Rifiuti. Dopo firma Orlando Falcognana la nuova discarica di Roma

Voci discordanti sulle indagini relative all’Ecofer della Guardia di Finanza

ROMA – Chiudere Malagrotta, questa era la promessa, questa era la priorità, questo si farà entro il 30 settembre. Lo ha ribadito oggi il sindaco Ignazio Marino a margine di una assemblea preparatoria agli stati generali della Green Economy. Decisione sacrosanta, imprescindibile e soprattutto dovuta. Si, dovuta nei confronti di tutti quei cittadini residenti nella zona di Malagrotta che, per più di trent’anni, hanno visto ampliare un ‘mostro’ abnorme e che nulla hanno potuto nel corso degli  anni per vederlo sconfitto. Un territorio devastato, una crescita smisurata di malattie e tumori. Ora finalmente la chiusura.

Fin qui tutto bene dunque, peccato che alla chiusura di una “buca” non corrisponda la risoluzione del problema o meglio di quella che viene definita “emergenza rifiuti”. Si chiude una buca e se ne apre un’altra. Quella del Divino Amore/Falcognana. Dopo un lungo “peregrinare” da un’area all’altra, da Pian dell’Olmo a Corcolle a Riano, con risultati decisamente negativi,  infatti, il Commissario Sottile, in agosto, individua il sito di Falcognana, sull’Ardeatina. Problemi su problemi per quest’area tra vincoli paesaggistici, archeologici, viabilità,  presunte illegalità da parte della società Ecofer che gestisce la preesistente discarica di fluff, ma nonostante tutto ciò il Commissario ha deciso. Questo sarà  il sito della discarica “temporanea” o meglio “di servizio” per i rifiuti urbani di Roma. 

L’invaso ancora da predisporre della discarica è decisamente piccolo. Si parla dapprima di far arrivare 90 camion al giorno di immondizia, poi 60, infine la scorsa settimana Sottile dichiara che invece saranno 12 i camion di spazzatura. 

Si dovrebbero sversare circa 300 tonnellate di rifiuti  a Falcognana, gli  altri 1200 andrebbero all’estero. Intanto le indagini della Guardia di Finanza sulla Ecofer sono terminate, la relazione, consegnata al prefetto Giuseppe Pecoraro, fa svanire l’ombra della ‘ndrangheta su Falcognana. Tutto a posto quindi. “Solo un sospetto e nulla più” riporta oggi un quotidiano nazionale, nessun infiltrazione mafiosa.  L’inchiesta della Procura di Roma sulla proprietà della Ecofer Ambiente andrebbe verso l’archiviazione. Gli accertamenti  delle Fiamme Gialle erano iniziate su sollecitazione del prefetto Giuseppe Pecoraro. 

Sulla questione Falcognana continua a non pronunciarsi il sindaco Ignazio Marino che sempre a margine dell’assemblea di questa mattina, a chi gli chiedeva se avesse letto il dossier sul sito ha dichiarato: “Il prefetto Sottile ha come interlocutore il ministro perché nominato dal governo, per questo io non ho ricevuto il dossier”. 

Via libera dunque, con il ministro Andrea Orlando pronto a firmare il decreto sulla nuova discarica al chilometro 15,3 dell’Ardeatina. Per Renato Brunetta però la questione non sarebbe invece risolta e per questo chiede l’intervento del Ministro Annamaria Cancellieri. In una nota dichiara: “Sulla discarica del Divino Amore crescono le preoccupazioni, le agenzie riportano anche la notizia che esisterebbero delle responsabilità precise in materia di reati fiscali e ambientali proprio a carico dei soci della Ecofer Ambiente, e che l’azione della magistratura e degli ufficiali di polizia giudiziaria prosegue, e riguarda reati specifici e di rilevante gravità”.  A sua volta però Valerio Fiori, amministratore unico della Ecofer  interviene sulla vicenda precisando: “la società Ecofer Ambiente non é mai stata raggiunta da addebiti di natura tributaria o ambientale, tantomeno aventi un rilievo penale” e afferma di non comprendere sulla base di quali indiscrezioni si continui a parlare su alcuni media di pendenze per reati fiscali e ambientali del tutto inesistenti”.

A quanto pare dunque c’è ancora molta confusione e a farne le spese sono i cittadini che non riescono ad avere risposte certe. L’emergenza inoltre come fanno notare i vari comitati sorti per combattere contro ogni discarica,  non si risolve chiudendo un buco per aprirne un altro, smettendo di vessare un territorio per cominciare a devastarne un altro. Tanto più che l’impiantistica del pretrattamento del rifiuto indifferenziato risulta del tutto insufficiente, come risultano pressoché inesistenti gli impianti di riciclo. Insomma arriverebbe realmente l’ormai famoso “terriccio” inodore a Falcognana? Durerebbe realmente due anni? 

Le criticità e le incongruenze emerse rispetto al sito prescelto sono dunque tante, forse troppe, a partire dal profilo geologico e idrogeologico, archeologico, fino al mancato parere del Mibac, a quanto pare non coinvolto.

Secondo il coordinatore nazionale di Cantiere Democratico, Stefano Pedica la discarica a Falcognana non si può fare. Anzi, ” il sito gestito dalla Ecofer non servirà a risolvere il problema dei rifiuti a Roma, e per di più rischia di trasformarsi in un boomerang per il commissario Sottile”.
«I presupposti per costruire la nuova discarica sull’Ardeatina non mi sembrano dei migliori- osserva Pedica- C’è da preoccuparsi quando si legge che dalle indagini della Guardia di finanza sulla Ecofer, la società che gestisce il sito, sarebbero emerse pendenze per reati fiscali e ambientali. Ma, a quanto pare, le frodi fiscali in questo Paese non sono più un problema, se a una società che si è macchiata di questi reati si permette di lavorare tranquillamente. Se questo è diventato un modo di pensare comune, allora anche Berlusconi può restare in Parlamento».

Più volte il Presidio No discarica Divino Amore ha chiesto a gran voce le dimissioni del commissario Sottile, ritenendolo inidoneo a gestire la situazione, visto anche il bilancio delle precedenti scelte. Soprattutto il Presidio ha rimarcato la carente volontà delle istituzioni nell’adottare percorsi decisionali che coinvolgano i cittadini, così come la mancanza di trasparenza, visto che molti documenti non sono mai stati resi pubblici, ma ad oggi ancora secretati. In un odierno comunicato inoltre il Presidio ha dichiarato di appellarsi all’articolo 32 della nostra Costituzione che, ricordiamo, sancisce “la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”.

Insomma la vertenza non è affatto terminata, almeno non per i cittadini e i comitati, che hanno infatti annunciato una manifestazione il prossimo 21 settembre  a Roma contro ogni devastazione ambientale. Nel frattempo i cittadini avvertono: “qui non passerà un solo camion della mondezza”.

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