Nel viaggio verso il 2035, alcune tecnologie emergono come protagoniste assolute della trasformazione globale: dall’intelligenza artificiale super-avanzata al calcolo quantistico, dalle interfacce cervello-macchina ai robot polifunzionali, fino al mining spaziale.
Comprendere queste evoluzioni non è più un esercizio di futurologia, ma una necessità strategica per chi opera nel mondo industriale, scientifico e istituzionale.
L’onda della superintelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale ha già superato la fase sperimentale, ma la vera rivoluzione sarà la nascita della Artificial Superintelligence (ASI), un sistema in grado non solo di eguagliare l’uomo, ma di superarlo in autonomia cognitiva. Secondo le previsioni degli analisti, questa tecnologia potrebbe manifestarsi tra il 2030 e il 2035, aprendo scenari tanto promettenti quanto complessi.
Le opportunità sono immense: ottimizzazione delle supply chain, progettazione di nuovi materiali, modelli climatici più precisi, medicina predittiva. Ma le sfide non mancano: etica, governance e sicurezza diventano priorità. Il punto cruciale sarà capire se l’uomo saprà mantenere il controllo su sistemi capaci di auto-apprendimento e auto-miglioramento.
Calcolo quantistico: la potenza che cambia le regole
Il calcolo quantistico è destinato a rivoluzionare il concetto stesso di elaborazione dei dati. Entro il 2035, i computer quantistici potrebbero diventare parte integrante delle infrastrutture industriali e scientifiche, permettendo simulazioni e analisi oggi impossibili.
Questa tecnologia, basata sulla meccanica dei qubit, avrà impatti enormi su settori come finanza, logistica, sanità e manifattura. Le aziende potranno risolvere problemi di ottimizzazione complessi in pochi secondi, ma dovranno anche affrontare nuove vulnerabilità, come la necessità di adottare sistemi di sicurezza post-quantum per proteggere le informazioni sensibili.
Per l’Italia, investire in competenze quantistiche e collaborare con centri di ricerca europei sarà essenziale per non restare indietro in questa corsa.
Interfacce cervello-macchina: oltre il confine umano
Le Brain-Computer Interface (BCI) rappresentano un altro punto di svolta. Queste tecnologie consentono di connettere direttamente il cervello umano ai dispositivi digitali, permettendo di controllare macchine, protesi o ambienti solo con il pensiero.
Oltre agli ambiti clinici – come la riabilitazione di pazienti con disabilità motorie – le BCI aprono scenari anche industriali e consumer, rendendo possibile un’interazione uomo-macchina senza precedenti.
Tuttavia, restano questioni aperte legate alla privacy mentale e alla cosiddetta “libertà cognitiva”: chi controllerà i dati neurali? Come sarà tutelata la mente umana in un mondo connesso anche nel pensiero?
Robot polifunzionali: la nuova forza lavoro intelligente
I robot polifunzionali saranno protagonisti della nuova era industriale. Progettati per svolgere diversi compiti, adattarsi in tempo reale e collaborare con l’uomo, diventeranno parte integrante delle fabbriche del futuro.
La loro flessibilità permetterà di rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato e ridurre i costi operativi. Saranno macchine “universali”, capaci di passare dalla logistica al montaggio, fino alla manutenzione. Tuttavia, la loro diffusione pone interrogativi importanti sulla riduzione della forza lavoro umana e sulla necessità di nuove competenze per gestirli e mantenerli.
L’Italia, con la sua tradizione nella meccatronica e nella robotica, può giocare un ruolo da protagonista se saprà integrare formazione, ricerca e industria.
Mining spaziale: risorse oltre la Terra
Il mining spaziale – l’estrazione di risorse da corpi celesti come la Luna o gli asteroidi – non è più un sogno da romanzo di fantascienza. Entro il 2035 potrebbe diventare una realtà commerciale, grazie all’evoluzione di robot autonomi, stampa 3D con regolite lunare e veicoli spaziali riutilizzabili.
L’obiettivo è estrarre acqua, ossigeno, metalli e combustibili per sostenere le missioni spaziali o alimentare nuove economie dell’orbita. Anche se la redditività resta incerta, le tecnologie sviluppate per lo spazio avranno ricadute dirette sulla Terra, con applicazioni in settori come l’estrazione mineraria, la logistica remota e l’automazione estrema.
L’Italia tra opportunità e sfide
L’Italia vanta competenze avanzate in automazione, aerospazio e ricerca applicata, ma deve accelerare nella transizione tecnologica. La chiave sarà la formazione di nuove figure professionali, la creazione di ecosistemi di innovazione e il rafforzamento della collaborazione pubblico-privata.
La tecnologia, inoltre, non può essere disgiunta dalla sostenibilità: il futuro sarà competitivo solo se sarà anche etico, responsabile e rispettoso delle risorse.
Nel 2035 il mondo sarà radicalmente diverso
Le tecnologie oggi emergenti cambieranno il modo di lavorare, comunicare e persino pensare. Per l’Italia e per l’industria europea la sfida è chiara: non inseguire il futuro, ma costruirlo, trasformando il progresso tecnologico in progresso umano.


