Uno studio innovativo condotto dai ricercatori dell’IRCCS di Bologna e dell’Università del Salento ha individuato i principali marcatori metabolici associati alla recidiva del linfoma non-Hodgkin a cellule B nei pazienti sottoposti a terapia con cellule CD19.CAR-T.
Questa ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista “Haematologica”, apre nuove prospettive nella diagnosi precoce e nel trattamento personalizzato di questa patologia.
Nuovi biomarcatori per il linfoma B
Guidata dalla dott.ssa Serena de Matteis, con la supervisione della dott.ssa Francesca Bonifazi e del Prof. Massimiliano Bonafè (IRCCS Bologna), e dal Prof. Francesco Paolo Fanizzi, insieme alla Prof.ssa Federica De Castro e alla Prof.ssa Anna Maria Giudetti (Università del Salento), la ricerca ha beneficiato del supporto di fondi PNRR.
L’obiettivo dello studio è stato quello di analizzare le variazioni metaboliche nei pazienti con linfoma non-Hodgkin a cellule B recidivante o refrattario (r/r/B-NHL) trattati con terapia CAR-T. Attraverso un approccio basato sulla metabolomica, i ricercatori hanno individuato biomarcatori plasmatici capaci di predire la recidiva e anticipare gli esiti clinici.
L’Importanza della terapia CAR-T e le recidive
La terapia con cellule CAR-T, che include prodotti come tisa-cel e axi-cel, ha rivoluzionato il trattamento del B-NHL recidivante o refrattario, una malattia spesso difficile da gestire con le terapie convenzionali. Tuttavia, nonostante i successi ottenuti, alcuni pazienti presentano ricadute dopo il trattamento.
Grazie a questo studio, è stato possibile monitorare i cambiamenti metabolici nel primo mese dopo l’infusione, fornendo dati fondamentali per un approccio terapeutico personalizzato. L’identificazione di marcatori metabolici specifici ha permesso di correlare la recidiva con lo stato infiammatorio sistemico, offrendo nuove opportunità per interventi precoci e mirati.
Verso un monitoraggio personalizzato
L’integrazione dei biomarcatori metabolici nei protocolli di monitoraggio può migliorare significativamente la gestione clinica dei pazienti, consentendo agli oncologi di adattare le terapie in base ai profili metabolici individuali. Inoltre, considerando che la terapia CAR-T ha costi elevati, identificare in anticipo i pazienti a rischio di recidiva può ottimizzare l’uso delle risorse sanitarie e migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin a cellule B.
Questa ricerca rappresenta un importante passo avanti nell’oncologia clinica, con la prospettiva di rivoluzionare il trattamento dei linfomi B e di altre neoplasie attraverso cure sempre più mirate e personalizzate. L’integrazione della profilazione metabolomica nella pratica clinica potrebbe potenziare l’efficacia delle terapie, aumentando i tassi di sopravvivenza e offrendo una nuova speranza ai pazienti oncologici.