A rischio l’unità dell’Europa. L’allarme di Prodi e Mattarella

ROMA –  Romano Prodi ha detto che quello di ieri è stato un lunedì nero per l’Europa, riferendosi alla Grecia, alla Spagna, ai mancati accordi sugli immigrati e soprattutto al voto polacco, in cui il nazionalista anti europeista  Andrzej Duda ha stravinto.

Prodi parla di segnale “inquietante”, eppure sono anni che l’Europa finora non ha dato quei segnali di vicinanza ai paesi membri e ora gli stessi prendono le distanze, i cittadini votano e chiedono un cambio di radicale della linea politica finora adottata, la quale spesso si rispecchia più nelle economie liberiste e speculative che nelle reali esigenze delle persone che ci vivono e che ora causa l’austerity sono precipitate in uno stallo socio economico.

L’allarme di disgregazione lanciato da Prodi ha le sue ragioni, ma quanto sta succedendo è una reazione del tutto fisiologica. E intanto Renzi come si sta muovendo? “Di richiami alla solidarietà europea ne ha fatti, ma – risponde l’ ex premier Prodi – non si vede una politica alternativa a quella di Berlino. Eravamo un’Unione di minoranze; ora siamo un’ Europa a una dimensione, quella tedesca. Ho sperato a lungo che Francia, Spagna e Italia trovassero una linea comune. Non ci sono riusciti”.

Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lancia segnali di seria preoccupazione.   L’Europa sia coesa, solidale e aperta ai Paesi che dai Balcani vogliono aderire all’Unione, solo cosi’ superera’ le crisi che si addensano ai suoi confini e le tensioni che la attraversano, dall’euroscetticismo ai nazionalismi. Così  Mattarella da Belgrado, proprio nel giorno in cui si fa serrato il braccio di ferro tra la Grecia e le Istituzioni. 

Dai Balcani il Capo dello Stato lancia un messaggio secco a Bruxelles: basta divisioni, basta temporeggiamenti, e’ il momento della coesione e della solidarieta’. I rischi che si affacciano giorno dopo giorno sono troppo piu’ grandi di ogni singolo paese, l’unica via e’ recuperare lo spirito dei Padri fondatori che vedevano come unico futuro possibile la “riunificazione del continente”. E’ in questa prospettiva che l’Italia, per voce di Mattarella, conferma il suo sostegno al processo di adesione della Serbia alla Ue. Un caso concreto, l’allargamento ulteriore ai Balcani Occidentali, ma anche un esempio di apertura e di lungimiranza che non potrebbe che giovare alla Ue, ritiene il Presidente.

“L’aspirazione europea che sento forte qui – spiega parlando all’Assemblea nazionale, primo Capo di Stato europeo a farlo – ci ricorda che il valore dell’Unione europea non deriva dalla sua dimensione economica ma, principalmente, dall’essere in primo luogo un’Unione di popoli liberi e di Stati democratici”. Un progetto che parte dai valori comuni e poi comprende l’economia, non viceversa. E una visione che sogna un continente intero unificato e in pace dopo secoli di guerre, l’ultima proprio nei Balcani. 

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