Maratona. Max Monteforte, runner: è la testa che fa la differenza e lì non esiste doping

ROMA – Massimialinao Montefrote, una vita per lo sport, da atleta, allenatore, educatore e tanto altro, tanti progetti, tanti allenamenti. Molto sensibile alle persone, ai bambini, persone disagiate. Lo conosco da un po di anni ed è nata una sorta di collaborazione di intenti per il benessere nello sport, per la sensibilizzazione alla lotta al doping. Disponibilissimo a rispondere ad un questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance (Il punto di vista dei comuni sportivi e dei campioni, quali sono gli aspetti che incidono sul benessere e quali sulla performance).

Max è anche un organizzatore di gare e tra l’altro gestisce il settore Top Atleti della Maratona di Roma da ormai oltre un decennio.

Racconta le sue impressioni, le sue sensazioni, la sua vita per lo sport.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “Si in alcuni casi mi sono sentito un campione, non tanto per quello che avevo fatto ma per quello che i miei piccoli risultati mi permettevano di sognare.”

Quando sei ragazzo, hai una passione, allora è il momento di sognare, ci sono delle opportunità, dei treni da prendere al volo, com’è stato quello di entrare a far parte di un Gruppo Sportivo Militare,

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Fare della propria vita quello che si desidera è la cosa più importante. Essere impegnato tutti i giorni della propria vita verso obiettivi futuri mi ha fatto vivere il mio presente con maggiore spensieratezza.”

E’ riuscito Max a coltivare la sua passione, a farne un lavoro a dedicarsi allo sport. 

Come hai scelto il tuo sport? “Per caso. Quando mio zio mi disse se volevo provare a correre, dissi subito di si!”

Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano? “Tanti infortuni, che nel mio caso specifico hanno limitato molto la mia carriera sportiva.”

Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Nulla di particolare, la più naturale possibile.”

Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Se oggi a 42 anni ho mollato un po’ è solo legato alle tante ore di lavoro che mi tengono impegnato con il mio lavoro, sempre in ambito sportivo. Continuo però a praticare perché in tutta sincerità non ne posso fare a meno e mi piace portare il mio corpo al limite.”

Se fai dello sport una passione non molli facilmente, puoi rimodulare gli obiettivi, ma si continua ad essere atleta o comunque a restare nell’ambito dello sport.

Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Sicuramente i miei genitori.”

Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Senza entrare nella gara specifica direi la gara dove ho dato oltre le mie reali aspettative. Dove nessuno avrebbe scommesso un soldo su di me ed invece ho battuto tutti!”

“Ho battuto tutti” risponde Max, sicuramente il primo a sconfiggere è stato se stesso, è riuscito ad andare oltre le sue aspettative, sorprendendo prima di tutti se stesso.

Qual è una tua esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “L’impegno quotidiano e l’assoluta costanza.”

Quali sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? “Determinazione e costanza, oltre qualche discreta qualità fisica.”

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport al tuo benessere o alla tua performance?

Il credere sempre che si poteva migliorare.

Non si inventa niente, per riuscire bisogna applicarsi, impegnarsi, essere costanti, determinati, credere in se stessi, affidarsi ad un bravo allenatore e nel caso anche nutrizionista o psicologo dello sport. Importante far parte anche di un Team, gruppo o squadra che ti dà una mano che ti permettono di allenarti serenamente.

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva tesa al benessere o alla performance? “Che sono un po’ pazzo…”

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Una volta lessi male un programma scritto a penna su di un foglio e cosi feci in una sola seduta il programma di due giorni diversi. Alla fine dell’allenamento dissi ad un amico: credo che il mio allenatore si sia sbagliato…”

A volte si è talmente presi dalla passione della corsa, dalla voglia di far bene che si va oltre, si entra in una sorta di flow, ti passa anche la fatica e tutto diventa più facile.

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Che ho una determinazione ed un metodo che altri non hanno. Questo mi ha permesso, dopo 30 anni di attività agonistica di diventare un allenatore professionista.”

La corsa ha dato tanto a Max, il suo impegno, la sua passione gli ha permesso di investire nella corsa ed ora si ritrova ad essere un bravo allenatore, ora continua ad essere campione vicario, campione con i suoi ragazzi ed atleti che allena.

Come allenatore oltre a seguire svariati ragazzi africani per il progetto Purosangue anche con personali di 59′ sulla mezza maratona, Max allena la Nazionale Olimpica di Pentathlon ed è il responsabile della corsa con un ragazzo, Riccardo De Luca, già qualificato per le prossime Olimpiadi.

Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva costante ed impegnativa? “In tutto, la mia vita ha girato sempre intorno alla mia attività sportiva. Solo il lavoro, in alcune circostanze, ha tentato di rompere questo equilibrio.”

Quali sono o sono state le tue sensazioni pregara, in gara, post gara? “Dipende da come andava la gara stessa. Nel pre gara speravo sempre di far bene. Nelle gare più importante il timore mi creava qualche problemino di ansia. Dopo la gara avevo sempre voglia di rifarmi.” Come dicevo, forse il suo primo avversario era se stesso, c’era un po di timore, insicurezza, ma quando scattava la molla della rivincita, del rifarsi, tirava fuori la sua grinta, determinazione e sorprendeva prima di tutti se stesso, compiacendosi.

A seguito delle tue esperienze che consiglio ti andrebbe di dare a coloro che si trovano a dover fare scelte importanti nello sport? “Essere il più determinati possibili e non perdere il momento giusto. Il treno passa solo poche volte nella vita.”

Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping e per fare uno sport teso al benessere o alla performance? “E’ inutile, spesso è la testa che fa la differenza e li non esiste doping.” Tanti progetti di Max per contrastare l’uso di sostanze e metodi dopanti, tra i quali anche un cortometraggio.

Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Sempre ripartendo da zero, per cento volte, sempre!” Cento volte cade, cento volte si rialza Max, si scrolla la polvere di dosso e riparte nei suoi intenti.

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se si per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva?

“Assolutamente utile e serve per affrontare meglio la gara, gli avversari e per avere maggior convinzione nei propri mezzi.” 

Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze? “Se considerate la corsa solo con queste parole lasciate stare perché la corsa è altro: forza, divertimento, allegria e benessere. Solo l’impegno deve essere sempre al massimo.” Impegnarsi va bene, ma lo sport, la corsa non deve essere solo fatica, non deve essere solo rinuncia, ci deve essere un sano divertimento, allegria, condivisione.

Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? “Se oggi mi guardo indietro non posso dire di essermi realizzato come atleta, avrei voluto fare di più. Comunque ho corso in tantissime parte del mondo, sono stato sponsorizzato da aziende sportive di massimo livello, ho corso per un importante gruppo sportivo militare. Magari piccole cose per un Campione vero ma quanto basta per aver avuto il tempo di sognarlo per una vita intera.”

Come atleta, lo scorso ottobre ha ufficialmente corso 100.000 Km, tutti registrati nelle sue agende sportive. Centinaia di amici hanno corso insieme a lui il chilometro mancante ai 99.999 corsi dal 1978 al 2015. Un chilometro per festeggiare la sua impresa e per sostenere le tante iniziative internazionali del Progetto Purosangue. Costruire una scuola dove istruire i ragazzi, rispettare l’ambiente con materiali ecosostenibili, creare una squadra di veri campioni per conquistare grandi traguardi, promuovendo i valori positivi dello sport attraverso una politica forte di “NO DOPING”. Purosangue è questo e molto di più: assistenza sanitaria gratuita per la popolazione locale, possibilità di praticare sport per i disabili.

 

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