Non più dubbi, Grillo e Casaleggio sono di destra

ROMA – Se qualcuno nutrisse ancora qualche dubbio sull’esatta natura degli orientamenti politici del duo Grillo Casaleggio, a costui dovrebbe bastare la sconfessione dell’operato dei senatori del Movimento 5Stelle che ieri in Commissione Giustizia hanno presentato gli emendamenti per l’abolizione del reato di clandestinità e se li sono visti approvare con il parere favorevole del governo.

Il tono del comunicato, firmato da ambedue i nostri eroi per sottolineare la totale convergenza di vedute su un tema reso ancor più drammatico dalla tragedia di Lampedusa, è degno del peggiore leghismo, un impasto di luoghi comuni, un esempio di populismo di destra non lontano dalle più ottuse posizioni razziste e fasciste.

E questa presa di posizione fa il paio con i contenuti e i toni della polemica con il Presidente della Repubblica sui temi dell’indulto e dell’amnistia. Anche un bambino comprenderebbe che è del tutto irrealistico pensare che in Parlamento si possa formare una maggioranza dei due terzi che accetti di inserire nelle misure di clemenza sollecitate da Napolitano i reati di cui Berlusconi si è macchiato.

L’obiettivo dei due è mettere un’ipoteca sulla parte più retriva di Lega e Berlusconi

E quindi il vero obiettivo di Grillo e del suo degno compare è mettere un’ipoteca sulla parte più retriva dell’elettorato della Lega e di Berlusconi, assecondandone le pulsioni e i pregiudizi peggiori. E a questo scopo ormai si cerca di selezionare con tutti i mezzi nel Movimento 5Stelle una classe dirigente fedele e totalmente asservita alla cupola che governa il Movimento.  

Fatto fuori in Basilicata un candidato scomodo

Clamoroso il caso della Basilicata, dove in vista delle elezioni regionale viene annullato il risultato delle primarie in rete per la designazione del candidato presidente, vinte da Giuseppe Di Bello protagonista di importanti battaglie a tutela dell’ambiente, per aver ricevuto una condanna in primo grado per rivelazione di segreti d’ufficio proprie in ragione delle sue lotte e delle sue denunce. Evidentemente Di Bello sarebbe stato un candidato troppo autonomo per i gusti di Casaleggio e Grillo. 

Del resto avrà un significato se in tema di politica economica e sociale si mette certamente l’accento sulla lotta per l’occupazione (ma c’è qualcuno anche a destra che si batte per la disoccupazione?), senza però spendere una parola sui diritti violati nel mondo del lavoro. Si tessono le lodi della piccola impresa ma si tace sull’evasione e sull’elusione fiscale. E del resto è noto che nel muoversi tra le maglie del fisco i nostri due se la battono benissimo con fiscalista dell’abilità di Tremonti.

Non sono in discussione le buone ragioni di tanti elettori di M5S 

Insomma, nelle posizioni di Grillo e Casaleggio vi sono tutti gli ingredienti che rendono legittimo il giudizio che ci troviamo di fronte a un nuovo fenomeno di destra. Ciò non mette in discussione i buoni sentimenti e le buone ragioni di tanti elettori e anche eletti del Movimento 5Stelle. Ma anche i primi passi del fascismo erano costellati di buone ragioni di tanti italiani che dovevano affrontare le difficoltà di un difficile dopoguerra. E questo, tuttavia, non ha impedito che si arrivasse allo squadrismo e alla dittatura.

Da sinistra e da parte del Pd, perciò, è ora di rompere gli indugi. Si è esitato sin troppo a lungo. È ora di aprire una polemica politica e culturale senza quartiere con le posizioni di Grillo e Casaleggio. Perdere altro tempo potrebbe risultare fatale per le sorti di una democrazia che appare già di per sé profondamente minata.

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