ROMA – Luigi Nieri, vicesindaco di Roma, ha lasciato ieri il Campidoglio, spiegando le ragioni della sua scelta in una lunga lettera.
Ragioni che sono da attribuire alla vicenda di Mafia Capitale che ha travolto le massime istituzioni della capitale. Nieri non è indagato, ma è stato citato nelle intercettazioni per i rapporti con Salvatore Buzzi.
“Il mio passo indietro, – puntualizza Nieri -che nessuno mi ha chiesto di fare, ha alla base le stesse ragioni: l’amore per Roma e la convinzione che l’amministrazione Marino vada difesa a tutti i costi”, aveva scritto. E poi: “Il tritacarne mediatico vomita ogni giorno articoli, riportando intercettazioni riciclate da oltre sei mesi, sbattute sulle prime pagine di quotidiani nazionali e caricate dalla superficialità di titoli che cercano di far passare per nuove, cose vecchie di totale irrilevanza penale e giudiziaria”.
Oggi arriva anche il commento di Ignazio Marino che definisce Nieri “una persona leale ed onesta che sa far prevalere l’interesse della città ad ogni altra ipotesi”: “Da quando due anni fa abbiamo iniziato la nostra comune esperienza in Campidoglio, gli attacchi pretestuosi quanto violenti, le polemiche artificiose nei confronti di Luigi Nieri non sono mai mancati, fino a raggiungere una intensità umanamente difficile da sopportare. Luigi – precisa il sindaco – ora mi ha comunicato la sua decisione di volersi sentire libero, per rispondere con tutta la forza necessaria alla continua delegittimazione di cui è bersaglio. Oggi comprendo la sua amarezza”.
E’ indubbio che abbia inciso sulla scelta di Nieri anche la pressione del Partito Democratico che da mesi vorrebbe un renziano doc al fianco di Marino. Ora sarà da vedere chi prenderà il suo posto. E c’è da aggiungere che in questo caso il tempo è tiranno con le opposizioni al consiglio capitolino che chiedono da mesi le elezioni anticipate dopo lo scoppio di mafia capitale.
Nieri già nel 2013 aveva avuto qualche problema per via del capo del suo staff, Andrea Bianchi, il quale si era spacciato per essere laureato con tanto di requisiti per l’insegnamento. Una bugia plateale che ha obbligato Bianchi a dare le dimissioni immediate dall’incarico che ricopriva e che richiedeva una laurea. Un vero colpo per Nieri da parte del suo storico collaboratore che lo seguiva fin dall’assessorato al Bilancio alla Regione Lazio.