Papa Francesco a Scampia. La corruzione puzza

Foto Agenzia Dire

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NAPOLI – Papa Francesco è arrivato a Napoli. Porta d’accesso alla città è Scampia, dove il pontefice è  atterrato in elicottero nel campo sportivo comunale dopo la precedente tappa a Pompei con annessa visita al Santuario. Il Santo Padre è stato accolto da una platea festante al grido di “Buongiorno Francè”!Ciao Francè!”.

Sul palco con Bergoglio, il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli. Tra le istituzioni, Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, Luigi de Magistris, sindaco di Napoli ed il prefetto del capoluogo, Gerarda Maria Pantaleone. Il clou della prima delle sette tappe del Papa in città è a piazza Giovanni Paolo II, l’ampia area all’ombra delle vele intitolata al predecessore di Bergoglio che qui, nel novembre 1990 invitò la folla di fedeli “a non arrendersi al male”.

“Scampia non è la città’’ di Gomorra— ha detto a Radio Vaticana il decano del rione, don Francesco Minervino— Papa Francesco incontrerà la vera Scampia, che non è quella delle etichette”.

A popolare la zona ci sono oltre seimila persone, cinquecento bambini e circa ottocento fedeli delle comunità parrocchiali.

Nelle aree limitrofe, lungo le strade ed in corrispondenza dei due maxi schermi attrezzati, c’è poi una fiumana di persone festante arrivata da diverse ore.

Tre gli interventi iniziali, una migrante filippina, un uomo che appella al valore del lavoro nella società ed Antonio Bonajuto, presidente della Corte d’Appello di Napoli. Ai loro interventi segue il discorso di Bergoglio che pone l’accento sulla necessità sociale di sapersi e sentisi tutti ”migranti”.

“I migranti – dice- sono cittadini di seconda classe? Dobbiamo far sentire loro che sono cittadini come noi, figli di Dio, migranti come noi, perché siamo tutti migranti, nessuno di noi ha dimora fissa in questa terra e tutti dobbiamo andare a trovare Dio, uno prima e l’altro dopo o come diceva quell’anziano vecchietto furbo, andate voi, io vado per l’ultimo: tutti dobbiamo andarci”. Poi il bisogno di rendere a tutti la possibilità di lavorare. “La mancanza di lavoro ci ruba la dignità. E senza lavoro ciascuno di noi può scivolare verso la corruzione”.

“La corruzione… Se noi chiudiamo la porta ai migranti, se noi togliamo lavoro e dignità alla gente.Come si chiama questo? Si chiama corruzione, si chiama corruzione… e tutti noi abbiamo la possibilità di essere corrotti. Quanta corruzione c’è nel mondo. E’ una parola, che se noi la studiamo un po’, è brutta perché una cosa corrotta è una cosa sporca. La corruzione puzza e la società corrotta puzza”. “La buona politica è una delle espressioni più alte della carità’’. Fate una buona politica.

Napoli è sempre pronta a risorgere sulla speranza. Questa capacita” risiede nella radice stessa dei napoletani, nella loro gioia nella loro religiosità”. “Auguro a voi napoletani di andare avanti nella speranza, nella ricerca del lavoro, nell’accoglienza. Tutti devono imparare il napoletano. È una lingua dolce”. Poi in chiusura, salutando piazza Giovanni Paolo II a Scampia per dirigersi a piazza del Plebiscito e celebrare la messa, Bergoglio aggiunge: “Vi affido al vostro patrono San Gennaro. Pregate anche per me. Poi: a” Maronna v’accumpagni!”.

Al saluto del Papa, la folla ha intonato: “Francesco, oi vita oi vita mia! Oi core e chist” core”.

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