Le liste di proscrizione di Belpietro. I finiani: “Usano il manganello”

ROMA – “Il Giornale” della coppia Sallusti-Feltri raccoglie firme contro Roberto Saviano. Oggi “Libero” di Maurizio Belpietro pubblica foto e indirizzo di posta elettronica dei finiani che voteranno la sfiducia a Berlusconi, appellandoli con il nome di “traditori”. La stampa di destra è oramai adusa a iniziative “contro” determinate persone, come non si vedeva dagli anni ’70 (da loro tanto deprecati). Ma questa volta, fore, si è passato il segno, perché le foto sono sbattute in prima pagina, come un bersaglio da colpire.

«Mancava solo l’indirizzo dell’ appartamento. E gli orari di entrata e uscita da casa. E qualche consiglio su come ‘agire’». Così Antonio Rapisarda commenta, con un corsivo su Ffwebmagazine, la lettera che il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ha indirizzato ai parlamentari di Fli «rei» di aver presentato la mozione di sfiducia al governo. Un’iniziativa che, sottolinea l’esponente finiano, ha più che altro il sapore del «manganello» «La scelta di Libero di pubblicare i volti e gli indirizzi di posta elettronica dei deputati finiani – aggiunge – ha un obiettivo, a parole: invitare gli elettori a ‘manifestarè in caso di sfiducia la propria rabbia contro questi. In realtà, la lista di proscrizione è bella e servita. Presentata come letterina, ma inquietante come un avvertimento». «E che ciò possa comportare qualcosa di ‘diversò dalla semplice indignazione (magari il gesto di qualche sconsiderato come è accaduto allo stesso Belpietro) al direttore di Libero non sembra preoccupare più di tanto. In fondo – prosegue Rapisarda – gettata la maschera, è questo il vero aspetto di un’intera classe dirigente: l’arroganza mista all’incoscienza. Ma anche un disprezzo sempre più malcelato per le istituzioni e per i contrappesi». E questo, si legge ancora, «lo si è visto» anche con la risposta che Denis Verdini ha dato al presidente della Repubblica: ‘Di Napolitano? Politicamente ce ne freghiamò. O con il ‘trattamentò riservato a chi, come Fini, si è permesso di dissentire dalla linea del partito. O con la magistratura, ‘denigrata come un agente affiliato alla sinistrà. O con chi, facendo il proprio mestiere di giornalista cattolico, ha solo «osato criticare la condotta morale del capo dell’esecutivo». «E cosa c’è di meglio – continua il corsivo – di una bella lista, con tanto di facce, per addossare agli altri la promessa che si è disattesa?». «I risultati di tutto questo? – prosegue – Una ragazzina aggredita in pieno centro a Roma perchè sulla giacca ha una spilletta di ‘Generazione Italià, un ex Pdl adesso esponente di Fli picchiato a Riccione dai militanti del partito dell’Amore e in generale un imbarbarimento del confronto politico che preoccupa categorie produttive e partner internazionali. Che cosa dimostra? Che siamo dinanzi a un potere in scadenza che si contorce nella stessa rete che ha creato e che, come un grosso tonno in affanno, per la disperazione si agita e ferisce a morte tutti gli altri pesci».

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