Non solo Coaching: i sogni dei giovanissimi non vanno infranti!

Sui giovani dobbiamo riporre le nostre speranze, il mondo non cambia in un giorno e accompagnarli nello sviluppo delle loro capacità significa puntare alla vera innovazione sociale, culturale ed economica. 

Da qualunque angolo guardo questa questione mi è difficile distaccarmi dai due ruoli con cui ho vissuto e vivo l’argomento: da figlia circa 35 anni fa da Mamma oggi. 

La vita dei giovani adolescenti non è mai stata facile, un periodo di transizione fatto di trambusto emotivo e di ricerca della propria identità. Ma su questo periodo storico si concentrano le mie riflessioni di oggi.

I giovanissimi, pieni di sogni e aspettative, spesso sono sollecitati e limitati nella loro espressione libera da questa società, rappresentata da un mondo in corsa e pieno di messaggi di sfiducia. Basta osservarli mentre guardano il telegiornale, e vedi negli occhi di quelli più riflessivi passare il pensiero di cosa ne sarà di me in questa società che non dà speranze sulla ricerca del lavoro, in cui i fatti di cronaca spaventano anche i più solari di loro, gli episodi di bullismo imperano, essere parte del branco è l’unica possibilità di emergere. 

Insomma viviamo nel mondo del bicchiere mezzo pieno, o quasi tutto vuoto.

Ecco la prima cosa che mi viene da dire a loro è il messaggio contenuto in questa bella storia, sentita proprio qualche giorno fa da un collega: il bicchiere non è mezzo pieno, ma tutto pieno, metà di acqua e metà di aria e basta un sorso per dissetarsi.

Giovani cari, allenatevi a osservare quella pienezza del bicchiere e concentrarvi sul quel sorso di acqua che vi farà sopravvivere, ma andiamo ora al nocciolo della questione.

Il periodo dell’adolescenza, se da una parte è il periodo dei sogni, dall’altra parte è il periodo delle prime delusioni importanti. Da queste nasce un senso di sfiducia nei confronti di quello che sarà. Mentre le difficoltà sono parte naturale di ogni fase della vita, la demoralizzazione non dovrebbe essere parte di questa età! Non è giusto! Ma nemmeno di nessuna altre fase. 

Socializzare fuori dalla famiglia, ecco il primo ambito importante per questa fase. Con chi? Innanzitutto con i compagni di classe, con i professori. Se ci pensiamo bene è con loro che passano la maggior parte del tempo. Concentriamoci sul primo gruppo sociale.

Ma qui nascono le prime difficoltà che spesso se non affrontate nel giusto modo portano alle delusioni dei giovanissimi, che forgiano il carattere verso la sfiducia su loro stessi e su gli altri che ruotano nella loro vita. 

Fare amicizia, non è più semplice non è più scontato, e rischia di essere solo una questione di omologarsi al gruppo, senza possibilità di scegliere, e poi se il gruppo non ti vede omologato non farà nulla per accoglierti ed aiutarti ad inserirti. 

Ecco ai più timidi, per esempio, a quelli che non si sentono accolti nel gruppo, dico mantenete la vostra identità, forse non si tratta di timidezza, ma solo che forse non vi piace quello che osservate nel gruppo, vorreste sentirvi accettati per quello che siete, quando sarete giovani donne e giovani uomini farete la differenza.

Ai meno alti, spesso presi in giro, dico puntate a salire sulla vostra montagna più alta, da li osserverete il panorama da un’altra prospettiva. 

Cosa posso dire ai giovani del gruppo, sicuramente non è nemmeno colpa vostra, se ad oggi vi omologate e non vi aprite alla diversità, questa società forse non ha saputo passarvi valori solidi come l’amicizia, l’amore, l’accoglienza, saper scegliere, fare la differenza. Pensate però che chi ha questi valori, da grandi li userà per avere successo nella vita, per costruire buone relazioni ma soprattutto vere anche nel lavoro (nasce dalla capacità di saper scegliere le amicizie utili e sane), sviluppare la passione per qualcosa che porterete avanti nella vita e il volersi bene (amore verso sè stessi), l’empatia (una caratteristica nella vita che serve a comprendere il contesto emozionale in cui ci muoviamo utilissima in tutti gli ambiti). Ecco sull’empatia, chiedete ai vostri genitori e ai vostri insegnanti cos’è. Siete in tempo per sceglierli! 

“ll male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. Non ha importanza che siano religiosi oppure laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte.” Rita Levi Montalcini

Nel branco ci sente più forti, più protetti, riconosciuti. Ma le battaglie della Vita, quelle vere e importanti si combattono da soli e in sinergia con poche care persone che scelgono di starci accanto. Chi ha dei valori che non lo omologano al resto del gruppo, vincerà la guerra e non solo la battaglia dell’adolescenza. 

Ma allora oggi come passare una bella adolescenza? Ricordatevi di osservare al bicchiere pieno, metà di acqua e metà di aria. Pensate ora ad una bottiglia più grande, dove riversare quel piccolo sorso di ogni bicchiere, di ognuno che come voi non sceglie di omologarsi, già se provate ad osservare intorno a voi, riempirete la bottiglia in un attimo, poi se osservate nel mondo intero scoprirete di riempire milioni di bottiglie. La vera scoperta è che non siete soli, siete un esercito di giovani, che si sentono non riconosciuti da altri piccoli gruppi. Siete l’elemento differente, del mondo. Potrete un giorno essere Rita Levi Montalcini, il Gandhi, Luther King, Steve Jobs (un brutto carattere, ma è sempre andato avanti per la sua strada), Montalbano (amo questo personaggio), sarete Alice nel paese delle meraviglie, sarete quel piccolo dettaglio che rende il mondo migliore. La mia speranza, il mio sogno divenuto realtà.

Sulle difficoltà, ricordate una cosa, quando avete imparato a camminare lo avete fatto da soli, quando siete caduti e poi vi siete rialzati, lo avete fatto spesso da soli, quando avete scelto la vostra prima amicizia, non guardavate al branco, ma avete scelto chi avete sentito più vicini. Ora cosa può esserci di diverso? E’ solo il modo in cui avete imparato ad osservare la questione che è cambiato. 

Ma se pensate alle difficoltà e la delusione delle prime cadute, farete fatica a ricordarle o pensare cosa avete provato in quel momento è già dimenticato. Cosi fra 20 anni, o forse anche prima, non ricorderete affatto la prima interrogazione andata male, poiché sarà stato solo un piccolo passaggio della vostra vita, cosi come la prima caduta muovendo i primi passi.

Concentratevi sulla ricerca delle vostre passioni, non sulle difficoltà che incontrerete, la passione vi farà superare ogni ostacolo con maggiore energia, non scegliete le passioni altrui non vi appartengono!

Ho studiato per fare l’ingegnere, da questo percorso ho appreso competenze tecniche, ma dalla strada ho appreso come sviluppare capacità utili in tutti gli ambiti della Vita professionale e personale. Dagli errori e dalle delusioni, ho fatto crescere il coraggio, quello che non hai come dote innata, ma che sviluppi piano piano. Non sono un ingegnere, sono io, sono sempre quella bambina con sogni a volte infranti, che ha imparato nel tempo, tra gioie e dolori, realizzarne alcuni, senza omologarmi in nessuno stereotipo nè di sogno nè di gruppo, che mi si è proposto nella vita. 

Ai professori dedico questo pensiero di Bill Gates, invitandoli a tenerlo a mente, per sollecitare le sviluppo delle capacità personali, non solo delle competenze tecniche. 

“All’Università non ho passato alcuni esami in diverse occasioni. I miei amici invece si. Ora loro sono ingegneri e lavorano alla Microsoft. Io ne sono proprietario.” Bill Gates

Ai genitori lancio la sfida di accompagnare i figli ad accettarsi e a fare la differenza non l’indifferenza.” (citazione dal web)

A tutti quanti 35 anni fa hanno contribuito alle mie piccole delusioni dico grazie perché “Se non fossi nato pulcino nero una covata di gialli, mi ci sari tinto”. (dal Web cit. – Damiano T.)

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