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La fragile Europa in cerca di identità
ROMA - Di fronte alla barbarie terrorista cui stiamo assistendo dall’Indonesia alla Turchia, di fronte alla necessità di dirimere la crisi libica e, prima di tutto, quella siriana e irachena, sconfiggendo il mostro del Daesh che secondo alcuni osservatori è già diventato uno stato con tutti i crismi, al cospetto di un’Europa gretta che si chiude e innalza muri di filo spinato e steccati invalicabili nei confronti dei migranti, mentre la Gran Bretagna è alle prese con un drammatico referendum per decidere se rimanere o meno nell’Unione Europea, avvertiamo fortissima l’esigenza di ribadire un concetto apparentemente scontato ma, al contrario, decisivo: o l’Europa si dota di un’identità forte e solidale o non avrà un domani.
Eurozona. Juncker, la crisi non è finita
ROMA - Continua la lenta ripresa dell'occupazione europea. Infatti, come certifica Eurostat, nel terzo trimestre di quest'anno e' aumentata nell'Eurozona dello 0,3% rispetto al periodo immediatamente precedente, mentre il progresso registrato nell'Ue a 28 paesi e' pari allo 0,4%.
La Grecia non paga, la Merkel non accetta il piano
ROMA - Alla mezzanotte di oggi scade l’ultimatum per la Grecia che dovrebbe versare alla FMI la tranche di 1,6 miliardi di euro. Denaro che, come ha anticipato il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, la Grecia non pagherà.
Grecia. Niente soldi, l'Eurozona scricchiola
BRUXELLES - La Grecia lo ha detto senza troppi giri di parole. Il debito con il Fondo Monetario internazionale non sarà onorato. Il governo di Atene non sarà infatti in grado di pagare le rate del prestito del Fmi entro il 5 giugno semplicemente perchè non ha i soldi per farlo.
Allarme Ocse, Eurozona in pericolo stagnazione. Lenta la ripresa dell’Italia
ROMA - L’Ocse oggi nel suo nel suo 'Preliminary Economic Assessment', il documento che anticipa lo 'Economic Outlook' che verra' diffuso a fine mese, ha sottolineato una netta frenata della crescita economica nell’Eurozona, parlando addirittura di un ‘pericolo di stagnazione’.
Italia sempre più giù. E anche l’Eurozona scricchiola
ROMA - I numeri sanno essere feroci. Ed il nostro Paese si è trovato oggi in mezzo ad una pioggia di numeri e dati, tutti negativi. L’Istat ha infatti diffuso oggi i dati relativi al conto economico trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, da cui emerge una forte preoccupazione sull’andamento del rapporto deficit/pil, ed i dati sul reddito e risparmio delle famiglie da cui emerge ancora una volta il progressivo impoverimento del paese.
L'Eurozona esce dalla recessione, ma l'Italia è ferma al palo: -0,2%
Secondo la stima flash di Eurostat, nel secondo trimestre 2013 il Pil cresce dello 0,3% sia nell'Eurozona sia nella Ue-27, oltre le previsioni. E' il primo dato positivo dopo sette trimestri consecutivi in calo. Rehn: "Ripresa a portata di mano, ma la crisi non è finita"
S&P. Italia sempre più giù. A rischio l' Eurozona
ROMA - Standard & Poor's ha tagliato il giudizio sull'Italia. Il rating passa cosi' a BBB dal precedente BBB+. L'outlook e' negativo. ''L'azione di rating - spiega S&P - riflette la nostra visione di un ulteriore peggioramento dell'economia in Italia con le prospettive di crescita reale dell'ultimo decennio di meno dello 0,04% di media''.
Grecia, la miseria e il declino
Ciò che sta accadendo in Grecia dovrebbe indignarci quanto, e forse ancora di più, di ciò che sta accadendo in Turchia. Guai a chi dovesse cedere alla tentazione di iniziare a stilare classifiche dell’indignazione o della barbarie, ma una cosa è certa: attualmente, per instaurare un regime, esistono metodi assai più raffinati di quelli che furono utilizzati ottant’anni fa da Mussolini, Hitler e Franco. Come scrisse Montanelli, infatti, “oggi, per instaurare un regime, non c’è più bisogno di una marcia su Roma né di un incendio del Reichstag, né di un golpe sul palazzo d’Inverno.
Ocse. Il mondo cresce, l’Italia no. Eurozona debole fino al 2014
ROMA - L’Ocse ha diffuso i dati relativi all’andamento del Pil tra i paesi del G20,tutti in leggera crescita salvo Italia e Giappone. che fanno registrare un segno meno nel terzo quarto del 2012, con l’Italia unico Paese del G20 in chiara e vera recessione.