Champions League. La Roma cade in casa col Shaktar. Qualificazione a rischio

ROMA – Claudio Ranieri era stato prudente, lo scorso 17 dicembre, giorno dei sorteggi di Champions. Quando l’urna aveva accoppiato alla Roma gli ucraini dello Shakhtar non si era lasciato contagiare dall’euforia: «Conta in che condizioni arriveremo all’appuntamento». La sorte ha voluto che la Roma, specie quella del primo tempo, sia la più stonata, impotente e sbandata della stagione. Il risultato è che solo la rete di Jeremy Menez (nella ripresa) tiene vivo un sottilissimo filo di speranza, dopo che lo Shakhtar era andato negli spogliatori sul 3-1 a proprio favore, facendo un figurone con i suoi brasiliani, autori di tutte le reti.

Ora i giallorossi hanno tre settimane per ritrovarsi e tentare l’impresa alla Dombass Arena, missione quasi impossibile, soprattutto per questa Roma: nella sua tana la squadra di Mircea Lucescu è un osso ancor più duro. A Ranieri, inoltre, mancheranno sia Cassetti sia Menez, entrambi diffidati ed ammoniti. Il 3-2 finale è benzina sulla rabbia dei tifosi, che chiamano i giocatori sotto la Sud per coprirli di fischi. Dopo il campionato, adesso anche l’Europa è tutta in salita. Lo Shakhtar vuole onorare il primo accesso agli ottavi di Champions, dopo cinque tentativi di qualificazione falliti e ci riuscirà oltre ogni aspettativa. Non gioca una partita ufficiale dall’8 dicembre (2-0 con il Braga, il campionato ucraino è fermo), ma ha tenuto i muscoli al caldo con diverse amichevoli, prima a Dubai, poi in Spagna. La Roma dei primi 45′ è un incubo giallorosso. Gli uomini del volpone Lucescu l’aspettano rimanendo in 10 dietro la linea della palla, per poi ripartire in contropiede, sfruttando i molti errori in palleggio degli avversari. Totti e De Rossi sono due fantasmi, la difesa traballa ad ogni folata di vento, Doni ispira tutt’altro che sicurezza. Il vantaggio firmato di testa da Perrotta al 28′ su cross di Taddei (deviazione ininfluente di Rat) è un’effimera illusione. Sessanta secondi e lo Shakhtar trova il pareggio sul tiro di Jadson. Roma anche sfortunata perchè il tacco di De Rossi lo rende imparabile. Subito l’1-1, la Roma va ancora più in confusione. E crolla. Il filtro a centrocampo non esiste più e Jadson al 36′ lo spacca in due senza trovare resistenza. Palla all’altro brasiliano Douglas Costa (20 anni) ed euro-gol, con palla che s’infila ad una spanna dal palo. E la mattanza non è finita qui, perchè Riise (41′), nel goffo tentativo di tenere la palla in campo, cade e lascia via libera al solito Douglas Costa che serve Luiz Adriano per il terzo gol ucraino. Ranieri non se la sente di lasciare in campo il frastornato danese ed, a inizio ripresa gli preferisce Castellini. Che non sfigurerà. Toccato il fondo, l’11 giallorosso non può che risalire ed ora si vede un po’ di carattere. Il gioco continua ad essere a sprazzi, confuso, arrembante ma senza un obiettivo preciso. Però, almeno, l’abulia del primo tempo è rimasta negli spogliatoi. Su tutti è proprio Menez a correre e dannarsi inseguendo quella rete che ridarebbe un senso al ritorno. Ed al 16′ il francese, vista la scarsa collaborazione dei compagni, fa tutto da solo: prende palla sulla trequarti, resiste ad una trattenuta e scarica un destro che si infila nel sette. Ranieri tenta la carta Borriello (fuori Vucinic), ma lo Shakhtar non sta a guardare e la sua banda di brasiliani mette ancora paura a Doni, che un paio di volte si salva dal quarto gol uscendo sui piedi degli avversari. L’ultimo sussulto lo costruisce Totti (poca roba per il resto), con un tacco che smarca Castellini. Pyatov alza in angolo. Poi sono solo i fischi della curva a riempire l’ennesima giornata amara della Roma.

(ansa)

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