Trasporto Aereo tra dimissioni lavoratori fantasma e investimenti

ROMA – A tre anni dallo start-up della nuova Alitalia, andata nelle mani  dei “Capitani Coraggiosi”, guidati da Roberto Colaninno, presidente della compagnia, diverse indiscrezioni di stampa confermerebbero l’imminente uscita dal progetto Fenice dell’ AD Rocco Sabelli .

Nel toto-nomine, secondo quanto riporta il quotidiano il Messaggero, in pole position ci sarebbe Andrea Ragnetti che a quanto sembra avrebbe il profilo adatto all’Alitalia di questo momento.
Le dimissioni di Sabelli non sono l’unica novità dei cieli, a finire nell’occhio del ciclone la compagnia Low Cost RyanAir, accusata dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Bergamo di un’evasione contributiva pari a circa 12 milioni di Euro.
Per l’unione Sindacale di Base l’ evasione  RyanAir e le dimissioni dell’ AD Sabelli sono le due facce di un sistema che non funziona.
“La notizia dell’ evasione contributiva di RyanAir non è affatto una sorpresa-annuncia l’organizzazione sindacale- da anni USB deposita denunce e ricorsi, presso gli Ispettorati del Lavoro e presso le Procure delle città dove la compagnia di O’Leary ha le proprie basi. E’ stata segnalata l’evidente irregolarità di chi impiega quotidianamente centinaia di persone sul suolo italiano senza versare una lira di tasse e contributi al nostro Stato-continua USB- una pratica di depredazione del lavoro, del settore e del territorio che Ryan Air porta avanti da anni, non solo indisturbata, ma ricevendo addirittura ampi sussidi da parte delle società di gestione a partecipazione statale. Sarebbe dunque auspicabile che dopo Bergamo ci si attivi anche a Roma, Pisa, Bari e in tutte le città nei cui aeroporti continuano a lavorare gli “equipaggi fantasma” e nelle cui procure sono ferme da anni le segnalazioni presentate da USB.

Sullo stato del settore la dice lunga il fatto che neanche Alitalia/Cai, nonostante abbia rilevato a prezzi di saldo solo la parte buona della vecchia Compagnia e abbia ricevuto un ampio ventaglio di aiuti e sostegni, navighi in buone acque-  incalza USB- le prime dichiarazioni con cui l’AD Rocco Sabelli annuncia le proprie dimissioni, confermano il bisogno di regole valide per tutti, l’assoluta necessità di ridiscutere un sistema aeroportuale più efficiente e che “piccolo” non è affatto bello, anzi, è si è dimostrato dannoso per il settore e per il Paese.
USB, che da anni denuncia la mancanza di una strategia nazionale, i deficit strutturali, gli aeroporti nati come funghi, il ridimensionamento coatto imposto alle poche grandi aziende, i sovvenzionamenti selvaggi alle low cost, propone di rimettere all’ordine del giorno una riforma del settore, che non può prescindere dalle migliaia di posti di lavoro persi e dai diritti cancellati a chi ancora lavora, dovuti a scelte imprenditoriali, sia pubbliche che private, miopi e dannose”

Contemporaneamente, nei cieli Italiani Mario Monti sblocca il contratto di programma Sea e il piano di investimenti da 1,5 miliardi per Malpensa e Linate.
Il decreto, che ridefinisce anche gli aumenti delle tariffe aeroportuali, a carico delle compagnie aeree, necessarie per finanziare i lavori, è il tratto terminale della procedura di approvazione, “salvata” dal Governo con una norma ad hoc nel decreto semplificazioni.
Nel provvedimento approvato venerdì dal Consiglio dei ministri è previsto infatti che siano fatte salve, rispetto all’introduzione delle regole Ue disposta dal precedente decreto liberalizzazioni per tutti gli aeroporti con più di un milione di passeggeri, le procedure di approvazione dei contratti di programma già in corso: oltre alla Sea beneficeranno della corsia preferenziale anche Adr (Roma) e Save (Venezia).

Secondo quanto riporta il Sole24ore, sono due le ipotesi papabili, se si sceglie  un orizzonte più realistico e vicino, quello del 2015-2016, i tre piani comportano un investimento complessivo di quasi due miliardi: per l’esattezza 1.928 milioni, di cui 690 milioni del piano Sea (600 a Malpensa, 90 a Linate), 910 milioni del piano Adr (898 a Fiumicino, 27,6 a Ciampino), 328 milioni del piano Save. 
Se invece si sceglie l’orizzonte più lungo della durata delle tre concessioni, l’investimento vincolante diventa di 4.638 milioni: 1.509 milioni del piano Sea (1.329 milioni a Malpensa e 180 a Linate), 2.529 del piano Adr fino alla data di scadenza della concessione del 2021 (2.528 milioni a Fiumicino più 100,7 milioni a Ciampino), 600 del piano Save.
Quella del rinnovo dei piani aeroportuali è una partita che dura da tre anni e in passato è stata bloccata dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che ha più volte rinviato indietro piani che erano stati approvati da Enac e ministero delle Infrastrutture.

E’ chiaro come il complesso sistema del Trasporto aereo stia vivendo un sostanziale mutamento, com’è oltremodo  indispensabile che in questo cambiamento vengano salvaguardati i lavoratori.
Non è accettabile che si continui a parlare d’investimenti e aumento di traffico passeggeri nei più grandi aeroporti italiani e contemporaneamente si continui ad ignorare le migliaia di lavoratori ancora cassa integrati cosi come le centinaia di dipendenti “Fantasma” che lavorano nel nostro paese.

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