Per il futuro dell’Europa una lunga strada

ROMA – Mentre In Italia si festeggiava la vittoria sulla Germania per Anghela Merkel iniziava una delle notte più lunghe della sua vita,  notte anche in senso politico. La Cancelliera nei giorni che hanno preceduto il Consiglio dell’Ue aveva capito che sarebbe stata dura che la  sua linea rigorista non reggeva.  

La vittoria di Hollande, Merkel, che è una navigata politica, sapeva bene  cosa significava.  Il programma con cui il presidente socialista aveva ottenuto un grande consenso dai francesi era lì, parlava chiaramente. Doi cambio di passo, di svolta nella Ue. Così come il presidente Obama,  più volte aveva posto  il problema  di operare per la crescita, per affrontare la crisi non con misure che provocavano recessione ,con riflessi pesanti  anche sulla economia Usa. Ma ha retto fino all’ultimo nella speranza che con la Francia non si schierasse nessun altro  Paese europeo. Certo Monti più volte aveva posto problemi, dallo scudo contro lo spread  ad iniziative per unificare politiche come quella bancaria, agli eurobond, problemi da affrontare nell’immediato, senza  eclatanti annunci cui non è seguito niente. Così era avvento  nelle diciotto riunioni della Ue dedicate alla crisi.

Sostegno a Monti dal Pd e dall’Udc. Uugnalate di  Berlusconi

Non solo, sempre più anche dal Parlamento europeo, dal gruppi dei socialisti e democratici, dalla stessa Spd tedesca, arrivavano sollecitazioni in questo senso. Insieme veniva posto il problema del futuro dell’Unione, di una unificazione che facesse seguito a quella monetaria, all’euro con un forte richiamo alla sovranità popolare, al primato della politica rispetto alla finanza. Un cuneo insomma dentro la politica liberista dei governo conservatori.   Monti si è mosso in questo mare mosso sostenuto  dal Pd e dall’Udc mentre il Pdl si contorceva. Un giorno Alfano esprimeva sostegno al premier, il giorno dopo arrivava la pugnalata di Berlusconi che proponeva addirittura  di abbandonare l’euro. Visti i commenti, non solo quelli italiani, a questa sortita grave  e ridicola al tempo stesso, cambiava linea: fuori la Germania dall’euro. Pochi giorni dopo annunciava che lui tornava in campo con scongiuri in tutti i modi possibili da parte di chi in Europa lo ha ben conosciuto, quelle  delle corna, dei cucù, della “ culona” di cui parla   “ Il Giornale” di Paolo Berlusconi. In particolare ha dato forza e credibilità  a Monti una frase di Bersani: “ Anche se la trattativa andasse male, il Pd continuerà ad esprimere fiducia al premier”. In tutt’altra direzione il Pdl: se torna a mani vuote se ne va a casa.

L’asse Parigi, Roma,Madrid ha isolato la Germania

L’asse Hollande-Monti  sui punti all’ordine del giorno del Consiglio ha funzionato, ha trovato un compagno di viaggio nel premier spagnolo Rajoy,  alle prese con un attacco della speculazione sempre più duro. La Cancelliera ha resistito per 19 ore, poi ha cercato di limitare i danni per la sua stessa vita politica. Ne è uscito un compromesso tutto spostato sull’asse Parigi-Roma-Madrid.Per quanto riguarda lo scudo fiscale non  è quello richiesto da Monti in prima battuta. Ma il  Fondo, già esistente, acquisterà i titoli del Paese attraverso l’appor operativo della Banca centrale europea di cui Mario Draghi  è presidente. Le risorse del Fondo non sono state aumentate questo è un fatto negativo. Per quanto riguarda il salva-banche si consente al fondo di ricapitalizzare le banche in difficoltà escludendo il  passaggio nei bilanci pubblici. Ciò consente di porre fine ad un circolo vizioso tra crisi bancaria e crisi del debito. Ne sa qualcosa la Grecia. Infine il terzo punto: arriveranno 120 miliardi per gli investimenti. E’ questa la sola misura per la crescita che è stata approvata. In effetti 55 di questi miliardi erano già stati stanziati attraverso i fondi strutturali. 5 arriveranno dai project bond e 60 dalla Banca europea per gli investimenti. Poca cosa, neppure una boccata di ossigeno.

Attesa per l’apertura dei mercati finanziari

A questi limiti si aggiunge il fatto che ancora devono essere definite le modalità di attuazione e, già è avvenuto, si possono avere brutte sorprese. Non è un caso che Merkel abbia tentato un vero e proprio colpo di mano quando ha affermato che i bilanci degli stati sarebbero stati controllati dalla “troika”, Bce, Commissione Ue e Eurogruppo, una sorta di commissariamento dei  governi nazionali.  Lunedì alla apertura delle Borse una prova significativa . Già venerdì le reazioni  alle notizie che arrivavano da Bruxelles aveva avuto riflessi positivi sull’andamento dei mercati con lo spread in  caduta consistente. Il differenziale fra Btp e Bund tedeschi passava da 470 a 409 punti per poi stabilizzarsi a 420.  In particolare il rischio di una reazione altalenante del mercato finanziario è dato dal fatto che le risorse per lo sviluppo sono scarse, non garantiscono la ripresa, il futuro. Se un primo passo è stato fatto la strada da percorrere è molto lunga e difficile.  

Per lo sviluppo grande manifestazione a Napoli

Nel nostro Paese la ricerca di risorse passa per lo spending review. Si annunciano tagli che riguardano circa diecimila dipendenti pubblici, pur con un turn over bloccato da anni , stipendi fermi. Si parla anche dello spostamento di qualche mese per l’erogazione della tredicesima. Insomma la vecchia logica di colpire nel gruppo, come per i pensionati. I sindacati sono sul piede guerra e incontreranno Monti proprio prima della riunione del consiglio dei ministri. Sempre lunedì un segnale per il governo viene dalla Campania dove Cgil, Cisl, Uil con una grande manifestazione a Napoli, con l’intervento dei segretari generali, aprono una vertenza che riguarda non solo una regione dove la disoccupazione  tocca il 28%, ma il Mezzogiorno e l’intero Paese. Un segnale anche per l’Unione europea. Perché i “mezzogiorni” non sono solo in Italia.

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