo ipocrita modo di fare millenario della Chiesa Cattolica Romana. E senza scomodare i papi, tipo Cesare Borgia, che dal ritorno da Avignone al 1871 hanno fatto di Roma una capitale della corruzione e del malaffare, basta andare solo a pochi mesi fa per scoprire che quando si parla di denaro, di corruzione, di malaffare, gli ‘affaristi’ del vaticano primeggiano.

Ma il novello presidente dello IOR non la pensa in questo modo, anzi, forse anche lui influenzato dalla canonizzazione di Wojtyla, si lancia in assurde affermazione che fanno inorridire e che offendono profondamente qualunque persona ancora dotata di umana intelligenza. Alla domanda, quantomeno strana, del giornalista “Quindi, alla luce di quanto detto, potremo dire che Papa Wojtyla, oltre a essere stato il Pastore della Chiesa Universale, fu anche un economista?” Il buon Ettore Gotti Tedeschi risponde senza tentennamenti: “Certo che sì, uno dei più grandi, da premio Nobel. Perché il vero grande economista è quello che conosce quali sono i bisogni dell’uomo, e naturalmente non solo quelli materiali. Quello che sa comprendere qual è il sistema che integralmente soddisfa l’uomo.” C’è da rimanere sbalorditi perché solo un fervido credente o un furbastro può affermare una cosa del genere, e solo i fervidi credenti e i furbastri possono crederci o far finta di crederci. Perché questa non è economia, questo è delirio metafisico. E Il sole 24ore ci dovrebbe spiegare perché permette  che affermazioni di questo genere, senza un cenno di critica, appaiano su un giornale che si dovrebbe fondare su una seria economia scientifica. Ma forse anche l’economia si basa su assunti metafisici? Dagli ultimi risultati sembrerebbe proprio di si!

Ma non è finita qui questo genio della finanza si spertica entusiasticamente a tracciare le lodi anche della globalizzazione che sta devastando i corpi e le menti di miliardi di esseri umani che abitano, ancora, questo pianeta. È questo caro Ettore Gotti Tedeschi ‘il sistema che integralmente soddisfa l’uomo’. Dunque, se abbiamo capito bene,  il genio dell’economia Wojtyla, sapendo – lo avrà saputo da suo dio – quale è questo ‘ sistema che integralmente soddisfa l’uomo’ sposa il sistema razionale capitalistico e da questa unione mostruosa nasce la globalizzazione che, se non la si ferma, darà il colpo di grazia al mondo umano.

Naturalmente il giornalista è stato pronto ad imboccare servilmente il nuovo Presidente dello IOR, ricordandogli che “Benedetto XVI ha di recente varato delle norme sulla trasparenza che allineano la Santa Sede ai Paesi Ue”. Peccato che entrambi si sono dimenticati di rimarcare il fatto il ‘motu proprio’ di Ratzinger in verità non è stato propriamente un ‘motu proprio’ in quanto egli è stato costretto dalla Cominità Europea a creare trasparenza nella Banca vaticana, dopo che nei mesi scorsi lo Ior era finito al centro di un’inchiesta della procura di Roma sulla presunta violazione delle norme antiriciclaggio, che ha comportato il sequestro di 23 milioni di euro. E quindi non per ‘motu proprio’ ma perché anche il vaticano deve attenersi rigidamente alle normative antiriciclaggio dell’Unione Europea che il papa dei cattolici ha dovuto, obtorto collo, emanare ‘sto ‘motu proprio dell’EU’.

Sembra che con questa sua apparizione messianica sull’organo degli economisti italiani Ettore Gotti Tedeschi, voglia fare dimenticare il suo collega Marcinkus: nato nei pressi di Chicago, città famosa per Al capone, il 15 gennaio 1922, Marcinkus sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, che non permise mai la sua estradizione, ha ricoperto l’incarico di Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della città del Vaticano. Nel 1982 fu accusato di essere implicato attivamente nello scandalo finanziario del crack del Banco Ambrosiano. Marcinkus non fu allora arrestato poiché godeva dell’immunità vaticana. Lo Ior che egli dirigeva, entrò poi nel mirino della Banca d’Italia, la magistratura di Roma iniziò ad indagare su certe spregiudicate operazioni finanziarie. A trascinarlo in rischiose operazioni, Michele Sindona, presidente della Banca Privata, e Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano. Proprio attraverso Sindona, Calvi era entrato in rapporto con Marcinkus e insieme nel 1971 avevano fondato a Nassau, nel ‘paradiso fiscale’ delle Bahamas, la Cisalpine Overseas Bank. Tutto questo, ‘naturalmente’,  senza che il beato Papa Giovanni Paolo II sapesse nulla, aveva altro da fare, si dice.

Lo Ior di Marcinkus svolse negli anni una funzione di copertura della miriade di operazioni effettuate da Calvi e dai suoi soci piduisti. Dopo lo strano suicidio di Calvi, lo Ior divenne il bersaglio dei creditori. Nel 1984 il cardinale Agostino Casaroli, segretario di stato dell’epoca, versò 406 milioni di dollari a titolo di ‘contributo volontario’, allo IOR estromettendo in questo modo Marcinkus dalla gestione della Banca vaticana. 
Auguriamo a Ettore Gotti Tedeschi di percorrere anch’egli una così dorata carriera e che egli riesca a realizzare il suo sogno, cioè far in modo che Wojtyla abbia il suo postumo Nobel per l’economia. Così, se non diventerà santo – sta ancora beatamente nei quarti di finale –  perlomeno avrà almeno il premio Nobel … come nel calcio: se non lo scudetto, almeno la Coppa dei campioni.

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