Le mafie sostituiranno lo Stato?

Che le mafie sono ormai organizzazioni potentissime è un dato inconfutabile. In questo momento le più potenti sono ‘ndrangheta, camorra, mafia siciliana e pugliese. La prima organizzazione criminale gestisce la quasi totalità del traffico di cocaina e di stupefacenti.

E’ talmente potente anche a livello mondiale, che l’Onu l’ha inserita nell’elenco dei gruppi criminali più pericolosi del mondo. Le quattro mafie posseggono una massa di denaro enorme, che possono spostare in ogni angolo del mondo. Il clan mafioso ormai è un’impresa a tutti gli effetti, strutturato come la più florida delle aziende. Al suo interno ci sono gli affiliati, che vanno dall’ala militare e alla bassa manovalanza che si occupa delle estorsioni, delle rapine e degli omicidi. Il mafioso “imprenditore”, invece, è sul mercato con la propria impresa gestita da insospettabili e irreprensibili prestanomi e riesce a incidere sulla piazza, riuscendo spesso anche a dirigerla, determinando persino i prezzi. Succede, per esempio, nel settore turistico alberghiero. Nel caso in cui le mafie devono impadronirsi del mercato, abbassano i prezzi al punto tale da eliminare qualsiasi concorrenza per poi dettare legge. Al primo posto degli investimenti mafiosi c’è l’edilizia in tutte le sue sfaccettature. Subito dopo gli autotrasporti, le energie e i rifiuti, il commercio, le aziende agricole, il turismo alberghiero e la ristorazione. Alla solita estorsione le mafie oggi preferiscono nettamente l’usura poiché consente di eliminare i rischi, innanzitutto perché l’usuraio è ricercato dalla vittima. Vittima che è spesso un imprenditore o un commerciante che sta attraversando un periodo di forte crisi economica. Le mafie hanno una liquidità immensa e quindi possono sobbarcarsi prestiti enormi. Non è un caso che per il delitto di usura le denunce sono poche mentre i flussi di denaro in tal direzione sono ingenti. Questo accade perché vittima e usuraio spesso si accordano, giacché i clan riescono a entrare in azienda e accaparrarsi tutto. Solitamente, la vittima resta in azienda per la gestione della stessa. Il nostro Osservatorio ha potuto stimare che un numero cospicuo di chiusure di aziende, per fallimenti o esecuzioni civili, dopo poco tempo riapre con gli stessi proprietari e con aziende e imprese rimodernate e/o ampliate. Mediante tali operazioni il mercato è adulterato e l’imprenditore che agisce in regime di legalità non riesce a competere e di conseguenza spesso cade nelle grinfie dei clan mafiosi. Può capitare a volte che gli imprenditori coinvolti nell’usura non sappiano chi hanno di fronte e accettano di collaborare perché vedono semplicemente qualcuno che può investire e salvare la loro azienda. Altre volte invece sanno benissimo chi hanno di fronte e diventano complici a tutti gli effetti. Un imprenditore campano recentemente ha dichiarato al Mattino di Napoli: “Nel momento in cui sono entrato in accordi con la camorra, sono spariti gli attentati e i furti. Quindi l’ho presa come se pagassi un’assicurazione privata. Da allora non ho avuto più problemi”. Questo evidenzia due aspetti molto gravi: l’assenza dello Stato e la convenienza ad accordarsi con le organizzazioni criminali. Se non si pone rimedio a queste storture, sarà difficile che il cittadino possa fidarsi dello Stato e le mafie surrogheranno sempre di più quelli che dovrebbero essere i compiti e le funzioni fondamentali dello Stato.

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