Naufragio. Collisione tra nave e barca, fermati i due scafisti

CATANIA – “”Le manovre errate compiute dal comandante del peschereccio, che nel tentativo di abbordare il mercantile, ha portato il peschereccio a collidere con la nave più grande; e il sovraffollamento del natante, che è stato sbilanciato dalle manovre errate e dagli spostamenti dei migranti a bordo.

Si è perciò capovolta””. Gli inquirenti della Procura di Catania che indagano sul naufragio avvenuto la notte tra sabato e domenica, e che è costato la vita ad almeno 800 migranti, hanno confermato dunque la collisione tra la nave portoghese King Jacob e il barcone proveniente dal nord Arica.””Nessuna responsabilità   – si legge in una nota della Procura – può profilarsi, sulla base di quanto emerso, a carico del personale della mercantile che ha doverosamente prestato soccorso e che non ha contributo in alcun modo all’evento fatale””.

Tuttavia sul numero esatto delle vittime “non è stato ancora possibile fare dei numeri”. I superstiti, infatti, riferiscono di cifre comprese tra i 400 e 950 passeggeri, ma “secondo alcuni sopravvissuti sentiti su nave Gregoretti e un report del mercantile portoghese si stima che a bordo del barcone ci fossero circa 850 migranti”.

Nel frattempo diciotto dei ventisette sopravvissuti al naufragio al largo della Libia e giunti ieri al porto di Catania, sono stati trasferiti nel Cara di Mineo. Uno di loro e’ stato prima soccorso in ospedale e poi trasferito nella struttura. Quattro degli arrivati sono minorenni – due del Bangladesh, un eritreo e un somalo – e sono stati assegnati a un centro di accoglienza di Mascalucia. Tre sono rimasti a Catania per essere sentiti dalla Procura in qualita’ di testimoni. Un altro naufrago e’ ricoverato nell’ospedale ‘Cannizzaro’ e due sono in stato di fermo perche’ ritenuti gli scafisti. 

Al momento sono state fermate i due scafisti: un tunisino di 27 anni, Mohammed Alì Malek, ritenuto il comandante, e un siriano di 25 anni, Mahmud Bikhit, indicato come componente dell’equipaggio. Il loro fermo, disposto dalla Procura di Catania, è stato eseguito da personale della guardia costiera, dello Sco della polizia di Stato di Roma e dalla squadra mobile della Questura di Catania.  

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