Riassetto Indesit: intesa nella notte. I sindacati: accordo innovativo

ROMA – L’intesa è arrivata undici ore dopo. Con il plauso dei Ministeri.

A siglarla, nella notte tra martedì e mercoledì con l’azienda, i rappresentanti di Fiom, Fim – Cisl, Uilm e UGL. Così, dopo sei mesi di confronto  si è giunti a una soluzione condivisa per l’attuazione del piano industriale, denominato “Piano Italia”, che ridisegna l’assetto in Italia del Gruppo Indesit e “prevede l’accorpamento nei poli di Caserta e Fabriano (nel mese di aprile 2011) delle produzioni di lavabiancheria a carica dall’alto e prodotti speciali di cottura, oggi a Brembate (Bergamo) e Refrontolo (Treviso), e investimenti in Italia per 120 milioni di euro, destinati all’innovazione di prodotto e di processo, diretti soprattutto a focalizzare la missione degli stabilimenti italiani del Gruppo su produzioni ad alto contenuto tecnologico”, si legge in una nota. “Il Piano conferma altresì la centralità dell’Italia sul fronte della ricerca, dell’innovazione, e dello sviluppo di prodotto”.

Per la tutela dei lavoratori coinvolti, “le parti hanno concordato di dare seguito al percorso positivo, avviato nel mese di settembre dall’advisor individuato dalla Società che ha già prodotto manifestazioni di interesse formali per il ricollocamento di buona parte dei lavoratori interessati, con assunzioni incentivate da parte di aziende terze interessate o legate a progetti di reindustrializzazione dei siti”. A riguardo, aggiunge l’azienda, “è prevista l’istituzione di appositi Comitati Tecnici a livello regionale compartecipati Azienda-Sindacato-Istituzioni che dovranno essere operativi per tutto il periodo coperto dagli ammortizzatori sociali e che avranno il compito di gestire e sviluppare il processo di reindustrializzazione dei siti avviato, favorendo l’ingresso di aziende terze in grado di assumere lavoratori in uscita, e di ricollocamento incentivato dei lavoratori presso altre aziende (che potranno assumere il lavoratore a tempo indeterminato a costo zero per i primi 12-18 mesi)”. Inoltre, l’azienda “garantisce un incentivo per coloro che sceglieranno l’esodo volontario e si impegna, al termine del periodo di attivazione degli ammortizzatori sociali, ad offrire soluzioni alternative per tutti i lavoratori che non avranno ricevuto un’offerta di lavoro”.

Confermato il salto di qualità del modello di relazioni sindacali. “Si tratta di un accordo innovativo che coniuga le problematiche di competitività dell’impresa, la realizzazione valorizzazione degli investimenti necessari per offrire prospettive ad un settore produttivo messo alla prova sia dalla crisi economica che dalla competizione internazionale con quelle di tutela delle persone” non limitandosi “a definire misure temporanee di assistenza e sostegno al reddito” ma ponendosi l’ obiettivo “di dare risposte occupazionali a tutti i lavoratori oggi occupati negli stabilimenti di Bergamo e Treviso”. A parlare è Anna Trovò, segretario nazionale della Fim Cisl che ha poi concluso: l’accordo “esprime un alto livello di responsabilità sociale delle parti che lo hanno sottoscritto”.

Gianluca Ficco, il coordinatore nazionale Uilm del settore elettrodomestici si è soffermato sul piano di ricollocamento: “E’ molto ambizioso, ma parte da una base di più di 300 offerte di lavoro già pervenute da parte di aziende terze o da parte di soggetti interessati a reindustrializzare i siti; inoltre è riconosciuta la possibilità, per chiunque lo desiderasse, di essere trasferito ad altro  stabilimento del gruppo; infine c’è l’ impegno di Indesit a non licenziare chi alla fine del biennio dovesse non aver ricevuto  un’offerta lavorativa. Peraltro, le Istituzioni centrali e locali si  sono impegnate a favorire e monitorare i processi di  reindustrializzazione e ricollocazione”. L’ accordo, ha poi sottolineato Ficco, “costituirà un  esempio estremamente innovativo e positivo nella gestione delle crisi industriali.

Per la Fiom, “si tratta di un accordo molto sofferto che consente, in particolare per lo stabilimento bergamasco di Brembate che dà lavoro a 430 persone, di avviare un percorso di reindustrializzazione e ricollocazione di tutti i lavoratori” con un aspetto di assoluta novità, chiarisce Marco Rota, segretario della Fiom Cgil Lombardia: “l’azienda, infatti, si assume l’onere di non licenziare le lavoratrici e i lavoratori nemmeno quando gli ammortizzatori sociali saranno finiti”.

“Abbiamo firmato un buon accordo, che presenta ottime garanzie occupazionali per i lavoratori di Brembate e Refrontolo”, è la posizione di Laura De Rosa, vice segretario nazionale Ugl Metalmeccanici con delega al bianco ed elettrodomestici cha ha concluso: “un risultato positivo, di cui ci dichiariamo soddisfatti”.

Soddisfazione anche per l’Amministratore Delegato di Indesit Company, Marco Milani, che ha commentato: “Siamo soddisfatti che gli sforzi congiunti di azienda, sindacato e istituzioni abbiano permesso di individuare una soluzione condivisa e innovativa. L’operazione rappresenta un impegno importante per Indesit sia sotto il profilo industriale di scelta di centralità dell’Italia che, in linea con la storia dell’azienda, della responsabilità sociale”.

Rende noto il Ministero che l’accordo sarà adesso operativo dopo la firma di Romani e Sacconi. Prima però, “il testo sarà sottoposto al giudizio dei lavoratori dell’azienda attraverso un referendum che si terrà lunedì 13 e martedì 14 dicembre”. Solo “successivamente, l’accordo, per diventare operativo, dovrà essere firmato dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi”.

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