Piazza San Giovanni gremita da centinaia di migliaia di persone. Un corteo pacifico attraversa le vie del centro di Roma. Maroni il gufo sconfessato
ROMA – La folla delle grandi occasioni, centinaia di migliaia di lavoratori, studenti, insegnanti, precari senza futuro, il popolo viola, segretari dei partiti da sempre contro questo Governo e questa destra hanno invaso Roma in una delle manifestazioni più partecipate degli ultimi anni. Al centro, la grande macchina organizzativa della Fiom e della Cgil, che ha chiamato a raccolta le tute blu per imporre nel dibattito politico ed economico del Paese la “questione Fiat”, che non riguarda solamente una singola azienda, ma coinvolge il futuro della contrattazione collettiva e delle relazioni sindacali italiane. Una manifestazione che la destra ha cercato di insolentire, con il ministro Maroni che ha lanciato un allarme violenza, rivelatosi, come tutti avevano capito, largamente ipotetico e forse strumentale. La Fiom ha ribadito la sua contrarietà a qualsiasi forma violenta di critica ed infatti i due cortei hanno marciato tranquillamente e placidamente in una Roma autunnale piena di colori.
Corteo pacifico e ironico
Il Governatore della Puglia Nichi Vendola ha sottolineato come “non si è mai capito se l’allarme di Maroni fosse frutto di informazioni o di un desiderio” ed ha aggiunto: “Maroni poteva lanciare l’allarme prima della partita di Genova, quando si erano avuti dei segnali veri”.
E come in tutti i cortei non sono mancati gli striscioni ironici. “Marchionne, il dittatore dei lavoratori. La Fiom ti schifa” era il cartello appeso al collo di un pensionato napoletano, Tammaro Iavarone, travestito da squadrista.
Una ventina di infermieri, con il laccio emostatico al braccio, issano uno striscione: “Ci avete tolto l’ultima goccia di sangue”. Poi dicono in coro: “Questa di oggi è l’ultima goccia della nostra speranza. D’ora in poi la nostra opposizione si farà nelle piazze”.
Landini (Fiom): “Saremo sempre contrari all’abrogazione dei diritti”
Sul palco, il segretario generale dei metalmeccanici, Maurizio Landini, ha ribadito che “Noi alla Fiat abbiamo detto di no. Alla Federmeccanica abbiamo detto di no, perché quando si vogliono cancellare i diritti ed il contratto diremo sempre di no”. Poi ha annunciato: “Abbiamo il dovere di continuare questa battaglie e per continuarla si deve arrivare alla programmazione dello sciopero generale, Perché la democrazia e il nuovo modello di sviluppo si costruiscono con il consenso e il coraggio del cambiamento”.
Epifani: “Per me un onore chiudere il mio mandato in questa piazza”
Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, al suo ultimo comizio prima di cedere la carica a Susanna Camusso il 3 novembre prossimo, ha esordito sottolineando come “per me è un grande onore chiudere il mio mandato in questa piazza, davanti a tutti questi lavoratori. Rimarrò accanto alla Cgil e alla Fiom con altri ruoli e altre funzioni”. Poi ha aggiunto: “Rovesciamo lo slogan ’10, 100, 1000 Pomiglianò. Diciamo 10, 100, 1000, 10.000 accordi che abbiamo fatto, che la Fiom ha fatto, dove si salvano il lavoro, i diritti e l’occupazione”.