Gabriele Frasconà: gare estreme e triathlon, il mio pane quotidiano

ROMA – Lo sport diventa una palestra di vita, si impara a resistere ed andare avanti, lottare con il tempo cronologico ed atmosferico, con se stessi, con i conflitti interni, a volte sei tentato a fermarti, a recuperare, a riposare, a rinunciare. Importante è amare sempre se stessi, la vita, ed avere una elevata passione e forte motivazione in quello che si fa. Si impara a superare gli ostacoli, gli imprevisti e tollerare le sofferenze.

Di seguito Gabriele ci racconta la sua pratica e passione di sport estremo.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “Sono particolarmente stregato e affascinato dai posti dove vivo che mi permettono di vivere lo sport in modo profondo e a contatto con la natura, quando gareggio do il meglio di me, mi ritengo un campione di grinta e determinazione, le mie performance sono molto buone!”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Dopo il nuoto dai 6 ai 9 anni, ho ripreso a fare sport fino ai 18 anni con la pallavolo. Dopo ho intrapreso un percorso lungo fino ai 25 anni che ha visto sviluppare le mie doti di resistenza psicofisica tra le forze speciali italiane. Dopo il congedo il passo è stato breve, gare estreme e triathlon sono diventate il mio pane quotidiano.”

Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si ho smesso probabilmente la pallavolo per questo, carriera lavorativa che mi ha aperto ben altre prospettive!”

A seguito delle tue esperienze che consiglio ti andrebbe di dare a coloro che si trovano a dover fare scelte importanti nello sport? “Di fare quello che amano di più e li rende felici, conosco persone che hanno potenziale ma hanno paura di buttarsi in nuove esperienze!”

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito alla tua performance? “Lo sport mi dà la giusta dimensione, costanza e sacrificio, come nella vita d’altronde! La disciplina e i limiti del corpo della mente che ho collaudato nelle forze speciali è stato semplice trasferirle nello sport.”

Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “Senza no, siamo fatti per muoverci!  Senza gare e cose estreme sì!”

Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori? “Nel tempo ho trovato il mio giusto modo di alimentarmi, vado matto per pesce, verdure e frutta, non mi piacciono molto le cose poco sane! Integratori? Qualcosa come gel e barrette a base di frutta secca, e idrosalini per quando mi alleno molto e gareggio, per il resto vado a pane e salame.”

Chi ha contribuito al tuo benessere o performance nello sport? “Sicuramente la mia futura moglie!”

Qual è stata la gara della tua vita? “Ironman Boulder 2015, non un risultato eccezionale (9h57′ 28esimo assoluto) ma dopo una frazione bike eccezionale (4h48′) ero 11° di categoria e mi serviva almeno il 4° posto per qualificarmi per le Hawaii. Martina e i miei amici mi hanno incitato più volte ma ero sempre 11 esimo, gli ultimi 8 km Marti mi disse ora o mai più, ho rimontato fino alla 5°posizione finendo a 3 minuti da 4° dal 3° e dal 2° che sono arrivati praticamente insieme. Il ricordo di aver accelerato quando gli altri mollavano è il ricordo più bello parlando di performance.”

Ho scritto un libro dal titolo “O.R.A.: Obiettivi, risorse, Autoefficacia” dove spiego proprio come incrementare l’autoefficacia facendo leva sulle fonti come il ricordo più bello di Gabriele di aver accelerato quando gli altri mollavano, l’esperienza di rimonta, le sensazioni sperimentate in quel momento, le persuasioni verbali da parte degli amici. Bella storia.

Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “La mia esperienza di guerra in Afghanistan.”

A volte le esperienze possono essere traumatiche, ma a volte da esperienze forti si esce cambiati anche in positivo, si sviluppa una sorta di maggior autoconsapevolezza, una crescita post traumatica, si esce più forti da situazioni difficili.

Cosa pensano famigliari ed amici della tua attività sportiva? Com’è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa? “Penso di ispirarne molti, di affascinarne altri. A me diverte e mi piace quindi lavoro meglio.”

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Fine stagione ormai stanco, decido di gareggiare ad una 15 km al lago di Garda sotto casa mia per accompagnare la mia compagna Martina. L’organizzazione con una maggiorazione di 5 euro mi permette di gareggiare anche la sera prima in un trail notturno in montagna. Sono arrivato scortato da 4 bellissime ragazze al trail. Sentivo in prima linea che si consultavano, visti i primi 5 km veloci dicevano che era meglio non esagerare, dopo ci sarebbero state salite, scale, sentiero vertiginoso che scendeva nel finale. Io ho deciso di fare l’opposto e sono partito a tutta, ho fatto 1 min all’inizio delle salite, poi un altro minuto in discesa facendo un po il matto, mi sono ripresentato dopo i 12 km in piazza al comando e ho fatto impazzire il gruppo di ragazze che mi aveva accompagnato, mi hanno anche tirato su in rock and roll style! La mattina seguente 15km a manetta 16 assoluto, più che dignitoso! Fine stagione.”

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta? Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport al tuo benessere o alla tua performance? “Ho ereditato gli insegnamenti dalle forze speciali, o riesci o muori.”

Quali sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? “Determinazione, lucidità e capacità decisionale nei momenti di difficoltà, amo ciò che faccio indipendentemente da quello che pensano gli altri!”

La passione è un motore potente che riesce a mobilitare le energie occorrenti per portare a termine qualsiasi impresa con qualsiasi condizione. Con la forte passione e giusta motivazione si può avere la capacità di gestire momento per momento eventuali imprevisti o crisi ed andare avanti nello sport e nella vita.

Che significa per te partecipare ad una gara sportiva, hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Si ci vado vicino spesso, ma ho sperimentato cose peggiori che in una gara anche se lunga non potrai mai raggiungere.”

Quali sono o sono state le tue sensazioni che sperimenti facendo sport pregara, in gara, post gara? “Mi sento me stesso e tranquillo, pronto a dare il meglio senza se e senza ma. A mio agio!”

Quali sono i tuoi pensieri? Pensare al traguardo, pensare a tutto quello che si è investito per la gara, in termini di allenamenti, di preparazione atletica, mentale? “Durante gli allenamenti o pre gara ripercorro i vari momenti, in realtà le finish line le ho già oltrepassate decine di volte con la mente, ricerco le emozioni intense che mi piacerebbe provare quel giorno e penso che comunque vada sarò capace di andare bene anche con poco allenamento per esempio, la mente è tutto, il corpo segue di conseguenza!”

Attraverso la visualizzazione possiamo permetterci di più rispetto al reale: la simulazione mentale di un esercizio fisico induce un incremento della forza muscolare che è paragonabile a quello ottenuto col reale esercizio fisico; l’immaginazione, la visualizzazione, permette di esercitarsi, di allenarsi in vista di una situazione da affrontare.

Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile, quale è una gara che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine? “Gara estrema ma anche divertente è l’Inferno triathlon (3000mt nuoto, 100km bici strada, 40km mtb, 25km corsa con circa 6000mt disl positivo), proverò questo anno lo Stonemanxtri (full distance in montagna) ma ne ho fatte tante altre dure in montagna, Tour dell’ortles, Oetzi marathon, ecc. non credo ci sia una gara che io non possa fare, potrei tastare il mio limite con la UTMB ma andare oltre, sicuramente quelle gare tipo doppio IM ecc le ritengo stupide ed esagerate.”

L’essenza della vita diventa lo sperimentare le proprie capacità personali, misurarsi con l’incerto, sfide continue per fare un viaggio interiore alla ricerca di se stessi, per conoscere le proprie possibilità e capacità di rialzarsi sempre quando si casca, ci si infortuna.

Quali sono le varie difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella tua disciplina? “Non sottovalutare mai la natura e il meteo, la montagna insegna!”

Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere atleta, hai mai pensato di smettere di essere atleta? “Atleta lo sono dentro, indipendentemente se gareggio o no, il mio obiettivo è di fare sport provando sensazioni che non tutti avranno la possibilità di provare e farlo per tutta la vita perchè mi piace. Infortuni, impegni ecc. fanno parte del gioco, cerco sempre la soluzione più intelligente!

Ti è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il modo addosso, se si come sei riuscito a toglierti la polvere di dosso e continuare dritto? “In realtà tantissime volte, ma come dice Velasco bisogna produrre soluzioni e non scuse!”

Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi ad uno sport di fatica, impegno, sudore? “Ti insegna a vivere intensamente, vale la pena almeno provare!”

C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “No, non ne varrebbe la pena e perderei autostima, per me è benessere e divertimento, il doping è per gli stupidi e i bugiardi!”

Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping e per fare uno sport teso al benessere o alla performance? “Il mondo avrà uno stupido in più! dimostra a te stesso quanto vali, se ce la farai con le tue forze allora sarai un campione vero! preferisco essere uno qualunque ma dormire la notte e non aver preso in giro me stesso!”

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se si per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? “Penso sia utile nelle fasi dell’educazione, con base solida e principi sani quando è grande lo psicologo se lo fa da solo! Guarda me, ho tenuto duro la dentro dove ero, ho imparato a rialzarmi sempre e portare a termine il compito assegnatomi!”

Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Non guardo indietro, faccio il punto della situazione e guardo avanti vivendo il presente.”

Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? “Sono ingordo di esperienze nuove, ne ho collezionate tante, continuare in questa direzione, creare qualcosa di bello e condividerlo con la mia futura moglie e con chi mi sta intorno!”

Condividi sui social

Articoli correlati