Terrorismo o strategia della tensione? Farsa o dramma?

ROMA – In questi giorni molti di noi rimangono disorientati dalle notizie discordanti che giungono dalla cronaca italiana parlando di attentati, possibili attentati, attentati infondati, attentati falsi, allarmi infondati. È doveroso cercare di fare dei distinguo, traendo, per non farsi influenzare, le notizie di prima mano dai dispacci di agenzia.

Lasciamo da parte gli attentati veri, quelli relative alle sedi diplomatiche della Svizzera e del Cile che hanno ferito persone innocenti e che hanno gettato nel panico altre decine di ambasciate, perché questi crimini sono certi, si tratta solo di capire da chi e perché sono stati perpetrati, e cerchiamo di capire qualcosa dei ‘casi incerti’.
Partiamo dal più recente: Fonte Adnkronos  29-dic-10 09:51 – “Varese: esplosi due ordigni davanti sede Lega Gemonio “ È chiaro che una notizia così è veramente preoccupante.
Si tira un sospiro di sollievo quando dopo nemmeno due ore dopo arriva questo dispaccio che stempera non poco la preoccupazione: “Questa notte davanti alla sede della Lega Nord di Gemonio, nel Varesotto, sono esplosi «due petardi», che hanno causato «lievi danni» alla vetrata della sede stessa. Lo comunica la Questura di Varese, in una nota”.
Ma non è finita lì, arrivano altri dispacci:”Non si tratta certamente di una ragazzata visto che le persone normali non hanno sotto il letto bombe carta”. Così dichiara il presidente della Provincia di Varese, Dario Galli (…) Questa è gente ben organizzata, sa come preparare ordigni”.

E noi ci chiediamo: ma era una bomba carta o un petardo di fine anno? Chi ha ragione la Questura di Varese o il Presidente della Provincia?
Non vedendo i ‘lievi danni’, di cui parla la nota della Questura, non sappiamo fino a che punto questo atto esecrabile è da ascrivere a terroristi “topi di fogna”  – così li ha chiamati in un bel linguaggio colorito Paolo Grimoldi, coordinatore federale del Movimento Giovani Padani –  “che sanno preparare ordigni” o a due scemotti che hanno comprato due botti e li hanno fatti esplodere per divertirsi un po’ senza però non voler far danno a persone, visto che i petardi sono esplosi di notte.

Il secondo caso è quello che vede Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano Libero, noto agli telespettatori per le sue entrate a gamba tesa nei programmi nazionali e non, il quale annuncia con fare profetico voci su un possibile attentato ai danni del presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, con il secondo fine – scusate il bisticcio di parole: Fini-fine – di far cadere la colpa sul Presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
Ora, dopo aver fugato i dubbi su queste ‘voci’, le quali sarebbero voci nel senso di ‘sentito dire’ e non quelle che gli psichiatri chiamano ‘allucinazioni acustiche’, ci chiediamo angosciati se Belpietro mente per motivi di cui non è dato sapere e che potrebbero alimentare uno stato di cose che assomiglierebbe molto alla ‘strategia della tensione’ degli anni ‘60-’70, o se veramente un ‘uccellino’ gli abbia suggerito qualcosa. Visto che, il direttore di Libero, non avrebbe svelato alle autorità competenti, il nome della persona che gli avrebbe ‘svelato’ queste cose, la verità se la porterà nella tomba, dando modo a Bocchino e agli altri pretoriani di FL di fare del sarcasmo parlando di sbronze natalizie, di ‘trash-man’ che diventano “intellettuali di riferimento”, di “furbizia che diventa virtù”, “puttanieri che si trasformano in bravi padri di famiglia” e di altre mutazioni genetiche di questo tipo.
L’ultimo dubbio atroce che vorremmo dissipare vede come protagonista sempre Maurizio Belpietro, sempre direttore del quotidiano Libero, sempre immerso in fatti che non sembrano fatti tant’è che Filippo Rossi, direttore del magazine di Farefuturo, parlando dell’attentato contro Fini, accusa: “i mistificatori che diventano eroi del libero pensiero, i cani da guardia del potere che si vendono al pubblico come martiri della libertà di espressione (e magari ci credono pure)” addirittura di ‘pseudologia fantastica’, che, in termini psichiatrici, significa che credono alla menzogne che dicono. Come quelli che magari non avendo mai visto una università narrano, credendoci  – le narrazioni vanno molto di moda – che facevano le tesi a tutti, o quasi, gli studenti del proprio corso. Un esempio così a caso tanto per capire cos’è la ‘pseudologia fantastica’.

Tornando al caso controverso che vede coinvolto il caposcorta di Belpietro che sparò contro un presunto attentatore per proteggere il direttore di Libero, anche qui la nebbia si infittisce in affermazioni che sconfessano affermazioni: Il giudice avrebbe chiesto l’archiviazione. Il Giornale pubblica la notizia di una possibile iscrizione, nel registro degli indagati, del caposcorta di Belpietro, Alessandro M., per procurato allarme, spari in luogo pubblico e simulazione di reato.

Belpietro assicura che è tuttora il caposcorta del direttore di Libero: “È in servizio e ieri era assegnato alla mia tutela”. È evidente che c’è qualcosa di non chiaro compreso quel “ieri era assegnato alla mia tutela”! Ieri era?E oggi? E non doveva essere il caposcorta a tutelare Belpietro? … Insomma non se ne esce. Dove sarà la verità?
Potremmo dire, parafrasando Antonio, il retore, che nel Cesare di Shakespeare, con le sue parole,  fa condannare Bruto, Cassio e gli altri congiurati per l’assassinio del tiranno … “eppure sono tutti uomini d’onore”.
“I dirigenti della Lega parlano di un attentato vero e proprio con bombe carta costruite da gente che sa preparare ordigni. Ma la questura parla solo di due petardi … eppure quelli della Lega sono uomini d’onore”
“Belpietro dice che ci sarebbe stato un attentato a Fini. Ma tutti noi non abbiamo visto né un attentato, né sappiamo chi è la persona che ha svelato il possibile crimine … eppure Belpietro è un uomo d’onore.”
“Il caposcorta di Belpietro dice di aver sventato un attentato contro il suo protetto. Ma noi non abbiamo visto l’attentatore, e il giudice sta archiviando il caso, e Il Giornale parla di procurato allarme … eppure, secondo Belpietro, il suo caposcorta è un uomo d’onore.”
Come andrà a finire questa storia italiana, fatta di ‘uomini d’onore’, non si sa. Quale è la verità vera non si sa, però sappiamo che fine hanno fatto Bruto e Cassio a Filippi … eppure erano uomini d’onore.

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