Energy Harvesting: raccogliere energia grazie ai condensatori elettrolitici

Il condensatore polarizzato ha mostrato in molti contesti di utilizzo la sua importanza, ma oggi può assolvere a un ruolo ancora più importante: aiutare a ridurre i consumi energetici e a rispettare l’ambiente.

Nel mondo dei dispositivi 4.0, riuscire a coniugare rispetto per l’ambiente e tecnologie all’avanguardia è l’obiettivo di molti produttori, i quali cercano sempre più di soddisfare le richieste di consumatori attenti al futuro del pianeta e alla riduzione degli sprechi.

È qui che entrano in gioco la pratica dell’Energy Harvesting, ossia “dell’energia recuperata”, e dei condensatori elettrolitici.

Che cos’è l’Energy Harvesting e cosa c’entrano i condensatori elettrolitici

Con il termine “Energy Harvesting” si fa riferimento a quella pratica che permette di recuperare, conservare e riutilizzare l’energia prodotta da fonti alternative come quella solare e quella eolica.

In poche parole, attraverso l’utilizzo di particolari componenti, si evita la dispersione dell’energia naturale e la si accumula, anche inpiccolissime quantità, per utilizzarla nei più svariati ambiti applicativi e fornire corrente ai numerosi dispositivi tecnologici di cui facciamo sempre più uso nella nostra quotidianità.

Per riuscire a recuperare e riutilizzare l’energia naturale, è necessario sfruttare dei dispositivi di piccole o piccolissime dimensioni, ma elevate capacità di immagazzinamento, che riescano a raccogliere energia e a distribuirla ai circuiti elettrici entro i quali sono inseriti.

Questo, a ben guardare, è proprio quello che fa un classico condensatore polarizzato, di quelli già presenti in molti elettrodomestici e apparecchi elettrici e che ognuno di noi può acquistare online.

Naturalmente, per poter accumulare l’energia della natura e immetterla nei circuiti elettrici, tali componenti dovranno essere realizzati ad hoc, avere dimensioni estremamente contenute e consentire di sfruttare quantitativi di energia che si muoveranno sui milliwatt. Questo potrà avvenire solo associando questi supercondensatori a dei meccanismi elettrici a basso consumo energetico e dotati di sistema autoalimentante.

Ambiti di utilizzo dell’Energy Harvesting

Date le ridotte quantità di energia accumulabile, la pratica dell’Energy Harvesting potrà essere un’ottima risorsa per piccoli dispositivi smart e hi-tech, come orologi, cuffie bluetooth, ma anche smartphone e tablet.

Già oggi esistono semplici dispositivi, spesso in forma di prototipo, in grado di catturare i diversi tipi di energia e di immetterli nei circuiti elettrici. Tra i tanti vi sono ad esempio i tessuti che sfruttano i sistemi di Harvesting piezoelettrici per produrre elettricità a partire dai movimenti del corpo oppure i sistemi di Harvesting termico, basati sulla produzione di energia a partire da fonti di calore.

Non mancano poi gli studi e gli sviluppi di sistemi per sfruttare l’Harvesting fotovoltaico, ovvero quello che ricava energia dalla luce solare per alimentare immediatamente piccoli dispositivi portatili.

Tra i settori che potranno sfruttare maggiormente questi nuovi sistemi di accumulo energetico rientrano quelli dello IoT, ovvero dell’Internet of Things, e delle tecnologie indossabili, entrambi destinati a una grande crescita nei prossimi anni.

Conclusioni

Grazie all’utilizzo di speciali capacitori elettrolitici di ridotte dimensioni e dotati di capacità elevate, molti prodotti tecnologici di nuova generazione potranno, in un futuro certo non troppo lontano, sfruttare al massimo le numerose fonti di energia rinnovabile disponibili sul pianeta, da quella cinetica a quella solare.

Grazie all’Energy Harvesting, l’uomo di domani non dovrà rinunciare a utilizzare le tecnologie più moderne e sofisticate, in quanto rispetteranno al massimo l’ambiente e risulteranno sostenibili e a basso impatto.

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