Stabilità, una legge da cambiare

ROMA – La complessità della legge di Stabilità e le numerose correzioni che ad essa vengono richieste dai partiti comportano una discussione non facile nei due rami del Parlamento per arrivare ad un testo che risponda ai problemi e alle esigenze del Paese e dei cittadini.  Riteniamo che per raggiungere questo obiettivo sarebbe opportuna una cabina di regia del Governo per la scelta delle priorità.

 

 Attenzione massima ai temi occupazione,reddito e pensioni

Per noi l’attenzione massima va posta ai temi dell’occupazione, del reddito e delle pensioni. Per quanto riguarda il primo punto riteniamo necessario garantire la proroga dei contratti a termine della Pubblica Amministrazione, nel caso di mancata stabilizzazione, come è avvenuto nella scorsa legge Finanziaria. Per ciò che concerne il reddito, vogliamo concentrare la nostra attenzione sulle retribuzioni medio basse: la misura di alleggerimento dell’Irpef indicata nella legge di Stabilità ci pare insufficiente. Si rende quindi opportuno un ulteriore intervento. Per quanto riguarda le pensioni, va ripristinata l’indicizzazione prevista nella finanziaria del 2012, per gli assegni fino a sei volte il minimo, perché non si può nuovamente mortificare il potere d’acquisto dei pensionati;. Sugli esodati, la legge di Stabilità prevede un’ulteriore salvaguardia di seimila lavoratori: una misura del tutto insufficiente rispetto alla numerosa platea ancora esistente di persone rimaste senza reddito a causa della “riforma” Fornero. 

Misure di flessibilità nel sistema previdenziale

Infine, come promesso dal Ministro Giovannini, va introdotta una misura di flessibilità nel sistema previdenziale. La nostra proposta prevede di consentire l’uscita verso la pensione all’età di 62 anni a condizione che si siano versati almeno 35 anni di contributi e si accetti una penalizzazione dell’otto  per cento. Questi argomenti erano tutti parte integrante del discorso programmatico del Premier Letta, pronunciato alle Camere all’atto dell’insediamento del Governo. Ci batteremo affinché le correzioni che  dovranno essere approvate portino tutte il segno dell’equità.  

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