La Juve continua a volare. Roma e Napoli alla grande, Milan in crisi

Che campionato                                                                                                                                     

Il campionato ha chiuso il girone di andata alla grande, grazie alle prime tre squadre che hanno conseguito tre vittorie con somme di gol per 11-1, con punteggi di classifica da record:  Juve 52 punti, Roma,  44 e Napoli 42.  Di questo passo, alla fine ci saranno medie astronomiche. 

 

Juventus, un pò  a fatica ma è sempre lei                                                                                                 

Per la Juve il 4-1 conseguito a Cagliari non è stato tanto semplice come il largo punteggio finale lascerebbe credere perché per una buona oretta la squadra di casa  ha ben saputo tenere testa alla capolista, addirittura andando pure in vantaggio e, poi, vicina al raddoppio.  Dopo aver raggiunto il pari, nella ripresa, Conte azzeccava la mossa vincente facendo subentrare ad un Pirlo ancora acciaccato un Marchisio che si rilevava decisivo con una stoccata vincente da fuori area e, da quel momento in poi, per  il Cagliari era notte fonda;  complice il terzo portiere Adan, sorprendentemente mandato in campo da titolare ma rivelatosi assolutamente impreparato per queste scene. Quanto di buono fatto dalla squadra è stato vanificato dalle papere dell’estremo difensore che, incredibile a dirsi, fino ad un anno fa era la riserva di Casillas al Real Madrid.  La Juve, comunque, al di là di questo vantaggio, alla fine,  ha meritato i tre punti per aver saputo dare una svolta al momento opportuno imponendosi con la propria voglia di vincere.  Undicesima vittoria consecutiva e  undicesimo sigillo,  record mai conseguito in passato. Un girone d’andata  da favola.  In tribuna David Moyes, allenatore del Manchester United, si dice, venuto ad osservare i gioielli juventini Marchisio, Pogba, Vidal  e anche il cagliaritano Astori. 

 

 

Roma, che figurone

 

Non è bastata, ai fini della classifica, la bella vittoria giallorossa sul Genoa, annichilito da un gol di Florenzi da cineteca, in sforbiciata totale da lasciare tutti a bocca aperta, da campione dei vecchi tempi.  All’Olimpico, fino a quando la Juve a Cagliari non è andata in vantaggio, c’è stata l’illusione di poter recuperare qualche punto e, poi, nonostante la quaterna finale,  un pizzico di delusione s’é fatta sentire.  La notizia migliore riveniente da quest’incontro è che  la Roma c’é: questo è il responso finale perché si sono rivisti, oltre al citato Florenzi, un ritrovato Totti e   una difesa sicura e pronta alle ripartenze e con un Nainggolan ottimamente inserito. Se c’erano  da cancellare i postumi della disfatta con la Juve, missione pienamente compiuta. 

 

 

Il Napoli, che vittoria a Verona

                                       

Il Napoli stravince a Verona, a conclusione di una partita molto combattuta con una squadra di casa forse non brillante come in passato ma sicuramente battagliera che ha consentito di far fare bella figura alla difesa partenopea apparsa,  nella circostanza,  più determinata che in altre occasioni. Gli uomini di Benitez hanno avuto nell’attacco il reparto migliore con un Mertens degna spalla di Higuain e, ormai, una piacevole realtà del calcio italiano.  Questo straripante successo partenopeo è doppiamente importante, sia perché conseguito in casa di una delle squadre più forti sia perché al Napoli consente di mantenere il fenomenale passo della Roma e della Juve. 

Fiorentina, un punto è troppo poco

 

Bella Fiorentina a Torino, con il solito  bel gioco ma con un grande, decisivo assente, il gol.     La mancanza di Giuseppe Rossi comincia a farsi sentire e lo si è visto chiaramente perché        i sostituti mandati in campo non l’hanno proprio saputo sostituire….. A tale proposito,           lo stesso Montella ha riconosciuto che senza attaccanti di ruolo, è pressoché impossibile andare in gol e, di conseguenza, si rende necessario ricorrere al mercato; forse arriva Matri.

Più o meno stesso problema anche al Torino che, privo del cannoniere Immobile squalificato, non è andato oltre un gioco molto determinato a grintoso; alla fine, tutti soddisfatti per  una partita che, se non altro, non ha deluso per spettacolarità, nonostante il risultato in bianco.   

 

L’Inter, fermata dal Chievo,  proprio non va

 

In uno dei due posticipi di lunedì, contro il Chievo a S. Siro, l’Inter, ancora una volta, s’inceppa e non va oltre il pari anche se può recriminare per un gol, regolarissimo, annullato per un fuorigioco inesistente. Ma, al di là di quest’attenuante, la squadra, se non a tratti e nella fase iniziale,  ha evidenziato molta fatica nel creare gioco e occasioni e, buon per lei, che il Chievo non ne abbia approfittato limitandosi ad un’ordinata difesa e a qualche ripartenza. Questo è l’ottavo pareggio dell’Inter,  a dimostrazione delle difficoltà di imporsi anche nei confronti di avversarie di levatura inferiore. E Thoir ha escluso possibilità di rinforzi se prima non si vende, lasciando tutto l’onere sulle spalle di Mazzarri. 

Secondo posticipo: Samp-Udinese 3-0

 

Con questo successo i liguri sorpassano in classifica i friulani, lasciando una scia di polemiche a causa di diverse decisioni arbitrali non condivise in casa Udinese che, già priva di Guidolin squalificato, recrimina per un rigore non concesso e per il secondo gol doriano irregolare. Comunque, la Samp è risultata più squadra e ha trovato in Eder (doppietta) l’uomo vincente a differenza di Di Natale, apparso ancora una volta spento e lontano dal gol da due mesi.        

I due anticipi di sabato agli antipodi nel risultato e nel gioco

 

Il Parma passa alla grande a Livorno (3-0) grazie ad un ritrovato Amauri (doppietta), potendosi permettere di lasciare completamente in panchina Cassano, e inguaiando l’allenatore livornese Nicola per il quale potrebbe essere imminente la sostituzione da parte del presidente Spinelli vivacemente contestato dalla tifoseria;  per l’undici di Donadoni, a questo punto, potrebbe essere lecito sognare un posto in Europa League.  La Lazio a Bologna ha confermato, forse, d’aver ricompattato la difesa,  ma anche che, in avanti,  se non ci pensa Klose il gol diventa un miraggio.  Il Bologna con il nuovo tecnico Ballardini,  ha ancora una volta, evidenziato i propri limiti e solo un massiccio ricorso al mercato invernale potrà contribuire alla risalita.  Alla fine è uno 0-0 nel punteggio che rispecchia fedelmente anche una pochezza di idee e di gioco di due squadre ancora alla ricerca della propria identità.  

Il  Sassuolo, anzi Berardi, distrugge il Milan e Allegri

 

A Reggio Emilia, contro la matricola Sassuolo (senza gol da 5 giornate) il Milan, nonostante il vantaggio iniziale di due gol in 12′, sprofonda sotto quattro mazzate, nel vero senso della parola,  del giovanissimo Berardi il quale ridicolizza una squadra a pezzi mettendone a nudo tutti i difetti e le carenze, finora rattoppate da chiacchiere, promesse, e trofei impolverati che non fanno classifica.  Alla fine, Allegri viene esonerato e, in attesa del sostituto (Seedorf )  la squadra è affidata a Tassotti per giocarsi la qualificazione di Coppa Italia a s. Siro mercoledì con lo Spezia. Questa è l’amara, prevedibile e prevista, conseguenza di un cumulo di reiterati errori, prima societari e poi tecnici. Fino a maggio c’é appena il tempo per salvare la faccia, dopo che il capro espiatorio è stato trovato in Allegri ma le sue sono  solo colpe finali con i peccati originali e peccatori a monte.  E’ bene che tutti facciano un esame di coscienza, a cominciare da sua maestà Berlusconi.   

 

Nel fondo classifica

 

Importantissima vittoria dell’Atalanta che ha bloccato la risalita del Catania relegato ancora al fanalino di coda insieme al Livorno; , nei bassifondi, Chievo, Sassuolo e Sampdoria fanno salutari passi avanti;  nello spazio di quattro  punti ci sono cinque squadre e ancora mezzo campionato per salvarsi.   

Condividi sui social

Articoli correlati