L’Europa affossa l’olio italiano per quello tunisino. Scatta la protesta

BRUXELLES – Via libera definitivo del Parlamento Europeo all’accordo che vara misure di emergenza comunitarie concedendo l’import di 35mila tonnellate aggiuntive annue di olio extra vergine di oliva dalla Tunisia per il 2016 e il 2017, senza dazi.

Un via libera approvato con 500 voti favorevoli, 107 contrari e 42 astensioni e ha scatenato immediatamente polemiche in Italia, dove Coldiretti in primis, ma anche Unaprol e Agrinsieme, hanno lanciato l’allarme sui possibili danni per i produttori di olio extravergine italiano e per i consumatori, che potrebbero vedere aumentare il rischio frodi. Molto critico anche il ministro per le Politiche agricole Martina, che ha annunciato che l’Italia, se non avrà garanzie, “continuerà a opporsi all’adozione del regolamento da parte della commissione” e ha disposto che gli organismi di controllo del Ministero, a partire da Capitanerie di Porto, Corpo forestale e Ispettorato repressione frodi intensifichino le ispezioni ai porti sul prodotto in arrivo per evitare possibili frodi.

Le misure approvate dal Parlamento europeo hanno recepito alcuni emendamenti presentati dalla Commissione Agricoltura e votati dalla plenaria lo scorso 25 febbraio sull’obbligo di tracciabilità delle merci provenienti dalla Tunisia per garantire che l’olio sia davvero interamente prodotto in quel paese e il divieto di prorogare la misura oltre i due anni già previsti. Inoltre, è prevista anche una valutazione intermedia dell’impatto di queste misure sul mercato e l’impegno a rivedere la norma nel caso in cui i produttori di olio extravergine europei dovessero essere danneggiati.

Infine, il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, si è impegnata a lavorare per la suddivisione mensile del contingente extra quando l’esecutivo Ue si occuperà del regolamento attuativo: lo ha reso noto Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, che si è impegnato in prima persona per ridurre l’impatto di questa decisione europea sull’Italia e che ha votato no al provvedimento.Secondo i dati resi noti oggi da Coldiretti, nel 2015 in Italia le importazioni di olio di oliva dalla Tunisia sono aumentate del 481%, per un totale di oltre 90 milioni di chili.

Il nuovo contingente agevolato va inoltre ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90mila tonnellate, praticamente tutto l’import in Italia dal Paese africano. Oggi Coldiretti ha dato il via a una grande mobilitazione nazionale in difesa dal made in Italy a Catania e ha lanciato, alla luce della decisione europea, anche un allarme sulla possibilità di un aumento delle frodi ai danni dei consumatori e, quindi, sulla necessità di aumentare i controlli sulla contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari italiani, che ha ormai superato i 60 miliardi di euro, quasi il doppio delle esportazioni, e costa all’Italia trecentomila posti di lavoro.

Tra l’altro, l’aumento dell’import dalla Tunisia arriva dopo un annus horribilis per l’olivicoltura italiana, che vedeva nel 2016 un anno importante per la ripresa.Altrettanto critica la posizione di Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, secondo cui le migliorie introdotte in prima lettura sotto la spinta degli eurodeputati italiani sono del tutto insufficienti ed è assolutamente necessario “alzare il livello di attenzione nell’attività di controllo per contrastare possibili contraffazioni e far emergere il vero prodotto italiano”.

Agrinsieme chiede quindi che “non si abbassi la guardia” e che si valuti la possibilità di introdurre al provvedimento l’emendamento della Comagri che prevedeva le licenze mensili, “anche accogliendo gli spazi che la Mogherini sembra abbia lasciato aperti. In tal senso – conclude Agrinsieme – la fase gestionale del contingente e la revisione intermedia dell’articolo 6 rappresentano l’ultima opportunità che il Governo non deve farsi sfuggire”.Per Unaprol, il consorzio olivicolo italiano, gli olivicoltori italiani “pagano ancora una volta per un accordo che nessuno voleva, ma che l’Europa ha voluto a tutti i costi” e annunciano che saranno “a fianco di Coldiretti con la mobilitazione per vigilare e chiedere più puntuali controlli sulle importazioni”.

Il ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina ha ribadito di essere “fermamente contrario” a qualsiasi aumento permanente del contingente di olio tunisino e ha annunciato che l’Italia, se non avrà garanzie, “continuerà a opporsi all’adozione del regolamento da parte della commissione”. Nel frattempo gli organismi di controllo del Ministero, a partire da Capitanerie di Porto, Corpo forestale e Ispettorato repressione frodi “intensificheranno le ispezioni ai porti sul prodotto in arrivo. La filiera dell’olio italiano è tra le più controllate in assoluto e negli ultimi due anni abbiamo alzato il livello della risposta contro possibili frodi come mai accaduto in passato”, ha aggiunto il ministro.

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