La mafia foggiana considerata per troppo tempo di serie B

L’usura, il pizzo, la prostituzione, gli affari nel settore turistico e i traffici di droga con l’Albania sono solo alcuni dei settori criminali da colpire. Per far questo occorre risolvere due principali problematiche. La prima: la sensibilizzazione del territorio; la seconda: la professionalità della magistratura e delle forze dell’ordine.

Occorre prendere coscienza del nuovo fenomeno criminale analizzando problematiche che prima non c’erano, di conseguenza, occorrono investigatori ancora più numerosi – e specializzati – per contrastare il modus operandi delle organizzazioni criminali locali. Bisogna mandare in questo territorio il meglio delle professionalità investigative. Nel tavoliere delle Puglie e nel Gargano la mafia è in guerra per il predominio degli affari e uccide anche chi lavora onestamente. Ammazza due contadini che hanno avuto la sfortuna di assistere all’assassinio di un boss. Luigi e Aurelio Luciani ammazzati senza pietà dai killer solo perché testimoni che si trovavano sul posto di lavoro, come ogni mattina, a lavorare i campi. Nessuno ha visto e nessuno parlerà. In queste zone l’omertà cresce ogni giorno che passa perché il potere dello Stato è troppo debole. Qui non ci sono testimoni e collaboratori di giustizia perché la paura si basa sulla matematica certezza che la mafia colpirà chi la “tradisce”. La paura è una logica conseguenza della mancanza degli strumenti di difesa da parte dello Stato. I Comuni che non si costituiscono parte civile, i giornali che non se ne occupano, le amministrazioni sono conniventi, i tribunali soffrono la carenza di uomini e mezzi, i boss liberi dettano legge nel silenzio delle istituzioni politiche. Così la mafia foggiana prospera, diventa dominante, sparge sangue, annulla le prospettive economiche di una terra che offre tanto sotto il profilo turistico e agricolo. “Questo è un territorio devastato dalla criminalità di tutti i tipi. C’è un’illegalità diffusa che fa paura“. Sono le parole del Questore di Foggia. In questi ultimi anni, nel più totale silenzio, la mafia foggiana sta estendendo le sue radici lungo il litorale molisano e abruzzese in maniera silenziosa ma inesorabile. Si è infiltrata nelle imprese in crisi e nel settore turistico. Occorre al più presto il massimo impegno da parte dello Stato. Da pugliese per parte materna, sono convinto che arriverà anche la collaborazione dei cittadini. Senza l’impegno della società civile, della scuola e del mondo economico in ausilio alla magistratura e alle forze dell’ordine, purtroppo, non si andrà molto lontano. 

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