La Juve rallenta, Lazio a – 3, Napoli -5 e Inter -7, si avvicinano

Crollo Fiorentina,  Roma, sconfitta con polemiche interne

 

Juve, che succede?
 Il  campionato italiano, a differenza di quello spagnolo nel quale il Barcellona ha virato la boa con 18 vittorie, un pareggio e tanti record di punti e di gioco, dopo la debacle generale di una settimana fa, continua a manifestare incertezze nella capolista che, seppure andata in vantaggio a Parma, grazie ad una magistrale punizione di Pirlo, deviata, però,  dalla barriera, si è fatta rimontare in contropiede.  Ma, al di là della vittoria mancata, lo stato di forma della Juve vista nelle ultime due partite di campionato più quella di coppa Italia col Milan,  deve cominciare a preoccupare perché appare ben lontano da quello pre- natalizio quando i punti dalla seconda erano otto e, soprattutto, il livello di gioco,  di supremazia territoriale, di superiorità psicologica non lasciavano alcun dubbio su chi fosse la squadra più forte del campionato.

Passi pure che contro il Milan non abbia fatto cose eccelse, l’incontro era di quelli nei quali contava solo la vittoria per proseguire il cammino, ma, dopo la botta casalinga con la Samp ci si attendeva una ripresa nel gioco che non c’è stata e, di conseguenza, il punticino conquistato contro due avversarie che, in altri tempi sarebbero state superate agevolmente, diventa ben poca cosa di fronte alle dirette inseguitrici che, comunque. dimostrano di andare a mille.

Lazio, ormai a tre punti…
E’ soprattutto la Lazio a non perdere colpi, 14° risultato utile consecutivo e nelle ultime quattro partite, quattro vittorie, anche se ieri ha sbloccato lo 0-0 in maniera rocambolesca grazie ad un autentico colpo di…mano di Floccari,  il quale, da ingenuo furbo maldestro,   alla fine ha pure dichiarato di non essersi accorto se la palla gli avesse sfiorato l’arto…nonostante da tutte posizioni televisive si fosse visto chiaramente l’aggiustamento manesco.   Ma oltre a lui,  avevano giudicato tutto normale  il direttore di gara, a due metri e, soprattutto, l’arbitro di porta a due passi dal fattaccio, per non parlare dell’assistente di linea.    Viene spontaneo chiedersi a cosa serve tutto quest’affollamento arbitrale se  poi, proprio  a tutti,  sfuggono anche le situazioni chiare e lampanti e le giuste rimostranze delle vittime di turno sono pure sanzionate da ammonizioni.    La Lazio, baciata dalla fortuna, è il caso di dirlo,  ha consolidato, poi,  la vittoria con una delle più classiche autoreti; dove non era riuscita con il gioco c’è arrivata con la determinazione, la pazienza e, alla fine con la  casualità, tutte qualità, queste, proprie di una grande squadra.                                         
Vogliamo, inoltre,  evidenziare che, fra i mass media romani e nazionali, quelli  che in estate avevano criticato anche aspramente Lotito per il mercato risicato, sono gli stessi  che oggi osannano la rosa,  elogiando pure le riserve !  

Per il Napoli, solo una formalità, buone nuove in settimana?
Per la squadra di Mazzarri, con il Palermo non c’è stata partita e l’unica negatività è stata data da Cavani, il quale nonostante le tre reti, è rimasto all’asciutto proprio in vista del suo centesimo gol in campionato.  Il Napoli è ora a cinque  punti dalla vetta ma, qualora in settimana, come si vocifera, dovessero essergli riassegnati i due punti  di penalizzazione, allora farebbe compagnia alla Lazio e il divario dalla Juve sarebbe costituito solo dalla sconfitta di Torino….. A Napoli già si pensa a venerdì primo marzo quando al S. Paolo scenderà la Juve e, se le distanze dovessero limitarsi a tre punti…

Inter,  una vittoria indispensabile
La squadra di Moratti, non al top della salute, battendo un Pescara giù di tono, senza strafare, è come se avesse preso un brodino e ora sta meglio ma per parlare di guarigione è preferibile attendere.  Da questa partita è riemerso il vecchio caratteraccio di Antonio Cassano il quale, una volta sostituito, l’ha presa male ed è filato dritto negli spogliatoi, salvato dalle solite giustificazioni di rito,  utilizzate, nella circostanza, anche da Stramaccioni (“ci tiene a giocare sempre e lo capisco, mi preoccuperei se fosse il contrario..”) che forse potevano esserci risparmiate.  Piuttosto l’Inter chiarisca il caso Sneijder (è fuori sempre per scelta tecnica, com’era stato detto e ribadito fino ad un mese fa…?)  e, per ora, si goda il felicissimo esordio del giovanissimo Benassi che ha mostrato una grande maturità.  Un giovane ventenne del vivaio che viene alla ribalta non può che meritare il plauso, se poi, è anche italiano a zero euro, tanto meglio.

Fiorentina, ahi ahi, ci ricasca
Montella dichiara al 91′ d’aver visto “una grande Fiorentina” e in massima parte ha ragione, perché anche a Udine, peggio che a Roma, sul risultato finale pesano le decisioni delle giacchette arbitrali tornate all’antico colore nero quanto a prestazioni. Per una stessa azione contestata si sono rilevati ben tre errori del direttore di gara il quale, in degna compagnia dei suoi soci ai bordi del campo,  prima non vede un fuorigioco, poi nell’azione che continua, concede un rigore di quelli incertissimi e, come se non bastasse, in attesa che venga battuto, Di Natale, proprio davanti all’arbitro,  scalcia Aquilani il quale stava scavando una minibuca trabocchetto (?!) sul cerchio del rigore, ma non succede nulla  Se ne sono viste di tutti i colori e  per fortuna che il signor Romeo di Verona, a giugno,  per raggiunti limiti di età verrà pensionato (si spera, perché  le deroghe sono sempre in agguato) ma forse sarebbe il caso di anticiparne l’uscita da subito.  La Fiorentina, raggiunta subdolamente, da quel momento in poi ha perso la testa e, in poco più di un minuto, ha beccato  due gol  complice anche una papera del portiere Neto, chiudendo  con un’altra sconfitta.   

Roma, senza Totti e De Rossi, battuta a Catania
E’ stata la solita Roma, sciupona oltre ogni limite, specializzata nel regalare alle stelle almeno quattro palle gol grazie a infartuali interventi di Destro al quale, se verrà istituito, spetterà la palma di capocannoniere mancato; la squadra vista a Catania, scesa in campo con Totti, dolorante, e De Rossi per scelta tecnica, entrambi in panchina,  oltre ad Osvaldo infortunato , (che sarebbe servito eccome)  ha molto deluso.
Zeman, a precisa domanda (“ma De Rossi non è più un  titolare”) concede una altrettanto chiara  risposta (“dipende dalle partite”) che, sicuramente farà rivivere una polemica già vista  in precedenza. La personalità  e la competenza del boemo  sono note, però, considerare De Rossi  un titolare all’occorrenza e a secondo di come si schiera l’avversario, appare una motivazione piuttosto pretestuosa.  Il caso, affinché non diventi un…caso, va chiarito al più presto, per la squadra ma anche per la società.

Milan,  alla livornese,  sò ragazzi…..
Questa è la giustificazione di Allegri per la mancata vittoria di Genova, che sarebbe stata importantissima per scavalcare la Roma, dando prova di vitalità.
Va bene che in  campo c’erano quattro ragazzi del ’90, ma l’ennesima  disposizione della squadra (la ventiseiesima formazione diversa o giù di lì, abbiamo perso il conto, ormai) scombiccherata e priva di un’identità (siamo alla ventesima giornata, non a settembre !) ha evidenziato i limiti, in precedenza nascosti da uno strepitoso El Shaarawy che, ieri, irriconoscibile, si sono manifestati in tutta evidenza. La squadra manca di un’identità perché gli stessi giocatori, spostati a destra e a manca, prima davanti e poi indietro, in panchina in campo o in tribuna,  accantonati, rispolverati, buttati allo sbaraglio, sono ormai sviliti e privi della “propria” identità personale. Nessuno sa più qual’è il proprio ruolo e questo è grave per un allenatore che aveva condiviso le scelte restrittive della società; Berlusconi avrà commesso i propri errori nella strategia societaria ma Allegri lo sta seguendo a ruota sotto l’aspetto tecnico.  E, per fortuna che ieri c’era sant’Abbiati a salvare il risultato con  tre interventi spettacolari….

Degli altri incontri…
Il Bologna si è sbarazzato, strapazzandolo, del Chievo e si prepara alla partita di Coppa Italia di martedì con l’Inter con il morale alto. Idem per il vecchio Toro che  ha affossato le speranze del Siena, mentre il Cagliari è ritornato alla vittoria sovvertendo lo svantaggio con il Genoa  e riassaporando il successo che mancava dalla fine di ottobre: per i sardi una salutare boccata d’ossigeno.        

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