Calcioscommesse. Tre anni di squalifica a Doni e -6 punti all’Atalanta. Signori radiato

ROMA – Sei punti di penalizzazione all’Atalanta da scontare nel prossimo campionato di serie A, tre anni e mezzo di squalifica al suo capitano Cristiano Doni. Questa la parte più rilevante della sentenza della Commissione Disciplinare della Figc sulla vicenda del calcioscommesse sulla quale sta indagando penalmente la Procura di Cremona. «Doni e Manfredini sono increduli e amareggiati». Lo spiega il loro avvocato Salvatore Pino, intervistato dal sito online dell’Eco di Bergamo, commentando la sentenza della Commissione Disciplinare della Figc.

«Sono afflitti non solo per la sanzione, ma anche per il modo – prosegue Pino – La motivazione infatti è stringatissima, non si dà contezza delle ragioni per cui questi ragazzi dovrebbero smettere di giocare per tre anni o più». L’avvocato è comunque fiducioso sull’appello: «Questo per noi è solo il primo passo di un cammino che riteniamo non debba essere troppo lungo: speriamo che l’appello faccia piena luce su fatti molto semplici, che richiedono soltanto di essere valutati con attenzione. Le nostre ragioni saranno le medesime presentate in primo grado. Non sono state sottoposte a vaglio critico, quindi risulta intatta la loro forza di convincimento». Secondo Pino, non si può dire la stessa cosa della sentenza. «La capacità di convincimento della loro decisione ha la stessa forza di un pugno sul tavolo». L’avvocato ha infine difeso pubblicamente i suoi due assistiti: «Di Doni posso dire che non si arriva a giocare a 38 anni in serie A se non si è integri dentro. Manfredini è una persona candida: non è in grado di ordire quello che gli viene addebitato per la sua incapacità di vedere male il mondo».

Beppe Signori radiato

Fine pena mai. Per Beppe Signori e Marco Paoloni la mano della commissione disciplinare nel processo sportivo sul calcioscommesse è stata pesante: ai cinque anni di squalifica di sanzione primaria si aggiunge la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc, in pratica una radiazione. Non sarà semplice per i due protagonisti della vicenda sulla quale sta indagando la Procura di Cremona smantellare in appello le convinzioni dell’accusa fatte proprie dal giudice di primo grado. Costernata la difesa legale dell’ex giocatore di Lazio e Bologna. «Stiamo cercando di capire, di leggere le motivazioni», ha spiegato Ugo Vittori, investigatore privato nel pool difensivo dell’ex attaccante di Lazio e Bologna. «Anche se – ha proseguito – su cinquanta pagine ci sono solo sei righe che riguardano il nostro assistito. Sono inconcludenti e immotivate». Per Vittori, «non si fa alcun riferimento specifico» se non confermare quanto scritto nell’atto di deferimento. «Capi di imputazione così importanti – ha proseguito – andavano motivati ‘ad personam’ e non facendo di tutta l’erba un fascio». Inoltre, da parte di chi ha giudicato «non c’è stata la voglia o il tempo di leggere i verbali di interrogazione e le intercettazioni da noi allegate. E noi abbiamo utilizzato gli stessi strumenti dell’accusa». Per quanto riguarda lo stato d’animo dell’ex calciatore, Vittori ha detto di «poter trasmettere solo il suo sconforto».

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