Il Viareggio, il Sassuolo e le prospettive per l’Italia

Un signor Sassuolo batte in finale un ottimo Empoli (6 a 4 il risultato conclusivo, al termine di una sfida risoltasi ai calci di rigore dopo il 2 a 2 dei tempi regolamentari) e si aggiudica la sessantanovesima edizione del Torneo di Viareggio, dedicato alle rappresentanze primavera delle varie squadre. 

Una competizione avvincente e ricca di campioni in erba che quest’anno ha visto la Juventus campione in carica eliminata agli Ottavi dai belgi del Bruges e che ci ha consentito di assistere ad una finale fra due compagini che in Serie A non se la passano benissimo ma che, in compenso, possono sorridere e non poco, visto che il loro vivaio è assolutamente florido e che i margini di miglioramento dei singoli ragazzi e delle rispettive giovanili sono enormi. 

Se inseriamo questi dati nel contesto più ampio della rinascita del movimento calcistico italiano, ben sintetizzata dalla sorprendente Atalanta di Gasperini e dal lavoro che stanno compiendo sia Di Biagio alla guida dell’Under 21 che Ventura alla guida della Nazionale maggiore, ecco che gli sportivi di casa nostra hanno buoni motivi per guardare al futuro con ottimismo e diremmo quasi con entusiasmo. 

I Donnarumma, i Caldara, i Rugani, gli Spinazzola, i Petagna, i Romagnoli, i Locatelli, i Gagliardini e tutti gli altri protagonisti del nostro campionato che, piano piano, si stanno facendo strada, mostrando oltretutto di possedere la necessaria umiltà per andare avanti senza sgomitare e per apprendere dai compagni più esperti tutto ciò, e non è poco, che devono ancora imparare, questo patrimonio collettivo può regalarci entro qualche anno soddisfazioni immense. 

L’auspicio di noi romantici, di noi sognatori nostalgici e di noi che, in fondo, abbiamo amato, o per averle viste giocare o per averle studiate e ammirati dopo, la Juve del Trap, il Milan di Rocco, l’Inter di Herrera, il Toro di Radice, la Lazio di Maestrelli e le tante altre squadre corsare che, a cavallo fra gli anni Sessanta e i primi anni Ottanta, hanno contribuito attivamente alla serenità e alla coesione sociale del Paese, il nostro auspicio speranzoso è che quel calcio genuino e senza troppe pretese stia tornando di moda. 

Assistendo alla finale fra Sassuolo ed Empoli, vedendo i ventidue in campo impegnarsi allo spasimo anche nei supplementari e potendo apprezzare la correttezza e la maturità, oltre che le doti tecniche, di numerosi elementi, la sensazione è che l’avvenire del nostro mondo pallonaro possa essere roseo. Non sarebbe poco, in un’Italia arrabbiata, incattivita e priva di orizzonti concreti, nella quale ormai nulla sembra andare per il verso giusto e troppi rancori covano sotto la cenere di sogni infranti, passioni tradite e innumerevoli disillusioni.

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