Più di 6000 migranti giunti in Croazia. Vertice Ue il 23 settembre

Il ministro: non possiamo accoglierne altri

ZAGABRIA – Non si arresta l’ondata dei migranti in Croazia. Da ieri nelle ultime 24 ore ne sono giunti 6.200,  dopo che l’Ungheria ha chiuso completamente il proprio confine con la Serbia. Di questi circa 800 si trovano attualmente in un centro di registrazione di richiedenti asilo vicino a Zagabria, dove sono stati trasportati con appositi treni. Altri 1.300 sono stati invece sistemati in vari centri di accoglienza, mentre gli altri più di quattro mila si trovano nel villaggio di Tovarnik, al confine con la Serbia. Anche la Croce Rossa ha confermato che sono state migliaia le persone entrate.  Ci sono stati anche scontri con la polizia croata quando i  migranti  hanno sfondato i cordoni degli agenti alla stazione di Tovarnik. 

Alcuni ministri croati, parlando ai giornalisti, hanno detto che si prevede che nelle prossime due settimane potrebbero entrare in Croazia fino a 25 mila migranti, ma che la Croazia non è più in grado di accoglierne altri. 

In Germania intanto il numero di rifugiati entrati ieri è più che raddoppiato rispetto a martedì, passando da 3.442 a 7.266 persone.  Angela Merkel oggi, durante l’inaugurazione del Salone dell’auto a Francoforte, ha rivolto un appello ai colossi del mercato. “Il nostro è un paese allettante e molti rifugiati si aspettano che noi li aiutiamo nel percorso di integrazione”, ha detto dal palco il cancelliere tedesco sollecitando i produttori di auto a fornire occasioni di lavoro e di formazione a chi fugge dalle guerre o dalle dittature. Diverso è l’approccio verso chi arriva in Germania solo per motivi economici. Questi, ha aggiunto Merkel, “devono lasciare il nostro paese”.

Per mercoledì 23 settembre è intanto previsto un vertice Ue straordinario. Il vertice era stato chiesto nei giorni scorsi dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dall’omologo austriaco Werner Faymann. Il giorno prima, martedì, è convocata una riunione dei ministri degli Interni dopo il nulla di fatto nel meeting della scorsa settimana  sul tentativo di intesa sulla ripartizione dell’accoglienza di 120mila rifugiati.

Unhcr, serve cambio di rotta Ue nella crisi dei rifugiati

In una nota l’Unhcr esprime la sua forte preoccupazione per la serie di misure  restrittive introdotte recentemente dall’Ungheria e per il modo in cui  vengono attuate. “Si tratta di misure che limitano fortemente  l’ingresso di rifugiati al confine. La nuova legislazione prevede misure deterrenti, che, se applicate a richiedenti asilo e rifugiati- continua la nota – sono contrarie al diritto internazionale e alla giurisprudenza europea”.

L’Organizzazione ribadisce il suo appello alle autorità ungheresi  affinché “assicurino libero accesso alle persone bisognose di  protezione, in linea con i suoi obblighi legali e morali”, ha detto   ieri l’Alto Commissario per i Rifugiati, António Guterres. “Gli Stati dovrebbero gestire i propri confini in conformità con il diritto  internazionale e comunitario, ivi compreso il diritto a chiedere  asilo”.”E’ particolarmente scioccante vedere – prosegue la nota  del’Unhcr – che anche a rifugiati siriani, incluse famiglie e bambini,  gli sia stato impedito di entrare nell’Unione Europea con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni”. L’Ungheria ha anche iniziato a rimandare indietro i richiedenti asilo  in Serbia, nonostante il parere negativo dell’Unhcr. La giustificazione che ai rifugiati possa essere impedito l’ingresso   perché “possono essere rimandati in Serbia non considera il fatto che  la Serbia sta ancora costruendo un sistema d”asilo e che – continua la   nota- non è in grado di far fronte al flusso consistente di persone che necessitano di protezione”. Alla luce del risultato della riunione dei ministri della Giustizia e degli Interni e la nuova situazione al confine ungherese, ieri a Bruxelles l’Unhcr ha proposto un piano d”azione di emergenza per rispondere alla crisi. Un piano che prevede un immediata creazione di strutture in Grecia per ricevere, assistere, registrare e  proteggere le persone in arrivo.

 

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