Cancro al seno. Un test rivela chi può saltare la chemio dopo l’intervento chirurgico

Lo studio condotto dallo SWOG (Southwest Oncology Group*) è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine

Dai risultati di una ricerca, condotta dal Dr. Kevin Kalinsky, ricercatore SWOG e oncologo presso il Winship Cancer Institute della Emory University di Atlanta, un test genetico è in grado di identificare i pazienti anziani con cancro al seno che possono rinunciare alla chemioterapia dopo l’intervento chirurgico, anche se il cancro si è diffuso ai linfonodi vicini.

Infatti per anni le donne con cancro al seno, che si era diffuso ai linfonodi ascellari, sono state trattate con chemioterapia dopo l’intervento chirurgico, per ridurre il rischio di recidive. Tuttavia, i risultati di questa ricerca dimostrerebbero che la chemio post-operatoria potrebbe non essere necessaria per tutti i pazienti. Parliamo quindi di un vero e proprio cambiamento di paradigma nell’oncologia medica.

Lo studio è stato condotto in 632 ospedali sparsi su nove paesi e ha incluso più di 5.000 donne con cancro al seno HR+, HER2  che si era diffuso fino a tre linfonodi.
Il tumore tipo HR+, che è il più diffuso, contiene recettori ormonali che lo rendono sensibile agli estrogeni.  HER2, invece, è l’abbreviazione di “recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano”, che gioca un ruolo nella velocità di moltiplicazione delle cellule del cancro al seno. I tumori negativi per HER2 sono considerati meno aggressivi dei tumori HER2+.

Secondo gli autori dello studio, in circa un terzo delle pazienti con carcinoma mammario HR+, HER2 il cancro si è già diffuso ai linfonodi al momento della diagnosi. Queste donne hanno quindi un rischio maggiore di recidiva dopo il trattamento.

La domanda che cui sono posti i ricercatori è: ma hanno tutti bisogno della chemioterapia?  I tumori HR+/HER2 delle donne coinvolte nello studio sono stati testati per quantificare l’espressione genica di 21 geni nel tessuto tumorale per valutare il loro rischio di recidiva. Il test utilizzato è chiamato test multigene Oncotype DX.

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Lo studio

Su una scala da 0 a100 tutte le donne avevano probabilità di recidive geniche (RS): il valore 25, o inferiore, indicava un rischio di recidiva basso o intermedio. Dopo l’intervento chirurgico metà delle donne è stata sottoposta a chemioterapia seguita da terapia endocrina (ormonale), mentre l’altra metà ha ricevuto la sola terapia endocrina. Cinque anni dopo il trattamento, si è riscontrato che non c’erano differenze clinicamente rilevanti o statisticamente significative tra i due gruppi, né nei tassi di recidiva del cancro al seno, né in qualsiasi nuovo cancro primario invasivo.
Tuttavia, c’era una chiara differenza quando si concentravano solo su donne più giovani in premenopausa, che rappresentavano circa un terzo dei pazienti. In quel gruppo di donne, quelle che hanno ricevuto la chemioterapia più la terapia endocrina avevano una probabilità del 40% più alta di un nuovo tumore primario rispetto a quelle che avevano ricevuto la sola terapia endocrina.

Al contrario, secondo lo studio, la chemioterapia non ha fornito ulteriori benefici alle donne in postmenopausa. Nelle pazienti in premenopausa, i tassi di recidiva del cancro a cinque anni per le donne che hanno ricevuto la sola terapia endocrina sono stati dell’89%, rispetto al 93,9% per coloro che hanno ricevuto la chemioterapia e la terapia endocrina. Nei pazienti in postmenopausa, i tassi di recidiva a cinque anni erano del 91,9%, rispetto al 91,3%: una differenza che non era statisticamente significativa, hanno affermato i ricercatori.

La scoperta che le donne in postmenopausa con una certa diffusione del cancro ai loro linfonodi e un basso punteggio di rischio basato sui geni possono saltare la chemioterapia post-chirurgica è una buona notizia, ha precisato Kevin Kalinsky.
“Ciò farà risparmiare a decine di migliaia di donne il tempo, le spese e gli effetti collaterali potenzialmente dannosi che possono essere associati alla chemioterapia”, ha ribadito l’oncologo.

In sintesi, sulla base dei risultati di questo studio, un numero significativo di donne in postmenopausa con carcinoma mammario positivo per il recettore ormonale e coinvolgimento linfonodale possono essere risparmiate dalla chemioterapia utilizzando il test multigene Oncotype DX. Questo è un importante passo avanti per personalizzare la cura del cancro al seno utilizzando saggi molecolari per definire meglio la prognosi e prevedere il potenziale beneficio di terapie specifiche nei singoli pazienti.


*organizzazione supportata dal National Cancer Institute che conduce studi clinici sui tumori degli adulti. Composto da oltre 4.000 ricercatori oncologici in oltre 650 istituti negli Stati Uniti e in Canada, è uno dei più grandi gruppi cooperativi della sperimentazione clinica

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