Bisio, Rinaldi e la bellezza del civismo

Bisio e Rinaldi, due Claudii per chiudere in bellezza il 2017. Il primo, quest’anno, ha raggiunto la fatidica soglia dei 60; del secondo, a luglio, abbiamo celebrato il decimo anniversario della scomparsa, riflettendo intensamente su quanto ci manchi una figura del suo calibro

Due esempi di civismo, due simboli di quell’Italia migliore per la quale Rinaldi si è sempre battuto, soprattutto sulle pagine dell’Espresso, rendendolo un settimanale di battaglia, di denuncia e di feroce e strepitosa critica politica. Come dimenticare, ad esempio, la copertina del ’96 dedicata al mostro inciucista ribattezzato “Dalemoni”? E come non tenere conto, nella valutazione sul giornalista e dell’uomo, della sua preveggenza nel mettere in guardia i lettori dai pericoli connaturati a Berlusconi ma, soprattutto, al berlusconismo? Di Rinaldi ricordiamo e conserviamo con speranza la vis pugnace, l’ironia tagliente, il garbo e la prontezza di spirito che spesso ha fatto la differenza nelle sue lotte, alla fine condotte in condizioni fisiche disperate ma non per questo portate avanti con minore grinta ed intensità. Conserviamo, poi, il suo desiderio incessante di non vedere le persone perbene soccombere, di poter contribuire alla riscossa del Paese e di poter camminare a testa alta, insieme agli onesti, ai nobili d’animo, alla gente colta e ai politici che si attengono con scrupolo all’articolo 54 della Costituzione. Conserviamo, inoltre, la sua lezione di giornalismo, il suo esempio e la sua umiltà nel cercare sempre di conoscere e di scoprire una società già all’epoca in costante e repentino mutamento. Conserviamo, infine, le sue direzioni dei principali settimanali italiani che tanto hanno migliorato i medesimi e la vita di ciascuno di noi, consentendoci di riflettere senza noia e di accrescere le nostre competenze in una vasta gamma di materie nonché il nostro spirito critico, più che mai prezioso in questa stagione caratterizzata dal conformismo e da un abisso di banalità.

Che rimanga, dunque, la lezione di Rinaldi, la sua crociata contro i farabutti e la sua intransigenza, propria delle personalità più acute e, per questo, spesso, maggiormente isolate del nostro Paese.

E che rimanga ancora a lungo su questa Terra il Bisio allievo di Dario Fo, il Bisio del civismo e di una certa idea di Milano, il Bisio che induce a riflettere, che castiga ridendo e che, a sua volta, dà vita ad un’incessante lotta contro la barbarie, i pregiudizi, i luoghi comuni e altri elementi altamente negativi che contribuiscono, purtroppo, a rendere la nostra società quasi invivibile.

Bisio e Rinaldi: divisi dalla biografia e dalla sorte e uniti nella celebrazione e nel ricordo, nella proiezione verso il futuro e nella preservazione del nostro passato più ricco e più degno di essere custodito e tramandato alle nuove generazioni.

Perché senza un adeguato spirito civico la vita non è solo più povera: mi sono convinto, col passare degli anni, che semplicemente non è.

P.S. Anthony Hopkins fa 80: auguri di cuore! In aprile, invece, abbiamo ricordato il quinto anniversario dellamscomoarsa di Miriam Mafai, la prima giornalista italiana ad accorrere sul luogo del ritrovamento del cadavere di Moro nonché una che, quanto a senso civico, aveva molto da insegnare a chiunque. Trent’anni fa, poi, dicevamo addio alla straordinaria Marguerite Yourcenar, l’autrice delle “Memorie di Adriano” nonché una delle più grandi scrittrici del Novecento. A breve, infine, quel magnifico eroe da fumetto che è Tex compirà 70 anni, onestamente portati benissimo. Auguroni anche a lui e, ovviamente, a tutti voi che ci seguite con affetto!

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