Si ricomincia col mercato, il campionato e, purtroppo, col razzismo

ROMA – Signori, si ricomincia.  Le festività natalizie non sono ancora finite e il campionato della massima serie sabato riprende la sua normale attività con due anticipi ma, d’ora in avanti e fino alla fine del mese,  si parlerà costantemente anche di mercato di riparazione  per gli errori fatti in estate  e di nuova  sistemazione per gli atleti bisognosi di una squadra per tornare a calcare il terreno di gioco dopo alcuni mesi di panchina o di, peggio, di tribuna.

Tutti affermano, convinti, che questo periodo supplementare di mercato non serva a cambiare identità di una squadra eppure tutti lo aspettano sperando di rifilare agli  altri qualche bidone o acquistare a prezzi di saldo il rinforzo giusto per riprendere la corsa; è , la solita panacea illusoria,  con la stampa specializzata ad invocare, soffiando sul fuoco, il colpo che lasci tutti a bocca aperta.

Pato e Robinho, addio
Probabilmente, anche stavolta  grandi trasferimenti non ce ne saranno  e i grossi nomi con la valigia pronta già si conoscono da tempo.  Pato e Robinho, per esempio, ritorneranno a respirare aria di casa natia grazie a Galliani il quale, appena finito di mangiare il torrone,  è partito verso Rio con l’incarico di accontentare i due brasiliani nel rientrare dove avevano preso il volo verso l’Europa con tante speranze, qualche anno fa.
A sentire le ultime dichiarazioni di Berlusconi, Pato, suo potenziale giovane genero,  avrebbe chiesto di andare a curare i suoi ricorrenti quanto misteriosi malanni  muscolari nel Corinthians, la prima squadra brasiliana, ma con l’impegno che,  fra due, tre anni, rafforzati definitivamente i polpacci, magari ritorna al Milan, sempre che la sua devota Barbara sia ancora  disponibile a riprenderselo, oltre naturalmente ai tifosi rossoneri,  solo in parte affranti  perché ormai disabituati da tempo  alle sue spettacolari falcate, intraviste fino a due anni fa.                                                                   
Diverso il discorso per Robinho , vittima della saudade,  la cui moglie , contrariamente  a quelle  altre di colleghi  famosi  (Ibrahimovic,  Sneijder),  non è stata calamitata dall’alta moda milanese  e aveva preferito vivere in Brasile, lontano dalle sfilate meneghine, allo stadio e negli atelier, nell’attesa del ritorno a casa del marito. Ora verrà accontentata, per la buona pace familiare.
Il Milan, sempre pronto ad assecondare i propri atleti, soprattutto se si tratta di quelli con contratti al top,  a beneficio del conto economico, spera di accordarsi con il Santos  sulla cifra da incassare.

 Berlusconi, no a Drogba e Balotelli
 Berlusconi, nelle scorribande radiofoniche ma soprattutto  televisive dei giorni scorsi,  tra un improperio e l’altro verso  gli ex alleati  di destra e gli eterni rivali  di sinistra,  ha finalmente smentito (ufficialmente ?  Vedremo entro il 31 gennaio….)  ogni interesse per  Drogba ( “fuori dalla nuova linea dei giovani talenti”) e soprattutto Balotelli  (che “non lo  convince come uomo”).  
Per ora recepiamo queste sentenze berlusconiane, senza prenderle per oro colato e aspettando gli eventi; chi vivrà vedrà quali saranno gli acquisti invernali del Milan, bisognoso di rinforzi, checché ne dicano i suoi massimi esponenti, Allegri compreso.

Juve, preso Peluso,  Inter, Rocchi
Fuori da questo circo Barnum politico- calcistico, l’unica squadra in panciolle è la Juve che ha subito annunciato l’acquisto del difensore Peluso dall’Atalanta al posto di Lucio, il transfuga interista,   che quando aveva giocato aveva solo provocato brividi difensivi pure alle gradinate, e quando aveva parlato, nella presentazione,  ritenendo giusti i 30 scudetti juventini, s’era attirato le antipatie pure nello stesso ambiente bianconero, talmente grossa  ed interessata era apparsa l’affermazione del lungagnone  brasiliano.   Marotta, senza i trionfalismi berlusconiani, continua ad operare sottotraccia alla ricerca di un bomber, non di un top player che costerebbe troppo,  ma senza affanno,  tanto sono ben otto i punti che separano la Juve dalla seconda che è la Lazio, nove dalle due terze, l’ Inter (che ha preso Rocchi quale vice Milito ma non ha ancora risolto il caso Sneijder)  e la Fiorentina,  dieci dal Napoli, dodici dalla Roma e ben  diciassette dal  Milan: tutte messe  in fila ad inseguire un sogno.

Napoli-Roma, il big match, le altre nella normalità
E’ da questa classifica che si riparte con un Napoli-Roma che nessuna delle due può permettersi di perdere ed entrambe devono vincere per scrollarsi di dosso una dall’altra. Per tutte  le altre squadre di alta classifica impegni, almeno sulla carta abbastanza agevoli e, salvo sorprese conseguenti alle esagerazioni natalizie o a magiche Befane,  le distanze non dovrebbero mutare.    Importante, invece,  per la bassa classifica,   c’è Genoa-Bologna con la squadra di Preziosi chiamata ancora una volta all’ennesimo tentativo per trascinare in giù l’avversaria   di turno.

Ancora razzismo , becero, incivile, ingiustificato
Dobbiamo, purtroppo, segnalare e stigmatizzare  quanto avvenuto nella  normalissima amichevole sciogli muscoli  Pro Patria-Milan, disputata nell’operosa Busto Arsizio, dove il “solito” gruppetto di imbecilli hanno intonato più volte cori razzisti nei confronti di alcuni giocatori di colore milanisti (Boateng,   Emanuelson, Niang e Muntari) al punto tale che,  dopo ripetuti inviti a smettere,  la squadra rossonera abbandonava il campo per protesta.   Le cronache ci dicono che i tifosi protagonisti di questa violenza verbale, una quarantina, sono stati identificati attraverso i filmati e, una volta individuate le responsabilità personali, saranno denunciati all’autorità giudiziaria.                                                                                                                             
“Bisognava dare un segnale”  ha dichiarato capitan Ambrosini ed ha pienamente ragione perché questi personaggi devono essere prima severamente puniti  e poi allontanati  definitivamente dagli stadi; che senso ha penalizzare la società con multe o squalifiche se i diretti interessati possono continuare ad imperversare con la loro inciviltà ?  La violenza porta solo violenza,  il silenzio l’assuefazione, complici anche le squadre arbitrali, ben sei  persone, sempre  troppo prese a seguire il gioco,  con le auricolari alle orecchie che impediscono loro  di sentire certi cori….
“Possiamo dire: finalmente !”  ha commentato il C.T. azzurro Cesare Prandelli.          Ci auguriamo che da una normale amichevole possa scaturire la spinta per un differente atteggiamento da parte di tutti; l’improvvisa,  mesta,  uscita del Milan dallo stadio di Busto deve coincidere con la generale ribellione dei veri tifosi nei confronti di questi spettri di inciviltà ai quali va insegnata, prima di tutto,  l’educazione, e poi data una ripassata di storia sulla schiavitù, quella che essi, oggi, vorrebbero rinverdire e della quale le prime vittime sono proprio loro.    

         

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