Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di farmacologia traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche ha messo a punto, in uno studio preclinico, un trattamento di somministrazione intranasale della molecola NGF che potrebbe limitare le conseguenze dei traumi cerebrali, come l’insorgenza di disabilità motorie. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista British Journal of Pharmacology
L’Istituto di farmacologia traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ift) di Roma, ha sviluppato un trattamento innovativo basato sull’inoculazione della molecola Nerve Growth Factor (NGF) per via nasale, che potrebbe ridurre gli effetti dei traumi cerebrali ed evitare anche il manifestarsi di disabilità di tipo motorio.
La sperimentazione, i cui risultati sono pubblicati sul British Journal of Pharmacology, si inserisce in un contesto di cura nel quale è necessario agire con la massima tempestività: è noto, infatti, che in conseguenza di un trauma cerebrale (lesione primaria) si possono verificare in breve tempo una successione di eventi molecolari e biochimici tali da peggiorare ulteriormente il danno. “Sappiamo che queste lesioni possono attivare una serie di conseguenze a cascata quali ischemie (per un ridotto apporto di sangue), ipossie (per carenza di ossigeno) e neuroinfiammazioni, che acutizzano la gravità e aumentano l’estensione della lesione, con esiti spesso permanenti e invalidanti. Il nostro studio nasce quindi dalla necessità di prevenire, o limitare, alcuni di questi meccanismi che determinano l’insorgenza di danni secondari”, spiega Marzia Soligo del Cnr-Ift, autrice della ricerca.
Nello studio, i trattamenti hanno previsto la somministrazione di NGF umano su modelli murini e, a partire dal giorno seguente la fine del ciclo terapeutico, sono stati valutati l’insorgenza di sintomi di disabilità motoria e lo sviluppo di fenomeni di neuroinfiammazione.
La ricerca è stata sviluppata nell’ambito di un progetto di medicina traslazionale finanziato dal Ministero della Salute che, oltre ai ricercatori del Cnr-Ift Marzia Soligo e Luigi Manni, ha visto il coinvolgimento di ricercatori clinici della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, guidati dal professor Antonio Chiaretti.