Juve record fino all’ultimo: 102 punti. Torino, chiusura in lacrime

 

Incontentabile Juve

Anche all’ultima giornata, quando i giochi erano fatti da tempo, la Juventus stravince, e fin qui siamo alle solite, tutto nella norma,  ma, soprattutto,  accantona altri record, fra cui 102 punti, limite mai raggiunto nei campionati nostrani (superato solo in Scozia dal Celtic con 103 nel 2002), e con ben 33 vittorie su 39 partite di cui 19 su 19 in casa. 

Questi, se assommati ad altri record frantumati strada facendo,  sono numeri incredibili, pazzeschi,  che rendono perfettamente l’idea della meravigliosa “passeggiata” bianconera che, non va dimenticato, è la terza consecutiva da trionfatrice. 

Problema Conte   

Assolto anche l’ultimo compito, mentre i protagonisti bianconeri raggiungeranno le nazionali di rispettiva competenza per i mondiali brasiliani oppure, quelli meno fortunati, potranno andarsene in vacanza col portafoglio traboccante di premi per i risultati raggiunti, ecco, subito,  un problema da risolvere: la permanenza di Antonio Conte. Ormai da qualche settimana, l’allenatore salentino, attraverso vari messaggi diretti e trasversali, ha fatto capire che il suo ciclo potrebbe essere concluso, talvolta,  utilizzando anche toni che non sono affatto piaciuti in società.                                                                    

La scadenza del contratto di Conte  è giugno del 2015, quindi, almeno legalmente, il vincolo lo obbligherebbe a cominciare a preparare la stagione prossima senza battere ciglio ma, nel mondo del calcio, si sa, i contratti valgono solo quando e fin quando fanno comodo ad entrambe le parti, perché,  nel momento in cui una delle due  scopre nuovi interessi, allora, nella maggior parte dei casi, si perviene allo scioglimento consensuale, previo  rinunce o esborsi economici, e ognuno va per la sua strada.  In settimana,  la situazione Conte-Juve dovrebbe chiarirsi e si vedrà fino a che punto le generali manifestazioni d’affetto manifestate nei suoi confronti dalla fedele tifoseria avranno sortito l’effetto sperato per proseguire sulla panchina  bianconera verso nuovi traguardi.  

Europa League: arriva  il Parma   

L’unico dubbio ancora da chiarire,  prima che calasse il sipario, era quello della terza squadra partecipante all’Europa League e, alla fine, l’ha spuntata il Parma.  Il Torino, la più avanti di tutte, non è riuscito a vincere a Firenze, dove la favolosa opportunità gli era stata offerta su di  un piatto non d’argento ma d’oro platinato, attraverso un provvidenziale rigore assegnato ad una manciata di secondi dalla fine del recupero e sprecato da Cerci, proprio l’uomo decisivo in tante altre partite, che è rientrato negli spogliatoi, vittima di un pianto sconsolato.   Se il rigore non fosse stato parato e, quindi, il Torino, avesse vinto, quante positive conseguenze ci sarebbero state: il giusto riconoscimento di un campionato condotto a ridosso delle prime, nonostante le diverse ingiustizie arbitrali, il ritorno in Europa anche per la seconda squadra di Torino con relativi benefici economici, fissi per i diritti televisivi e  variabili in funzione dei risultati…..

Fiorentina-Torino è stata proprio una bella partita, ancorché bagnata da lacrime,  combattuta su ambo i fronti e con la piacevole sorpresa del ritorno al gol di Pepito Rossi, di buon auspicio per Prandelli che ha dichiarato di voler puntare molto su di lui. 

Donadoni  ringrazia  Amauri   

Come da previsioni, il Parma supera il Livorno con una doppietta del redivivo Amauri e scavalca il Torino per il sesto posto. 

Si riaffaccia, così,   su palcoscenici di lusso un ottimo Parma, ricordando gli antichi splendori dell’era di Calisto Tanzi, quando, anche in campo calcistico si folleggiava negli acquisti, alla stessa maniera di quanto succedeva nelle “false” vendite della Parmalat  che portavano in bilancio ricavi fasulli, pagati , poi, a caro prezzo da migliaia di investitori…. 

Oggi il Parma è in mano a Tommaso Ghirardi che, pur essendo bresciano di nascita e residenza, è molto benvoluto dalla tifoseria locale, oltre che apprezzato  dirigente in ambito Lega, tutt’altra stoffa rispetto a  Tanzi, e i risultati, senza manie di grandezza,  si sono visti con una rosa che ha avuto ben  nove giocatori convocati  in nazionali estere.   Una volta conclusi i festeggiamenti, ci potrebbe essere l’addio a Donadoni richiamato dalle sirene milaniste. 

Milan, tanto rumore per nulla   

In settimana, in casa milanista  si era parlato,  a lungo, del possibile esordio di Mastour, giovanissimo asso (quasi sedicenne),  ma il ragazzo non è andato oltre la panchina; però,  l’esplosione mediatica c’é stata, in piena linea dello stile Berlusconi.  Ma i tifosi aspettavano ben altro da una società che, dopo sedici anni consecutivi, sarà fuori da ogni competizione europea e   dovrà accontentarsi, per il 2014-15, oltre che del campionato della coppa Italia. 

Non è servito a nulla battere, risicatamente, il Sassuolo, perché i risultati provenienti dalle concorrenti non hanno consentito al Milan di agganciarsi al tram Europa ed ora non rimane che  portar via le ingombranti macerie di un crollo prima ancora che calcistico, societario. Fra le decisioni da prendere la conferma di Seedorf, ancora e più che mai in balia degli umori berlusconiani, con la speranza che, anche per lui, non si crei un’altra telenovela estiva come fu per Allegri, prima recuperato dopo indicibili sofferenze,  e poi, scaricato, a frittata fatta. 

Beffa consolatrice, per i rossoneri, oggi si inaugura la nuova faraonica sede, Casa Milan, con le previste presenze di vecchie glorie tipo Van Basten, Gullit, Baresi, Maldini, Donadoni, Shevchenko ecc. i trionfi del passato si contrappongo alla mediocrità presente e alle scarse prospettive future.                           

Esplosione Napoli, figuraccia Roma. 

Chiusura diametralmente opposta delle principali inseguitrici juventine.  La Roma, priva di diversi titolari nazionali, lasciati appositamente a riposo da Garcia, perde di misura in casa del Genoa, rimediando la terza sconfitta consecutiva e salutando la tifoseria in maniera poco consona rispetto a quanto aveva brillantemente fatto vedere per mesi.  Epilogo molto deludente per i giallorossi.

Di tutt’altro avviso il Napoli, anch’esso, rabberciato al massimo, ma con tanta voglia di ben figurare, al punto tale che ha seppellito  di gol (5-1) un Verona, in frettolosa voglia di chiudere un torneo che, a tratti l’aveva visto buon protagonista, rispetto alle ambizioni iniziali.   

Inter e Lazio, chiusura in sordina

Anche se perde in casa del Chievo, per l’Inter, secondo Mazzarri, si è trattato di un anno da giudicare in positivo, visti i diversi cambiamenti societari: contento lui ….ma i tifosi non sono dello stesso parere.  Intanto si sono accomiatati Zanetti, Milito, Burdisso e Samuel , quattro pilastri del triplete mourinhiano.  

Di nessuna utilità,  la striminzita vittoria della Lazio sul retrocesso Bologna, conseguita in uno stadio pressoché deserto. Lotito e Reja avranno qualche mese di tempo per ricostruire un undici che possa risvegliare gli entusiasmi perché ripartire da dove si è faticosamente arrivati,  senza adeguati  cambiamenti, sarebbe un pessimo preludio al nuovo campionato. 

Cannonieri di oggi e di sempre   

Ciro Immobile,  24 anni, contro ogni previsione iniziale, ha vinto la classifica di capocannoniere del campionato 2013-14 con 22 reti (senza neppure un rigore), superando gente dai nomi altisonanti quali  Toni, Tevez, Higuain, Llorente ecc. 

Se uno che, già due anni fa, aveva vinto lo stesso titolo in serie B nella storica promozione del  Pescara di Zeman, vuol dire che è proprio un cavallo di razza, italiana per giunta,  e questo deve far doppiamente piacere.  Della stessa origine, napoletana, c’è anche quella vecchia volpe di Totò Di Natale che, a 36 anni,  ha chiuso con una tripletta la sua ennesima favolosa stagione all’Udinese con 17 gol: in questo caso ci si meraviglia solo perché per certi personaggi il tempo sembra non passare mai.  Lo stesso dicasi per Luca Toni, 37 anni,  secondo con 20 gol, rinato,  dopo qualche anno di stasi.  

Una buona notizia

Fra tante violenze e tristezze che questo campionato ci ha regalato, nel chiuderlo, vogliamo mettere  nel giusto rilievo una notizia proveniente da Napoli-Verona, partita alla quale hanno assistito ben diecimila bambini, tifosi festanti è gioiosi, con lo stadio a loro disposizione. Con una simile tifoseria , ovviamente, tutto è filato liscio, grazie anche alle due squadre, in particolare a quella di casa,  che ha consentito ai monelli azzurri di tornare a casa con uno zaino ideale pieno di palloni, quelli che la loro squadra del cuore aveva messo dentro la rete avversaria. Forse proprio per loro.      

 

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