Crisi finanziaria. Anche la Francia nei guai. Sarkozy anticipa le misure

PARIGI – Nicolas Sarkozy ha provato ad agire d’anticipo, rientrando di corsa dalle vacanze e annunciando misure anticipate per il riassetto dei conti pubblici, ma la sua mossa a sorpresa non è bastata a calmare i mercati. Gli spread sui titoli sovrani francesi è cresciuto a livelli record, mentre la Borsa è scesa di oltre il 5%, trascinata al ribasso dallo scivolone dei titoli bancari e da voci, circolate con insistenza nel primo pomeriggio ma poi smentite, di un imminente taglio del rating ‘tripla A’ di Parigi.

Un nervosismo contro cui nulla hanno potuto le parole rassicuranti dell’Eliseo, affidate a un comunicato emesso in chiusura di una riunione straordinaria tra Sarkozy e alcuni ministri, tra cui quelli dell’Economia, Francois Baroin, e del Bilancio, Valerie Pecresse, alla presenza del governatore della Banque de France Christian Noyer. «Gli impegni di riduzione del deficit dei conti pubblici sono intangibili – recita la nota – e saranno mantenuti quale che sia l’evoluzione della situazione economica». A tale scopo, Sarkozy ha chiesto ai ministri di elaborare nuove proposte «nel quadro della preparazione della prossima legge finanziaria», per assicurare il mantenimento del ritmo di riduzione del rapporto deficit/Pil annunciato nei mesi scorsi (4,6% nel 2012, 3% nel 2013). Le proposte saranno poi esaminate in un nuovo vertice, il 17 agosto, e «le decisioni definitive saranno prese il 24 agosto in occasione di una riunione» tra Sarkozy, Baroin e la Pecresse. «Sopprimeremo alcune nicchie fiscali», esenzioni dalle tasse per alcune categorie, ma «non aumenteremo le imposte» ha anticipato nel pomeriggio la Pecresse, in un’intervista a Bfm Tv. «Abbiamo già preso l’impegno di cancellare 3 miliardi di euro di nicchie fiscali entro il 2012, forse bisognerà fare uno sforzo supplementare», ha spiegato, sottolineando come tali esenzioni siano «a volte giustificate», ma altre volte «ben poco efficaci». Il sistema di sgravi fiscali in Francia è in effetti molto esteso, con oltre 500 nicchie che costano ogni anno circa 74 miliardi di euro alle casse dello Stato ed è da tempo nel mirino del governo come fonte di nuovi introiti. Ribadita inoltre, come fatto a più riprese nelle scorse settimane, l’intenzione di inserire nella Costituzione un vincolo al pareggio di bilancio, la cosiddetta ‘regola d’orò. È «essenziale», afferma la nota dell’Eliseo, che ribadisce l’appello, già lanciato a fine luglio da Sarkozy in una controversa lettera a tutti i parlamentari, «alla responsabilità di ciascuno, al di là degli schieramenti partigiani, perchè l’impegno di equilibrio dei conti pubblici costituisca una priorità condivisa da tutti».

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