Dauegu. Prima medaglia per l’Italia con la Di Martino

DAEGU (COREA SUD) – Domani cala il sipario a Daegu sulla 13/a edizione dei Campionati del mondo di atletica leggera. Otto gli italiani impegnati nell’ultima giornata della rassegna iridata, a partire da Ruggero Pertile, al via nella maratona alle 2 di stanotte (ora italiana). L’azzurro – nel 2010 quarto agli Europei di Barcellona – andrà a caccia di un buon piazzamento nel difficile confronto con i forti atleti dei Paesi africani.

Ad aprire la sessione pomeridiana (ore 11.15 in Italia) sarà, invece, la martellista Silvia Salis, un anno fa settima a livello continentale e approdata in finale con la decima misura delle qualificazioni (69,82). Alle 12:16 scatta l’ora della staffetta 4×100 maschile. Il quartetto azzurro (probabile formazione: Michael Tumi-Simone Collio- Emanuele Di Gregorio-Fabio Cerutti) è per metà quello che a Barcellona aveva conquistato l’argento europeo e riscritto il record italiano (38«17). All’Italia è toccata l’ottava corsia della terza batteria, dove correranno anche le formazioni di Gran Bretagna, Polonia e Canada. Vanno in finale (ore 14 italiane) le prime due di ciascuna batteria e i migliori due crono di recupero. Finale mondiale, alle 12.05, anche per il triplista Fabrizio Donato, vicecampione europeo indoor e primatista nazionale assoluto, reduce dalla qualificazione strappata con tenacia all’ultimo salto (m 16,88). Nei 5000, infine, torna per la terza volta in pista a Daegu, dopo una batteria intraprendente e il 12/o posto nei 10000, il bronzo continentale Daniele Meucci. Si assegnano domani anche i titoli femminili di 800 metri e 4×100.

È arrivata alla penultima giornata la prima medaglia italiana, conquistata da Antonietta Di Martino poco prima che Usain Bolt si riappropriasse di Mondiale e pubblico stravincendo i 200 metri. La gara dell’italiana è cominciata bene: fino ai 2 metri non ha sbagliato neanche un salto, poi tre tentativi per arrivare al doppio metro. Un pò di problemi alle gambe come lei stesso ha ammesso, la fatica di una gara affrontata senza la giusta preparazione, hanno fatto il resto, ricompensando con il bronzo dal valore di un oro, una annata difficile per l’atleta di Cava dè Tirreni. A prendersi ll’oro è stata la russa Anna Chicherova, che ha saltato 2,03 senza errori, lasciandosi dietro la croata Blanka Vlasic con la stessa misura ma un salto in più. La russa ha la migliore prestazione dell’anno con 2.07, ma si è allenata poco per la gravidanza. La Vlasic, più vamp che atleta oggi, ha avuto un problema alla gamba sinistra e ha deciso di venire ai mondiali solo pochi giorni fa.

 

Unica contenta del risultato tra le tre è stata l’azzurra, che si è detta soddisfatta. Si sono date tutte appuntamento tra un anno per i Giochi di Londra. Non c’è stata storia nei 200 metri. Usain Bolt doveva riprendersi il proscenio perso a causa della falsa partenza di domenica sui 100 metri, e lo ha fatto. La sua è stata la più lenta partenza della finale, ma subito dopo la curva, dove era in leggero vantaggio su Walter Dix, già argento sui 100, il giamaicano stringendo i denti è tornato a volare sulle punte facendo registrare il quarto miglior tempo di sempre, 19«40. Dix è arrivato secondo (»due volte secondo ora, due volte terzo a Berlino, la prossima volta sarò primo« ha detto) a 30 centesimi con il campione europeo Christophe Lemaitre terzo con 19»80. Il francese ha conquistato il record nazionale ed è diventato il secondo più veloce europeo nella specialità dietro Pietro Mennea, il cui record del 1979 a Città del Messico è messo in serio dubbio da questo ragazzone francese che oggi ha corso a 8 centesimi dal record del fenomeno di Barletta. «Sapevo che sarebbe stato difficile – ha detto Lemaitre – Bolt e Dix erano molto veloci in curva. ma man mano che andavo avanti sapevo che potevo farcela». Dietro di loro, il norvegese Jaysuma Saidy Ndure che con 19’95 è stato il quarto finalista sotto i 20«. Ha corso anche contro la sfortuna Sally Pearson, l’autsrliana vincitrice dell’oro nei 100 ostacoli a ritmo di record oceanico con 12»28. La Pearson, quinta a Berlino e seconda alle Olimpiade di Pechino ma favorita a Daegu, era in copertina sul programma giornaliero, come gli altri campioni che nei giorni scorsi erano stati sconfitti o squalificati.

 

Non deve essere stata molto contenta visto che dopo aver tagliato il traguardo ancor prima di prendere la bandiera australiana, ha preso una copia del programma e l’ha scaraventata a terra. Dietro di lei a pari merito le due americano Danielle Carruthers e Dawn Harper con 12«47. Dopo due quarti posti negli ultimi due mondiali, il keniano campione olimpico Asbel Kiprop (3’35»69) ha vinto l’oro mondiale battendo allo sprint il connazionale Silas Kiplagat (3’35«92), con Mattew Centrowitz, americano, terzo con 3’36»08. Tutti e tre hanno 22 anni. Con il successo di Kiprop, è la dodicesima volta consecutiva che un atleta africano vince la gara dei 1500 dopo che nel Mondiale di Helsinki 1983 l’inglese Cram conquistò l’oro. Nel giavellotto vittoria del tedesco Matthias De Zordo che ha lanciato 86,27 metri, secondo il pluridecorato norvegese Andreas Thorkildsen (84,78) e terzo il cubano Guillermo Martinez (84,30). Le atlete degli Stati Uniti si sono invece aggiudicate la 4×400 femminile con il tempo di 3’18«09, seguite dalla Giamaica che con 3’18»71 ha fatto il record nazionale e dalla Russia (3’19«36). Domani nella giornata conclusiva di Daegu 2011 due azzurri saranno impegnati nelle rispettive finali: Silvia Salis nel lancio del martello e Fabio Donato nel triplo, mentre la 4×100 maschile tenterà l’accesso alla finale. Nella maratona, che si corre quando in Italia sarà ancora notte, Ruggiero Pertile andrà a caccia di un piazzamento onorevole

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