Yemen. Bombardato il palazzo presidenziale: ferito Saleh

La risposta di Ali Abdullah Saleh, al potere da più di trent’anni, a marzo era stata lapidaria: “Resto al mio posto, il popolo è con me”. Ma oggi la capitale dello Yemen è spaccata in due, la guerra civile è già in corso, con Russia e la Gran Bretagna che hanno invitato i connazionali a lasciare subito il Paese. Nelle ultime ore, è morta anche un a bimba di sette anni, colpita da un proiettile vagante. Gli abitanti fuggono a migliaia da quello che sta diventando il campo di battaglia fra le forze fedeli a Saleh e i suoi oppositori tribali, la confederazione degli Hashid: il leader storico del clan, lo sceicco Sadeq al-Ahmar, ha preso le armi dopo che la mediazione i sei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo è stata interrotta il 22 maggio da Saleh.

E questa mattina gli scontri sono ripresi con particolare violenza proprio in seguito all’attacco della casa di Al-Ahmar: colpito il palazzo presidenziale durante la preghiera del venerdì, e, secondo quanto dichiarato alla Reuters da un diplomatico occidentale, quattro guardie di Saleh uccise, lo stesso Saleh è stato «lievemente ferito» oltre al primo ministro, al suo vice, al portavoce del parlamento e altri ufficiali del governo.
The ruling party said the mosque inside the presidential compound was hit during Friday prayers.Il partito al governo ha accusato uno dei capi dell’opposizione tribali per l’attacco e ha sostenuto che il gruppo aveva “attraversato tutte le linee rosse”.
L’obbiettivo dei due eserciti era il controllo dei principali edifici governativi, sperando in questo modo di assicurarsi il diritto al potere. Un cessate il fuoco fra Saleh e gli Hashid era venuto meno il 31 maggio, e da quel momento gli scontri erano ripresi con vigore. Alcuni testimoni riferiscono che ieri le forze fedeli a Saleh avevano aperto il fuoco contro un’unità blindata, schierata nei pressi dell’università, a protezione di un gruppo di dimostranti che da giorni stanno attuando un sit-in pacifico. Si stima che i caduti delle due parti, sino ad oggi, siano almeno 60. Molti dei cadaveri sono ancora per strada, nel quartiere di Hasaba, a dieci chilometri dall’aeroporto, dove Sadeq al-Ahmar ha la sua base, e le ambulanze non riescono a raggiungere la zona. Intanto migliaia di uomini delle tribù, armati, stanno convergendo su Sanaa per combattere. Ieri, secondo l’agenzia Saba, un portavoce governativo yemenita avrebbe dichiarato che Saleh aveva mostrato un segnale distensivo a un accordo: “La data per la firma sarà decisa presto, dopo una consultazione fra il governo yemenita e i Paesi del Golfo”. Intanto il quartier generale della Yemen Airlines è stato incendiato, mentre nella piazza principale occupata dai manifestanti, i cecchini hanno ripreso a sparare. Da quattordici giorni sono in strada, combattendo con mortai, mitragliatrici e granate a razzo. “It felt as though the actual artillery shells had been flying close to my head… my wife, my daughter were definitely screaming. “Mi sentivo come se le bombe stavano volando vicino alla mia testa … mia moglie, mia figlia urlavano. It absolutely was horrible, ” Sadeq al Lahbe claimed prior to fleeing. E ‘ stato orribile “, ha dichiarato Sadeq al Lahbe, che risiedeva nella zona prima di fuggire. “There isn’t any electrical power, absolutely no h2o plus violent strikes shaking the house.”Non c’è corrente elettrica, niente acqua, la casa trema. Is this life? Questa è vita?”.
Da mercoledì il capo-consigliere contro il terrorismo del presidente Obama, John Brennan, in Arabia Saudita per cercare di aumentare la spinta reale al fine di estromettere Saleh, è oggi negli Emirati Arabi, alla ricerca di una mediazione.

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