Manovra, il governo degli incapaci, l’unica soluzione è la patrimoniale

Oramai anche i miliardari come Warren Buffet la giudicano necessaria. Un’imposta straordinaria sui grandi patrimoni, che in Italia colpirebbe il 20% delle famiglie più ricche. Il suo gettito sarebbe di 200 miliardi di euro

ROMA – Mentre i mercati mondiali sprofondano, mentre lo spread fra titoli italiani e tedeschi continua a risalire, l’Italia non ha praticamente un governo in grado di gestire l’ordinaria amministrazione, e tantomeno quella straordinaria. Dopo aver presentato il decreto economico al Senato, non si sa quali potranno essere quelle modifiche che la stessa maggioranza ha messo in cantiere per attenuare gli effetti di tagli “monstre”, secondo alcuni capaci di affossare definitivamente l’economia del nostro Paese.

LA PATRIMONIALE. L’inconsistenza delle menti che ci governano ha avuto nei giorni scorsi una plastica configurazione nelle dichiarazioni di alcuni miliardari, come Warren Buffet (uno degli uomini più ricchi del pianeta) e, in Italia, Carlo De Benedetti e Luca di Montezemolo che, quasi implorando, hanno gridato. “Ma tassateci di più!”. Buffet ha calcolato che l’aliquota media cui sono sottoposti i suoi redditi spropositati è inferiore a quella che pagano i suoi dipendenti. Eppure, soprattutto in Italia, la destra guarda ad una tassazione straordinaria dei patrimoni come uno strumento del diavolo, tipico dei regimi comunisti, mentre è in realtà l’unica soluzione proponibile in un momento di drammatica emergenza come quello attuale.

EPPURE NELLA MANOVRA UNA PATRIMONIALE C’È. D’altronde le mistificanti campagne di stampa di “Libero”, de “Il Giornale” e dell’universo televisivo berlusconiano non hanno mai chiarito ai propri lettori che una vera e propria patrimoniale il governo degli incapaci l’ha già introdotta: quella sulla proprietà di titoli, consistente in un prelievo fisso di 120 euro a prescindere dalla consistenza in valore di azioni e obbligazioni. Quindi, si tratta di una imposta regressiva, perché, in percentuale, colpisce di meno i grandi patrimoni rispetto a quelli più modesti. Chi ha titoli per centomila euro, paga lo stesso contributo di quello che ha obbligazioni per dieci milioni.

COLPIRE POVERI, STATALI E CETO MEDIO. L’Italia non ha mai avuto un governo più classista di quello berlusconiano. Nemmeno Mussolini, che pure era espressione degli agrari e della grande industria, ritenne necessario decapitare in modo così violento i ceti meno abbienti. La Democrazia Cristiana, poi, non lo fece mai, per quanto i rapporti fra il partito cattolico e la Confindustria fossero molto stretti. Con Berlusconi, la storia italiana ha sperimentato per la prima volta un dominio sordo e martellante che fa dell’attacco ai lavoratori e al mondo dell’impiego dipendente la sua ragione esistenziale, con personaggi che, non a caso, provengono dall’universo e dall’ideologia totalizzante del craxismo, come Maurizio Sacconi, Giulio Tremonti e Renato Brunetta.

LA SOLUZIONE. Perfino l’Europa di Sarkozy e di Angela Merkel si è convinta dell’utilità di una imposizione patrimoniale, con la “Tobin tax” che ha tutte le caratteristiche di questo tipo di imposizione. Non si capisce quindi perché l’Italia non può adottarla. Come ha ricordato Gad Lerner nei giorni scorsi, secondo i calcoli proposti da un finanziere italiano, Pietro Modiano, una imposizione straordinaria del 10% sui patrimoni del 20% delle famiglie italiane più ricche, escludendo immobili e titoli di Stato, fornirebbe allo Stato un gettito pari a 200 miliardi di euro. Praticamente quattro finanziarie come quella che il Parlamento dovrà approvare entro agosto. La patrimoniale non è così depressiva come la destra vuole far credere (l’impoverimento progressivo dei ceti medi, comunque, lo è molto di più). Lo stesso Buffet ha confessato che “non ho mai visto un mio collega cessare i suoi impieghi in Borsa perché è aumentata l’imposta sui profitti”. Se lo Stato incassasse 200 miliardi colpendo soltanto i più ricchi, non ci sarebbe alcun bisogno di attentare al Welfare (con i tagli alle pensioni di invalidità e agli assegni di accompagnamento), mettere mano alle pensioni di anzianità, bloccare stipendi e salari del pubblico impiego e si potrebbe creare addirittura lo spazio per un abbassamento della pressione fiscale, liberando risorse per rafforzare la domanda interna, il vero e proprio fattore della mancata crescita economica italiana.

PROPOSTA INTELLIGENTE. Ma la patrimoniale così concepita ha un difetto assai grosso: è troppo intelligente ed equa per la destra berlusconiana e per persone come Sallusti e Belpietro. Chiusi nel loro furore anticomunista, i berlusconiani ovviamente devono fare gli interessi del loro datore di lavoro, già impoverito dai giudici dopo il risarcimento liquidato alla Cir di Carlo De Benedetti. E così, a pagare continueranno ad essere sempre i soliti noti.

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