Prometteva case in cooperativa, ma era una truffa. Arrestato imprenditore romano

ROMA  – Promettevano case in cooperativa, ma era tutta una truffa. I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno arrestato con l’accusa di truffa aggravata e riciclaggio un imprenditore e denunciati altri 4 soggetti, nel quadro dell’operazione “”case fantasma””.

Le indagini,  dirette dalla procura della Repubblica di Roma e svolte dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria e della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza, hanno preso avvio dalle numerose querele presentate da circa 100 persone truffate. Gli indagati, infatti, proponevano alle ignare vittime l’ingresso in nuove cooperative, con relativo pagamento delle quote di iscrizione, per la realizzazione di unità abitative, per le quali in realtà non era mai stato presentato presso il Comune di Roma alcun piano di costruzione.Le Fiamme Gialle  hanno accertato come i potenziali acquirenti degli immobili “”fantasma””, attratti dai prezzi estremamente vantaggiosi e dalla pubblicazione su quotidiani e/o siti internet delle offerte di acquisto mediante l’apparente costituzione di cooperative, che avrebbero dovuto realizzare gli immobili di edilizia agevolata in diverse zone di Roma, avessero sottoscritto i moduli di adesione versando le relative quote di iscrizione.I contatti  avveniva no direttamente con l’impresa costruttrice, C.A.D. costruzioni e Nuova C.A.D., entrambe rappresentante da Antonio Castelli, oggi arrestato dalle Fiamme gialle, ovvero per il tramite dell’agenzia immobiliare House for you (già Italia casa network).Gli aspiranti acquirenti pagavano quindi la somma di  500 euro quale quota di iscrizione alla cooperativa, nonché il compenso per l’intermediazione immobiliare, di importo variabile. Pagamenti che venivano effettuati all’impresa costruttrice ovvero all’agenzia immobiliare.Gli accertamenti bancari hanno permesso, inoltre,  di appurare, oltre all’effettiva riscossione delle somme, in tutto ben 223.000 euro circa, anche il trasferimento delle provviste verso conti correnti esteri intestati a una cittadina rumena, all’epoca dei fatti convivente di Castelli.

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