Atac. Bus più cari a Roma. Rincari del 50%

Breve cronistoria di un collasso economico a spese dei cittadini

ROMA – La notizia sembra essere ufficiale: entro Luglio sarà  operativo l’aumento del 50% sul Bit Atac, il ticket valido per una corsa singola, il cui costo passa da 1 euro a 1,50. Lo ha confermato l’amministratore delegato della società, Carlo Tosti, durante l’inaugurazione delle biglietterie mobili, ovvero degli esemplari di bus salvati dalla rottamazione, recuperati e rimessi in sesto dalle officine aziendali che fungeranno da rivendita itinerante. Un aumento, quello annunciato, ultimo di una serie di provvedimenti volti al risanamento delle casse aziendali, a detta dei vertici, sottoposte a più riprese da ingenti tagli e situazioni debitorie mai sanate. La crisi economica e le conseguenti manovre finanziarie degli ultimi anni hanno toccato in modo particolare gli enti locali, da cui le aziende di trasporto pubblico dipendono in tutto e per tutto. Non si discute quindi, sul regime di austherity a cui si è effettivamente sottoposti. Il caso specifico di Atac lascia però dubitare che dietro l’obbligo di risanare il bilancio, vi sia una lungo periodo di mala gestione delle risorse aziendali.

Il caso più noto alle cronache è lo scandalo Parentopoli: siamo alla fine del 2010 e la Corte dei Conti, insieme alla Procura di Roma, indaga su una serie di assunzioni “anomale”; l’ipotesi è che siano state assunte persone non propriamente in possesso dei requisiti necessari per ricoprire il ruolo: in nome, quindi, non del merito bensì di forti raccomandazioni e amicizie influenti. Il caso forse più lampante è quello della compagna dell’allora assessore alla Mobilità Sergio Marchi, assunta in Met.Ro nel 2008 nel settore della gestione del personale e poi rientrata nella più grande società Tpl. Oltre a lei, però, la lista di assunzioni  spericolate  pullula di amici, mogli, compagne e prefigura, secondo la magistratura, una gestione clientelare e illegale della cosa pubblica. L’inchiesta si trasforma in uno tsunami per la politica capitolina e in breve tempo, complice anche un rimpasto della giunta Alemanno, salta la poltrona di Marchi, al posto del quale viene nominato Antonello Aurigemma. Pochi mesi dopo, per motivi diversi, si dimette l’ad Atac Basile, durato solo sei mesi e impossibilitato, a suo dire, a gestire una situazione sull’orlo del collasso.

Arriviamo quindi ai giorni nostri  con il nuovo ad Carlo Tosti che il 29 Ottobre invia una lettera ai 12.000 dipendenti dell’azienda, illustrando la situazione e paventando tempi duri e ulteriori sacrifici. Tra le misure di risanamento, vi sono appunto i fatidici aumenti sul costo del servizio. Rincari consistenti per quanto riguarda il biglietto singolo, “impercettibili”, a detta di Alemanno, per gli abbonamenti. Ciò che tutti fanno però notare è che sembra ingiusto scaricare il prezzo della cattiva gestione dell’azienda, oltre che della crisi economica, proprio sugli utenti, specie su quelli che hanno sempre pagato il biglietto. Come molte associazioni dei consumatori hanno evidenziato, infatti, questa misura investirà chi si è sempre comportato in modo onesto, poiché chi intenzionalmente evade e si comporta da free rider continuerà ugualmente a non pagare. Come se non bastasse, gli ultimi sei mesi sono stati scanditi da innumerevoli disservizi sulle linee metro e sulle linee pendolari, senza contare i casi, finiti agli onori della cronaca, di autisti impegnati a parlare al cellulare durante il tragitto o indaffarati a compilare cruciverba.

Si chiede quindi di puntare anche e soprattutto sulla lotta all’evasione, chiedendo anche un miglioramento di condizioni per i viaggiatori. Una risposta a queste istanze sembra essere giunta lunedì a Piazza del Popolo. Proprio le rivendite itineranti presentate dal duo Tosti – Aurigemma sono un altro dei nuovi provvedimenti per mettere in sicurezza il bilancio e incentivare la richiesta di ticket; esse dovrebbero infatti combattere la cosiddetta “evasione di necessità”, ovvero quei casi in cui l’utente è sprovvisto di biglietto poiché non è riuscito a reperirlo. Inoltre, all’interno dei bus, sarà presente un servizio di customer service e numeroso materiale riguardante informazioni sulla mobilità cittadina.  Molti esponenti del mondo politico hanno però contestato l’evento, bollandolo come una trovata per far dimenticare ai cittadini i sacrifici ai quali stanno per andare incontro e per oscurare le numerose problematiche che riguardano l’azienda:è sicuramente curioso il fatto che la comunicazione ufficiale dell’aumento del Bit sia stata data in risposta alla domanda di un giornalista ai margini di un evento che poco o nulla c’entrava con la questione; un’altro aspetto interessante è che al momento i due bus – biglietterie circoleranno solo lungo tragitti del centro cittadino, punti nei quali non è certo difficile reperire un ticket, considerando l’apertura di bar, edicole e tabacchi anche di Domenica e con orari piuttosto prolungati. Si dovrebbe quindi puntare sul passaggio delle rivendite all’interno di quartieri dove il problema è effettivo e, più in generale, sull’incremento del personale di controllo a bordo. Nei prossimi mesi, quindi, potremo valutare con dati certi se e quanto i provvedimenti adottati dall’Amministrazione saranno fruttuosi ai fini del riassestamento di bilancio. Soprattutto,  quanto il costo di  anni di politiche sconsiderate andrà a scaricarsi sugli utenti e i lavoratori, categorie estranee a qualsivoglia gioco di poltrone e incarichi.

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