Mozione di sfiducia dei centristi. Fli: “Nuova maggioranza con l’Udc”. L’ira del Caimano

Fini-Casini presentano la loro mozione di sfiducia. Vogliono costringere il premier alle dimissioni prima del 14 dicembre. Cicchitto: “Se lo scordino”. La destra carica i mortai contro i “traditori”

ROMA – Il governo Berlusconi ha i giorni contati. Oggi dal vertice del terzo polo (Fli, Api, Udc, cui si sono aggiunti l’Mpa di Lombardo e i Libdem di Italo Tanoni) è uscito fuori l’input, fornito ai deputati, di raccogliere le firme per la mozione di sfiducia che andrebbe ad aggiungersi a quella già presentata dal Pd-Idv. “Siamo a quota 317” ha dichiarato Italo Bocchino. Il tentativo, che oramai appare palese, è quello di bypassare perfino la fatidica data del 14 dicembre, cioè il voto parlamentare di fiducia. I centristi puntano alla prova di forza: costringere Berlusconi alle dimissioni, riaprire la partita, con una maggioranza nuova di zecca, aperta all’Udc in funzione anti-Lega. “Se Berlusconi si dimette si apre una nuova fase, non ci sono preclusioni nei confronti di nessuno” afferma Bocchino, facendo intendere che i finiani potrebbero anche accettare un Berlusconi-bis ma su basi completamente nuove. Berlusconi furente afferma: “È da irresponsabili non mantenere la stabilità in Italia”.

Nuova maggioranza, nuovi equilibri

D’altronde, il disegno di Gianfranco Fini era chiaro da mesi: riequilibrare una maggioranza il cui azionista di maggioranza oramai è la Lega. Con il patto di intenti oramai stilato con Casini, Fini si propone di creare una maggioranza diversa rispetto al passato, stoppando le derive berlusconiste in materia di giustizia, le leggi ad personam e costruire un contrappeso efficace allo strapotere di Bossi e delle sue truppe padane. Fini detta la linea: “Avevamo posto a Bastia Umbra un problema e ci hanno dato dei ‘traditori’. Adesso indichiamo il problema di una nuova agenda economica, di una nuova legge elettorale e di una maggioranza allargata”. Il leader di Fli e quello dell’Udc oggi hanno concordato la strategia unitaria: se Berlusconi salisse al Quirinale prima del 14, sarebbe lui stesso ad aprire una “fase nuova”: “Mi auguro – dice Casini – che Berlusconi sia responsabile e giochi con noi per una partita più importante della sua sopravvivenza personale”. Ma si tratta di una sorta di “diktat” che se fosse accettato dal premier dimostrerebbe in modo lampante tutta la sua debolezza, esponendolo ai marosi parlamentari. È chiaro che il Caimano non accetterà mai queste condizioni. Infatti, l’ipotesi viene esclusa con un “impossibile” dal capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto, che precisa: “Gli esponenti di Fli sono stati eletti nelle liste del Pdl e noi auspichiamo che prevalga il senso di responsabilità rispetto alla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni di sinistra alla quale si aggiunge quella dell’Udc”.

Gli scenari possibili

Allo stato attuale è veramente difficile ipotizzare cosa succederà. L’ipotesi più plausibile è che Berlusconi aspetti i risultati del voto del 14 dicembre. Nel frattempo cercherà di acquisire più adesioni fra gli indecisi di centro (operazioni che non sono mai state sospese e sono coordinate dalla pasionaria Daniela Santanchè). Ciò che lo interessa attualmente è mettere Napolitano con le spalle al muro: perché salire al Quirinale se ha la maggioranza di entrambe le Camere? A quel punto, sarebbe lui a decidere, magari dimettendosi per l’esiguità dei consensi alla Camera dei deputati, che non gli consentono di continuare nell’azione di governo e chiedere al Capo dello Stato lo scioglimento del Parlamento e il ricorso alle urne. Ma lo farebbe da una posizione di forza. Il gioco, però, è rischioso, perché se gli dovesse accadere quanto successo a Prodi nel febbraio del 2008, risulterebbe sfiduciato esattamente allo stesso modo, cioè da una sola Camera e dovrebbe dimettersi lo stesso, a questo punto indebolito dal voto contrario di parte della sua stessa maggioranza.

Per Bersani, segretario del Pd, “ormai è chiaro: ci sono le condizioni perché la crisi politica del governo Berlusconi, che da mesi e mesi segnaliamo, abbia finalmente una formalizzazione parlamentare”. Bersani annuncia la presentazione di un nuovo progetto politico l’11 dicembre, in una grande manifestazione a Roma.

Piovono sondaggi

Intanto i partiti sondano oramai quasi giornalmente gli umori dell’elettorato. L’ultimo sondaggio condotto, per “Generazione Italia”, il movimento politico-culturale dei finiani, da Luigi Crespi attribuisce a Fli l’8% dei consensi, al Pdl il 26,3, al Pd il, alla Lega il 12,2, all’Udc il 6,7, a Sel il 7,2 e all’Idv il 6,7%. Più che una pioggia, una vera tempesta per i berlusconiani.

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