La lunga notte dei lavoratori Alitalia. Ognuno faccia la sua parte

Una lunga notte quella dei lavoratori dell’Alitalia. Una lotta che dura da anni, da quando nel 2008 l’ Alitalia pubblica precipitò sull’altare della privatizzazione lasciando a casa oltre 10.000 lavoratori, perdendo in 7 anni più di quanto avesse mai perso in tutta la sua storia  e scaricando un costo sociale enorme sulla collettività.

L’esito dello spoglio della consultazione sulla pre-intesa sottoscritta al Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 14 aprile ha visto la netta vittoria del NO con circa il 70 % su una partecipazione che raggiunge quasi il 90% degli aventi diritto al voto. I lavoratori dopo 20 anni di sacrifici dicono NO al governo, all’azienda e a Cgil, Cisl, Uil, Ugl, un dato straordinario sotto tutti i punti di vista.

Il percorso conflittuale di questi ultimi mesi e il ritrovato contatto  tra lavoratori nelle assemblee, durante gli scioperi, nelle manifestazioni ha  rappresentato un punto di forza e una svolta per uscire dall’immobilismo costruito ad arte in questi anni da Cgil Cisl Uil e Ugl con firme a ribasso e un logica di riduzione del danno in un settore che non ha mai avuto una crisi  di produzione. Malato di dumping e senza regole. Tuttavia lo scollamento con i lavoratori che c’e’ in questa modalità di fare sindacato è l’altra faccia della medaglia a cui il 70% del personale Alitalia con coraggio ha voluto dare una risposta chiara. Ancora una volta qualcuno ha pensato, sbagliando, che i lavoratori  potessero sottostare alle umiliazioni più becere, al chinarsi al padrone di turno.  Che potessero dimenticare una storia di appartenenza  cosi gloriosa, di professionalità e competenza. Dopo anni di  logica di ” materiale umano a minor costo” con lo svilimento della condizione del lavoro, con un concetto di immagine a tutti i costi, che supera anche la dignità del lavoro e la sicurezza dei lavoratori.

Una debacle per il Governo e Cgil Cisl Uil, il dato più evidente è che i lavoratori mettono fine all’ era della concertazione.  In questa lunga notte nessuno  ignora che in ogni caso l’epilogo rischia di essere drammatico. Tuttavia, per la prima  volta dopo anni difficili con migliaia di licenziamenti e una storia dura da portare sulle spalle,  il forte NO al  (non) piano industriale, alla consultazione capestro e’ una dimostrazione che sfidare i lavoratori sul terreno della dignità da una risposta radicale. Da subito bisognerà rimboccarsi le maniche affinché si trovino le soluzioni politiche e economiche per un rilancio vero della compagnia. Ogni lavoratore di questo paese dovrebbe unirsi a quelli dell’Alitalia sostenendo le ragioni di chi ha deciso con la lotta di non gettare la spugna. Bisogna chiedere a gran voce che si riaprano le trattative e il governo e istituzioni facciano la loro parte, come ogni singolo lavoratore ha fatto la sua.

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