India. Pescatori uccisi. La magistratura dispone 3 giorni di fermo per i due militari

ORE 14,34 – La magistratura indiana ha disposto tre giorni di fermo per i due marò implicati nella morte di due pescatori indiani. Dopo la decisione del giudice di estendere per 72 ore il fermo di polizia, i due marò italiani indagati per la morte di due pescatori indiani restano sotto custodia della polizia di Kollam, ma ora, in un clima di confusione sottolineato dalla delegazione italiana che li accompagna, torneranno a Kochi.

 

Italiani sotto interrogatorio

ORE 14,20 –  Dura da quasi due ore l’interrogatorio dei due marò italiani che il giudice K.P. Joy sta conducendo nella sua residenza di Kollam. Le dichiarazioni che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone stanno rendendo sono tradotte da un sacerdote cattolico di cui non è noto il nome. La delegazione italiana che accompagna i due marò ha chiesto ed ottenuto, a quanto si è appreso, che non solo le risposte, ma anche le domande poste dal magistrato siano tradotte in italiano.

 

In India manifestazione anti Italia

ORE 14,10 – Un gruppo imprecisato di persone appartenenti  a tutti i partiti del panorama politico indiano hanno manifestato a Kollam  davanti alla casa del magistrato davanti a cui devono comparire i due marò italiani. Un vero e proprio presidio anti italiano, come l’hanno definito i media locali, nel quale si giudicano a priori  i due militari colpevoli di aver assassinato i due pescatori, che non avevano armi con sè.

I manifestanti hanno gridato slogan  come ‘Italiani, mascalzoni! Dateci i colpevoli!’ Alcuni osservatori locali hanno tuttavia notato che non vi sono in piazza pescatori, ma solo militanti di partiti politici organizzati. Sono comunque dovuti intervenire gli agenti per allontanare i manifestanti di qualche centinaio di metri.

 

I familiari chiedono verità e giustizia

ORE 13,20 – I familiari dei due pescatori rimasti uccisi chiedono giustizia e verità. Le vittime erano entrambi cristiani. “È una tragedia per la nostra piccola comunità, dove la pesca è il primo mezzo di sussistenza”, ha detto  all’agenzia vaticana Fides p. John Jerry Issac, cancelliere della diocesi di Quilon, antico nome di Kollam, dove risiedevano i due pescatori.

Le due vittime sono Ajesh Binki di 25 anni e Jalastein di 45, entrambi originari del Tamil Nadu ma residenti in Kerala. Il Kerala è lo stato indiano con maggior percentuale di cattolici (oltre il 20%) ed è sede del nuovo Cardinale indiano, S. Em. George Alencherry, nonchè cuore della comunità cattolica di rito siro-malabarese. Padre Issac racconta a Fides che «la comunità è molto agitata, dato che non è il primo episodio del genere, in cui a soccombere sono pescatori locali: vittime, in casi diversi negli ultimi mesi, di grandi navi commerciali. Per questo nell’opinione pubblica c’è una forte richiesta di giustizia alle autorità civili. Non si vuole che l’episodio passi nell’impunità». D’altro canto, nota il sacerdote, «davanti alle nostre coste la pirateria è ben poco diffusa: lo è molto di più altrove». Padre Issac rimarca un pericolo: «C’è il rischio, d’altro canto, che alcuni leader politici vogliano sfruttare l’episodio ai fini di propaganda, dato che nei prossimi mesi si terranno le elezioni nello stato. Come Chiesa locale, speriamo vengano seguite tutte le vie e le procedure nel rispetto della legalità e della giustizia, per rendere un buon servizio alla verità».

 

ORE 12,50 – La posizione del Governo è molto ferma sulla carenza di giurisdizione indiana. I rilevamenti satellitari provano che la nave battente bandiera italiana era in acque internazionali e la giurisdizione è nostra». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Severino, sulla vicenda dei marò italiani fermati in India.

 

 

ORE 11,08 – I due militari italinai hanno lasciato la guest house dov’erano tenuti in stato di fermo per essere condotti verso Kollam, sede del distretto giudiziario competente. A breve saranno interrogati dal giudice competente che ha aperto un’inchiesta sull’accaduto. Intanto continuano le divergenze interpretative dell’accaduto. “Sinora non credo che si sia sviluppata quella collaborazione tra lo Stato federale indiano e lo Stato italiano che sarebbe invece veramente auspicabile e consentirebbe una via di uscita in tempi rapidi”, ha detto il ministro degli Esteri, Giulio Terzi.  “È una questione – ha spiegato quindi Terzi – che deve essere trattata a tutti i livelli ed è stata trattata in queste ore, così come dall’inizio della vicenda, a tutti i livelli politici, diplomatici e anche attraverso contatti e consultazioni discrete. Intendiamo mettere in atto tutti gli sforzi per risolverla rapidamente ma ci sono allo stato delle cose considerevoli divergenze di carattere giuridico”, ha aggiunto il titolare della Farnesina.
Insomma ninete di buono all’orizzonte. Ma c’è dell’altro che potrebbe influire su questa vicenda, ovvero le  elezioni politiche ed amministrative in corso, che – come ha sottolineato Terzi –  rischiano di poter avere qualche influenza sull’indagine e sulle autorità giudicanti.

Notificato ai due marò il fermo giudiziario

ORE 9:43 – E’ stato notificato ai due marò il fermo giudiziario. Una sorta di prolungamento del rpovvedimento, visto che oggi è festa nazionale in India.

Per tutta la mattinata la guest-house degli ufficiali della polizia di Kochi è stata al centro di un via vai di persone, mentre nel cortile interno ad un certo punto sono usciti i due marò in jeans e camicia, apparsi calmi e distesi. L’edificio è presidiato da un centinaio di agenti agli ordini del commissario Ajith Kumar, mentre a tutela della sicurezza agisce una forza di elite della polizia del Kerala. I giornalisti sostano all’esterno e seguono come possono quanto succede oltre il muro di recinzione appollaiati su autoarticolati parcheggiati all’esterno. A fine mattinata è giunto nella guest-house l’ispettore generale di Cochi Padma Kumar.

 

I due marò oggi davanti al giudice

ORE 8:18 –  due marò italiani che si trovano in stato di custodia vigilata in attesa di essere presentati ad un giudice per l’imputazione di omicidio di due pescatori indiani, si trasferiranno nel pomeriggio. (tarda mattinata ora italiana ndr) da Kochi, dove sono sbarcati dalla petroliera ‘Enrica Leixe’, a Kollam.

 

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone oggi partiranno via terra, accompagnati dal console a Mumbai, Cutillo, verso sud per comparire domani davanti alla Corte di Kollam, distretto competente per l’incidente avvenuto mercoledì.


 

India. Pescatori uccisi. Scoppia un caso diplomatico

ROMA –  Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono due fucilieri del battaglione San Marco imbarcati sulla petroliera «Enrica Lexie», battente bandiera italiana,  per un servizio di sorveglianza speciale istituito per fronteggiare i pirati nel golfo di Aden.

Caso ha voluto che il 15 febbraio un peschereccio si sia avvicinato “troppo” alla nave, tanto che i due dopo aver intimato l’alt avrebbero aperto il fuoco, ma solo per mettere in fuga gli ipotetici pirati.
L’episodio, secondo la ricostruzione italiana, si sarebbe svolto nel Mar Arabico,  in acque internazionali, quindi – in questo frangente – sotto la giurisdizione delle leggi italiane. Diversa l’interpretazione degli indiani che hanno fermato i due militari per fare chiarezza sull’accaduto. Un fermo che Natalino Ronzitti, esperto di diritto internazionale, docente all’università Luiss di Roma e consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali,  definisce  illegittimo, in quanto i due militari hanno pieno diritto all’immunità funzionale degli organi dello Stato. “Per il diritto internazionale,  tutti gli organi dello Stato beneficiano di immunità dalla giurisdizione straniera per gli atti compiuti nell’esercizio delle funzioni  e i due militari del reggimento San Marco erano a bordo della petroliera in applicazione alle  misure anti-pirateria stabilite dalla Convenzione Onu sul diritto del mare del 1982 e da successive risoluzioni delle Nazioni Unite, alle quali nel 2011 ha aderito anche l’Italia”, ha precisato Ronzitti.

Diversa la posizione dello stato indiano, il quale pensa in difesa delle due vittime tenta di far  prevalere la legge della territorialità, tant’è che la polizia del Kerala ipotizza per i due marò fermati l’ipotesi di omicidio in base all’articolo 302 del Codice penale indiano, che prevede fino alla pena di morte. Almeno questo è quanto riferito dall’ispettore generale della polizia Padma Kumar, del distretto di Ernakulam, dove i due militari si sono consegnati alle autorità indiane.
Nel suo principio generale l’articolo recita che “chiunque commetta un omicidio sarà punito con la morte o l’ergastolo e sarà anche passibile di multa”. Successivamente il codice precisa il contesto in cui il massimo della pena può essere applicato, e configura le attenuanti specifiche e generiche del caso che evitano la pena massima. Per quanto riguarda i due militari italiani, l’accusa della polizia deve essere completamente verificata e valutata da un giudice sulla base di prove inoppugnabili.
Intanto i deu marò sono finiti sotto interrogatorio presso  la guest house della polizia centrale  di Kochi, dove rimarranno anche domani. finchè il giudice non giudicherà il tragico episodio. Sono attese anche le perizie balistiche e l’autopsia dei cadaveri per acquisire ulteriori elementi importanti.

 

Poche notizie dui due marò

Entrambi i militari del reggimento San Marco fermati dalle autorità indiane sono di origine pugliese.
Massimiliano La Torre è nato a Taranto  il 25 maggio 1967 e vive nel capoluogo ionico. Separato dalla moglie ha 4 figli. Latorre si è avvicinato anche alla politica, infatti nel 2007 è stato candidato alle Comunali per Taranto nella lista di AT6 – Lega d’azione meridionale, movimento fondato dall’ex sindaco e deputato Giancarlo Cito. Nel 2010 ci ha riprovato alle Regionali per la Puglia nella lista ‘I Pugliesì, capofila era Mario Cito, figlio di Giancarlo.  Vi sono, invece, poche notizie al momento su  Salvatore Girone, anche perchè le forze armate non fanno trapelare ulteriori informazioni visto il delicato momento. Si sa solo che è nato a Bari nel 1978  dove vive con i genitori e non è sposato.

I due pescatori uccisi

I due pescatori uccisi sono Ajesh Binki, 25 anni, da Tamil Nadu e Gelastine, 45 anni, da Kerala. Entrambi – secondo la stampa indiana – sarebbero stati scambiati per pirati e colpito a morte da parte dei due militari italiani che si trovavano a bordo della nave cargo italiana.

 

La notizia data alla televisione indiana

  
               

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