ROMA – Prosegue la discussione generale sul ddl unioni civili al Senato. Nella giornata di oggi sono 99 i senatori che dovranno intervenire in questa complessa tematica. Di nuovo c’è la decisione del Movimento 5 Stelle, ovvero di votare compatti a favore del ddl Cirinnà.
“Voteremo compatti”, ha precisato Alberto Airola, il senatore M5S impegnato in prima linea sul provvedimento, smentendo voci di spaccature e fronde interne al Movimento sul ddl in questione. Un voto unito a patto che, come puntualizza il senatore M5S Alberto Airola, il ddl “non sia impoverito”.
“Zanda fa pressioni su di noi – aggiunge Airola – evidentemente hanno grossi problemi al loro interno”. “Non si può scendere oltre un minimo livello di garanzie dei diritti – conclude – tra di noi del M5S abbiamo chiarito le questioni e non ci sono sorprese. E si capisce dal fatto che non abbiamo emendato il testo”.
Ancora atriti con il centro destra che non intende votare a favore. “Noi siamo contro le adozioni delle coppie omessuali”, ribadisce Angelino Alfano.
“Sulle unioni civili ora torniamo a lavoro in Parlamento: sarebbe grave ignorare la piazza del Circo Massimo. Rimettiamo al centro della nostra attenzione la Carta costituzionale che deve essere l’unico ‘faro’ nell’attività legislativa: no alle adozioni gay, la famiglia è solo quella fondata sul matrimonio, cioè dall’unione tra un uomo e una donna”: è quanto afferma il vicesegretario vicario Udc Antonio De Poli.
“Vediamo cosa accadrà con i voti segreti”, afferma invece il senatore di Ap Renato Schifani conversando con i cronisti a Palazzo Madama in merito alla possibilità di modifiche al ddl sulle unioni civili. “Anche nel Pd ci sono voci diverse”. E poi sulla posizione del Movimento 5 Stelle che questa mattina ha ribadito il sostegno compatto al ddl Cirinnà sulle unioni civili e sulla possibilità che il provvedimento venga approvato grazie ai voti di Sel e M5S, Schifani ha osservato: “Non trovo la novità in quanto ribadito
oggi ed è una posizione che rispetto. Ma il nostro interlocutorenon è il Movimento 5 Stelle, bensì il Pd, cioè il partito di maggioranza relativa. La proposta di Alfano non decolla? Vediamo, procediamo con calma. Siamo agli inizi, non abbiamo ancora incominciato neppure a votare gli emendamenti”.