Incredibile Belpietro. Propone una manovra ancora più iniqua

ROMA- Il personaggio lo si conosce. Dirige “Libero”, il quotidiano fondato da Vittorio Feltri, spesso appare in televisione con il suo eterno sorrisino sardonico e il mento volitivo di Predappio. Negli ultimi tempi non è che ne abbia azzeccate tante. Dice di aver subito un attentato da parte di un misterioso uomo armato di pistola, ma i giudici hanno archiviato il caso perché il codice non prevede indagini sui fantasmi. Qualche mese fa è caduto, come nemmeno un praticante avrebbe saputo fare, nel tranello tesogli da un lettore che gli ha denunciato un farfallesco finto attentato al Presidente della Camera Gianfranco Fini, che si sarebbe dovuto verificare a Bari in primavera per addossare poi la colpa a Silvio Berlusconi. Il denunciatore era un imprenditore che voleva semplicemente dimostrare la dabbenaggine del direttore di “Libero”, che, senza alcuna verifica (bastava telefonare a Fini per sapere che non ci sarebbe stato alcun viaggio nel capoluogo pugliese), denuncia il caso in prima pagina.

Oggi il suo giornale tuona contro la manovra economica, con un’accorata lettera aperta a Berlusconi e a Bossi (“Caro Presidente del Consiglio, caro ministro Bossi, ci conosciamo da un po’…” è l’accorato incipit che non si capisce cosa ci azzecchi) perché si convincano che occorre cambiarla in Parlamento. Una manovra troppo iniqua con i lavoratori dipendenti, con gli statali, direte voi? Manco per sogno. Secondo Belpietro, la manovra è ingiusta perché farebbe pagare un po’ più tasse a chi ha un reddito superiore ai 90 mila euro (diciamo 5000 euro al mese!), categoria nella quale ovviamente rientra anche il direttore. Sì, avete capito bene. Belpietro, come sempre, solidarizza con i benestanti e se la prende con il governo perché si è limitato a bastonare i redditi bassi, non finendo l’opera sul modello dell’attentatore di Oslo, mitragliate e carneficina. Da qui il suo accorato appello: togliere subito l’aumento di tasse ai ricchi e trovare i soldi bastonando i sindacalisti che usufruiscono dei permessi sindacali e abolire tutti i finanziamenti che lo Stato destina alle associazioni che rappresentano i lavoratori. Se proprio vogliamo dirla tutta, Belpietro è anche troppo moderato: si dimentica che si potrebbe praticare l’eutanasia agli anziani che percepiscono una pensione sociale, aumentare i ticket per i malati terminali, inserire dosi massicce di cianuro nelle mense aziendali e servire i piatti così preparati agli iscritti alla Fiom, sterilizzare in massa i dipendenti statali in modo che non perpetuino la specie fino alla loro estinzione. Un rapido calcolo del gettito che deriverebbe da queste misure ci dice che lo Stato risparmierebbe circa 120 miliardi, esattamente il costo dell’evasione fiscale. Ma vuoi mettere la differenza?

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