Champions ed Europa League: protagonisti, speranze, prospettive

Riparte questa sera, con i primi quattro gruppi, quella splendida epifania del calcio contemporaneo che è la Champions League: un torneo ricco in tutti i sensi, sia per quanto riguarda l’aspetto economico sia, ed è bene sottolinearlo, per quanto concerne il piano tecnico, tattico e dello spettacolo che vedremo in campo da qui al prossimo 3 giugno, quando si disputerà a Cardiff la finale della sessantaduesima edizione del trofeo più ambito a livello di club.

Si inizia con i fuochi d’artificio, in quanto nel gruppo A, oltre alla sfida tra il Basilea e i bulgari del Ludogorets, troviamo subito uno scontro al vertice fra Paris Saint-German e Arsenal: una partita che metterà a confronto l’esperto e blasonato tecnico dei “gunners” Arsène Wenger e l’emergente spagnolo Unai Emery, artefice dei recenti successi europei del Siviglia. 

Nel gruppo B, invece, ecco che il Napoli vola a Kiev per affrontare la Dinamo, mentre Benfica e Besiktas ci diranno qual è l’avversaria più temibile per i ragazzi di Maurizio Sarri, forti di un anno in più d’esperienza e per i quali l’obiettivo del passaggio agli ottavi è tutt’altro che una chimera.

Il gruppo C è uno dei più affascinanti, in quanto vede la sfida fra Pep Guardiola e il suo passato: Barcellona e Manchester City, ovvero due filosofie plasmate dall’uomo che ha reso Messi il funambolo che tutti conosciamo e che, dopo un anno sabatico, è andato a diffondere il proprio verbo calcistico prima in Baviera, al Bayern Monaco, e ora a Manchester, sponda City. Tuttavia, lo scontro fra titani avverrà il prossimo 19 ottobre al Camp Nou e il 1° novembre a Manchester: oggi i blaugrana sono attesi da un esordio abbastanza facile con il Celtic di Brendan Rodgers e i “citizens” ospitano un Borussia Mönchengladbach animato da scarse pretese.

Abbiamo citato il Bayern ed ecco che lo troviamo nel gruppo D: la corazzata di Carletto Ancelotti, vero salto di qualità nell’assalto al cielo dei biancorossi in questa stagione, gode dei favori del pronostico in un girone in cui giusto l’Atletico di Simeone (andata il 28 settembre a Madrid, ritorno in Baviera il 6 dicembre) può impensierire una squadra perfetta in tutti i reparti, per la quale la sfida di stasera con i russi del Rostov dovrebbe rivelarsi una mera formalità. Assai meno agevole sarà, invece, il compito, degli uomini del “Cholo” contro un PSV Eindhoven che, oltre ad essere una delle grandi d’Olanda, ha iniziato il campionato con quattro vittorie e un pareggio, è guidata al meglio da Cocu ed è una formazione ostica e da prendere con le molle. Come terzo incomodo, non c’è male.

Domani, poi, sarà il turno di Juventus e Real Madrid: i bianconeri, inseriti nel gruppo H, esordiscono in casa col Siviglia del cileno Sampaoli e dovranno stare molto attenti, in quanto il tecnico degli andalusi è una garanzia d’esperienza e di spettacolo, come ben sa proprio la squadra di Zidane che ha dovuto sudare sette camicie per avere la meglio in Supercoppa Europea. E anche Lione e Dinamo Zagabria non sono clienti con i quali si possa scherzare più di tanto. Certo, la Juve è un’armata: ha in porta l’uomo che è stato nominato miglior portiere della Champions League di tutti i tempi, ha una difesa granitica in cui può contare sul trio Barzagli-Bonucci-Chiellini e sull’esperienza di due veterani come Dani Alves ed Evra, ha un centrocampo in cui Khedira, Pjanić, Lemina, Alex Sandro e, quando rientrerà, Marchisio costituiscono una diga quasi invalicabile, infine ha l’attacco stellare che abbiamo già imparato a conoscere, con Dybala e Higuaín che, se sono in giornata, non hanno molto da invidiare alla MSN del Barcellona. 

Il Real, invece, inserito nel gruppo F, dovrà vedersela con i sempre tosti tedeschi del Borussia Dortmund, con un brutto cliente come lo Sporting Lisbona e con il Legia Varsavia, al quale spetta l’ingrato ruolo del vaso di coccio in mezzo a tre vasi di ferro. 

Diciamo che se il Barcellona è la meraviglia che tutti conosciamo, il nuovo Real targato Zizou, con Bale, Benzema e Cristiano Ronaldo, più il rampante Asensio e il rientrante Morata, come ogni anno può recitare un ruolo da protagonista.

Poco da dire sui gruppi E e G: nel primo, Tottenham e Monaco non dovrebbero incontrare particolari difficoltà a sbarazzarsi di Bayer Leverkusen e Cska Mosca; nel secondo, l’unico motivo d’interesse è il Leicester di Ranieri, quest’anno tuttavia assai meno effervescente rispetto alla scorsa stagione, il quale esordirà domani a Bruges, mentre il Porto del sempreverde Casillas dovrà vedersela in casa con i danesi del Copenaghen. Nulla di trascendentale, comunque: a naso, le formazioni inserite in questi due gironi difficilmente supereranno gli ottavi ed è quasi impossibile che vadano oltre i quarti.

Favorite, è superfluo dirlo, Bayern e Barcellona, anche se quest’anno la Juve potrebbe inserirsi autorevolmente nel discorso e, a nostro giudizio, specie dopo l’arrivo di Ancelotti, i bavaresi probabilmente, pur non avendo Messi, hanno una solidità complessiva addirittura superiore rispetto a quella delle leggende barcellonesi pluricampioni di tutto.

Da non perdere, ovviamente, anche l’Europa League, giunta alla quarantaseiesima edizione e la cui finale si disputerà il prossimo 24 maggio allo stadio “Friends Arena” di Stoccolma.

Non ha il fascino della Champions, d’accordo, però attenzione a sottovalutare questa competizione perché l’Ajax di Peter Bosz e il Manchester United di Mourinho e dei dirompenti acquisti Pogba e Ibrahimović sono due compagini che, di sicuro, non sfigurerebbero nemmeno nella competizione nobile in cui le rivedremo, con ogni probabilità, dall’anno prossimo.

Quanto alle italiane, la Roma, scottatasi nello sfortunato preliminare di Champions col Porto, dovrà vedersela con i cechi del Viktoria Plzen, i romeni dell’Astra Giurgiu e gli austriaci dell’Austria Vienna. Non passare il turno come primi sarebbe un delitto e, vista la qualità media e il livello tecnico complessivo dei giallorossi, non è assurdo ipotizzare un approdo dei ragazzi di Spalletti almeno ai quarti di finale.

La prima volta del Sassuolo avverrà in casa, giovedì 15, contro un Athletic Bilbao in forma e, come sempre, temibile. Diciamo che il primo posto dovrebbe essere degli spagnoli ma i neroverdi del bravissimo Di Francesco potrebbero tranquillamente compiere l’impresa di passare il turno, in quanto né i belgi del Genk né gli austriaci del Rapid Vienna costituiscono minacce da tenere in particolare considerazione.

La Fiorentina dell’ottimo Paulo Sousa dovrà, invece, vedersela contro i greci del Paok di Salonicco, contro gli azeri del Qarabag e contro i cechi dello Slovan Liberec: in caso di mancato passaggio del turno, la stagione potrebbe dirsi fallimentare. Considerando la qualità complessiva dei ragazzi di Sousa, diciamo che anche il primo posto è pressoché un dovere.

Discorso analogo per l’Inter dell’olandese De Boer che se la dovrà vedere contro gli israeliani dell’Hapoel Be’er Sheva, contro i cechi dello Sparta Praga e contro gli inglesi del Southampton. Primo posto o, al massimo, secondo: in caso di eliminazione, il buon Frank rischia addirittura la panchina. 

Da febbraio in poi, gli scontri a eliminazione diretta.

Che vinca il migliore, a meno che non si sia seguaci della filosofia del “paròn” Nereo Rocco, il quale, ai tempi in cui sedeva sulla panchina del Padova, al giornalista che alla vigilia di una sfida con la Juve gli rivolse quest’auspicio, rispose: “Ciò, speremo de no!”.

 

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