Calcio. Ultima giornata nell’indifferenza generale. Si parla di mondiale o di mercato

Scende l’oblio….

Che il campionato, con la disputa dell’ultima giornata, si avvii alla sua naturale conclusione, fra l’indifferenza generale,  lo si comprende da tante motivazioni: scudetto e retrocessioni già decise, posti nella Champions già assegnati con un piccola appendice solo per la terza posizione in Europa League per la quale sono rimasti in gioco, soprattutto,  Torino e Parma, argomenti calcistici  già rivolti  all’imminenza del mondiale brasiliano oppure già al mercato estivo. 

I bollori, le polemiche, i rigori non visti e quelli fasulli,  con tutti gli annessi e connessi, sono, ormai, nel dimenticatoio come pure stanno  progressivamente finendo nell’oblio i fattacci della coppa Italia, a seguito del rinvio al dopo elezioni proclamato da Renzi ed Alfano sui provvedimenti da prendere, in materia di violenza calcistica.  

Quattro esordi arbitrali

In pratica,  della trentottesima giornata nessuno ne parla, quasi come se non esistesse o che si fosse già disputata e, in questo clima di assoluta indifferenza, l’unica ad inserirsi, con una prova tangibile che il turno verrà giocato, è l’Aia,  attraverso il settimanale comunicato  delle designazioni, nel quale troviamo  ben quattro arbitri esordienti nella massima serie che si cimenteranno, ovviamente, in incontri  privi di valenza di classifica,  quindi tranquilli e, si spera, non soggetti a polemiche e rivendicazioni.  

E, allora, che siano almeno i loro nomi a fare notizia nelle cronache calcistiche:  Aureliano di Bologna,  Manganiello di Pinerolo (To), Maresca di Napoli, e  Saia di Palermo.  Tutti e quattro avevano esordito in B in questo campionato ed evidentemente sono stati giudicati subito all’altezza della situazione per assaporare  aria di serie A che, per loro, equivale ad una conferma nei ranghi della seconda  serie per il torneo 2014/2015, con la segreta speranza del  trasferimento definitivo nei massimi organici della Can A in un futuro prossimo.  

Aria nuova all’Aia?

Al di là del ricorso alla moviola, quanto ci sia bisogno di un ricambio generazionale nel settore arbitrale lo sanno tutti, tutti lo invocano,  però, puntualmente, ad ogni finire di campionato, nella revisione dei quadri, solo dalla serie B in giù si assiste ad una progressiva apocalisse di ricambi mentre per la  A, le uscite si limitano, in media,  a non oltre un paio. Perché devono essere sempre due a lasciare e mai quattro, sei o otto, nonostante le evidenti carenze manifestate  da più fischietti nel corso del campionato ?  Per questa tornata, già da qualche mese si parla di pensionare Bergonzi e De Marco, essendo stata tolta a loro, a gennaio, l’etichetta di internazionali. Siamo proprio certi che solo questi sono i bisognosi di messa a riposo ?  Di arbitri “sfatti” ce ne sarebbero almeno altri quattro o cinque, ma si troverà, finalmente, il coraggio di depennarli ?  Da tenere presente che  lo stesso Braschi, dopo otto stagioni, in base alle norma Aia,  lascerà la carica di designatore  e, per il prossimo campionato, si spera che vengano adottati differenti criteri di valutazione delle prestazioni dei direttori di gara, premiando i meritevoli ed evitando di far uscire la domenica seguente i pasticcioni della domenica prima, neppure come assistenti di linea com’é successo finora. 

Ancora anticipi e posticipi?  

Neppure all’ultima giornata avremo modo di vedere tutte le partite giocate lo stesso giorno e alla stessa ora, perché una si anticipa sabato sera, solo tre  si giocheranno, canonicamente,  domenica pomeriggio, le rimanenti alla sera;  gli interessi televisivi resistono fino all’ultimo e anche stavolta ci viene offerto un triplice spezzatino.

Juve (e Conte ?) addio col Cagliari

I campioni d’Italia chiudono il campionato e il vittorioso triennio con il Cagliari, probabilmente con qualche coreografia in più ma anche con l’ansia non tanto della partita, quanto dell’interrogativo su Antonio Conte per il quale apparirebbe scontato  l’addio. Il condizionale in questi casi è sempre d’obbligo ma, dopo l’ultima affermazione di Agnelli (“in una società tutti importanti e nessuno indispensabile”) appare un pò scricchiolante…. 

Per la Juventus la vittoria col Cagliari viene,  comunque,  ritenuta importante perché consentirebbe di scavalcare quota 100 punti, aggiungendo un ennesimo record ai tanti già superati. 

Europa League: Fiorentina, Inter e…..?

L’ultima casella ancora da incastonare riguarda il sesto posto che equivale alla terza partecipante all’Europa League, anche se con i preliminari, insieme a Fiorentina e Inter.  Dando per scontato che il Parma, ospitando in casa propria il retrocesso Livorno, conquisterà i tre punti per continuare a sperare,  al Torino, avanti di un punto,  non rimane che fare altrettanto al Franchi di Firenze e non sarà cosa facile visto che dovrà fare a meno di Immobile; solo vincendo i granata sarebbero matematicamente sicuri mentre qualsiasi altro risultato, pareggio compreso, potrebbe compromettere la loro entrata in Europa.   

Per la verità, ci sarebbero anche Milan e Verona, che i numeri ancora non considerano fuori,  ma per loro dovrebbero verificarsi contestualmente due sconfitte di Torino e Parma  oltre alle loro vittorie per avere qualche chance.  

Le altre big

La Roma conclude la sua splendida cavalcata a  Genova contro il grifone rossoblù mentre il Napoli ospita il Verona in un incontro che si prevede scoppiettante, non solo per i mortaretti dei tifosi partenopei, quanto per i due attacchi che si confronteranno.  

Le due milanesi affronteranno due avversarie appena uscite dalle spire della retrocessione: l’Inter, al Bentegodi, il Chievo, il Milan, a s. Siro, il Sassuolo; per entrambe appare doveroso almeno chiudere bene  un campionato che, per certi versi, non è che abbia soddisfatto la tifoseria, in particolare quella milanista.   

Milan:  un quindicenne come specchietto per le allodole 

Il Milan in settimana è balzato agli onori delle cronache per aver aggregato alla prima squadra il giovanissimo (15 anni e 11 mesi)  Hachim  Mastour, di origini marocchine ma nato a Reggio Emilia e destinato, molto probabilmente, a esordire in serie A domenica sera. Questa geniale trovata, in casa milanista, appare,  più che altro, come lo zuccherino consolatore al pianto dei tifosi dopo le prolungate sofferenze e umiliazioni subite nel corso di un campionato solo da dimenticare.

Il giovanottino, calcisticamente, da quanto esposto sui network,  sembrerebbe veramente un piccolo, imberbe, fenomeno, da come dà del tu al pallone, mentre, affaristicamente,  batte tutti con un contratto di sponsorizzazione con la Nike di ben 10 anni. 

E, allora, deve aver pensato Galliani, mettiamolo in mostra, così, dopo essere andati fuori, miseramente, dalla Champions, dalla coppa Italia, ed essere  stati costantemente lontani dalla vetta del campionato e dalla zona Europa League, rimediando delusioni pure con squadre che poi sono retrocesse, almeno, per tutta l’estate Mastour costituirà l’argomento su cui deviare le delusioni e gli interessi di tutti, tifosi e mass media.  In casa e nelle società di Berlusconi, l’importante è tenere alta l’audience e quale migliore occasione di un quindicenne che approda in A con la maglia rossonera ?  Lo si paragonerà a Rivera  come giovane esordiente e a Messi per i suoi piedi fatati, si dirà che è il primo acquisto, che il Milan punta sui giovani ecc. ecc. 

I tifosi gongoleranno e le recenti amarezze saranno subito dimenticate; per ora nessuno si chiede come reagirà l’adolescente promessa di fronte a tutto questo baccano pubblicitario; speriamo bene, altrimenti, per lui,  sarebbe il primo grande flop, mentre, per il Milan attuale,  solo l’ennesimo. 

             

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