Libia. La Nato affonda otto navi e Gheddafi riappare in tivù

ROMA – Otto  navi appartenenti alle forze militari del leader libico Muammar Gheddafi sono state affondate durante un raid notturno da parte dell’Alleanza. E’ quanto ha ufficialmente comunicato la Nato, precisando che le incursioni aeree si sono svolte sui porti di Tripoli, di Homs e di Sirte.

Il contrammiraglio Russel Harding, vice comandante dell’operazione Unified Protector, ha fatto sapere che gli attacchi erano stati coordinati: “Dato il crescente ricorso a mezzi navali, la Nato non aveva altra scelta che agire con decisione per proteggere la popolazione civile della Libia e le forze Atlantiche  in mare – ha aggiunto – . Nelle ultime due settimane   abbiamo assistito a una posa di mine indiscriminata e all’uso crescente della forza da parte dei governativi. Ciò ha interrotto il flusso sicuro di assistenza umanitaria disperatamente necessaria, e ha posto le forze Nato a rischio. Questo sviluppo delle tattiche delle forze pro-Gheddafi hanno dimostrato un chiaro intento di attaccare l’Alleanza. “Tutte le navi   colpite la scorsa notte – ha aggiunto l’alto ufficiale – erano navi da guerra con nessuna utilità civile”.
Dello stesso parere anche l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, presidente del comitato militare della Nato, il quale parla dell’operazione militare come un bersaglio “più che legittimo”. E poi ha aggiunto: ” Non siamo ancora all’annullamento delle capacità offensive di Gheddafi. Quanto alla sorte di Gheddafi,  le ipotesi che circolano sono speculazioni, non abbiamo informazioni dirette sul campo, ma mi sembra che ci siano scricchiolii nel suo sistema di potere”.

Nel frattempo il rais è riapparso alla televisione libica che ha mandato in onda un filmato in cui il Colonnello, apparentemente in ottima forma,  incontra un funzionario del regime. Alle loro spalle appare un televisore acceso in cui compare la data del 19 maggio 2011. Un inquadratura che sembra voler mostrare al mondo che il dittatore non è morto e neppure fuggito da Tripoli, come si era ipotizzato.  Successivamente è stato trasmesso un comunicato per replicare alle dichiarazioni pronunciate poche ore prima dal Presidente degli Usa Barack Obama, il quale  ha detto che Muammar Gheddafi dovrà inevitabilmente lasciare il potere. Affermazioni che il regime libico ha definito “deliranti e deludenti”: “Non è Obama che decide se Gheddafi lascia la Libia o no  ma è il popolo libico che decide il suo futuro”.

Vi sono notizie discordanti anche sulla possibile fuga dei familiari del leader libico. Il portavoce del governo di Tripoli, Moussa Ibrahim ha precisato che Safiya, la moglie del colonnello, sta bene ed è a Tripoli con Aisha, la figlia. Quindi nessuna delle due avrebbe lasciato il paese. Diversa la versione rivelata dal segretario di stato Usa Hillary Clinton, che in un’intervista alla Cbs ha assicurato che le due donne sono fuggite dalla Libia e ora si trovano in Tunisia. La Clinton ha aggiunto che “la pressione internazionale sul regime libico consente  progressi lenti, ma costanti. La pressione – ha precisato – si è accresciuta al punto che la moglie e la figlia di Gheddafi sono fuggite verso la Tunisia  nelle ultime 48 ore. Anche il ministro del petrolio ha defezionato.

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