Roma battuta a Napoli. La Juve, vince e, a +14, appare irraggiungibile

Juve, ciao a tutti

Probabilmente la ventisettesima giornata verrà ricordata come quella della svolta per il terzo scudetto juventino dell’era Conte: con la sconfitta serale della Roma, la Juventus, regolata la Fiorentina con il minimo indispensabile,  si trova, ora, a 14 lunghezze,  e appare sempre più lontana, quasi irraggiungibile. 

In quella che si presentava, oltre che  la prima del trittico di incontri con la Fiorentina, nell’arco di 10 giorni, anche  una partita di non facile facile previsione,  visto che, all’andata, la Viola era stata l’unica avversaria a battere i bianconeri, gli  uomini di Conte hanno faticato più del solito per vincere, però ci sono riusciti facendo fruttare il gol di Asamoah e contenendo bene i toscani.  La Juve, stavolta ha sofferto abbastanza, apparendo a tratti stanca, e priva del mordente che l’ha, finora, contraddistinta. La Fiorentina, da parte sua, si è svegliata tardi , colpendo un palo e vedendosi un gol annullato per pochi centimetri, di quelli del “ci può anche stare”. Ma, al di là di questi episodi sfortunati e anche di qualche altra interpretazione non condivisibile dell’arbitro (era Orsato, uno dei più affidabili), forse ai gigliati è mancata la convinzione, rimandando la vera sfida alle due partite di Europa League, la prima fra quattro giorni, però, ora,  l’Inter è pericolosamente a ridosso  Per la Juve, considerato il tutto, meglio di così non poteva andare. Per Conte, lo scudetto è già in tasca per metà e non ha tutti i torti. 

 

Piace la Roma ma vince il Napoli

Per la Roma, la partita con il Napoli di domenica sera, dopo l’anticipo di mezzogiorno, concluso con l’ennesima vittoria della Juve, si era subito fatta ulteriormente più difficile perché non ammetteva risultato differente dal successo pieno.  Nonostante quest’handicap, la squadra di Garcia ha fatto la sua bella figura, a tratti dominando, costruendo diverse palle gol, dando l’impressione di poter acciuffare il vantaggio ma, alla fine, a vincere è stato il Napoli. Chi gioca, e chi vince, purtroppo.                                                              Alla Roma è mancato il guizzo risolutore del goleador, ruolo che, in mancanza di Totti, con Destro  e Ljajic lasciati  inspiegabilmente in panchina e fatti entrare quando ormai era troppo tardi, era stato caricato sulle spalle di uno Gervinho che ne ha sentito terribilmente il peso, sbagliando non poco. Roma sicura in difesa, accettabile a centrocampo nonostante l’infortunio a Strootman rivelatosi poi molto grave (campionato finito e addio ai mondiali con l’Olanda) ma senza idee e vera pericolosità in avanti. Si è costruito parecchio, nonostante le assenze di De Rossi e Totti e quella, in itinere,  di Strootman anche perché il Napoli, pur risultando decisamente in serata non proprio favorevole, grazie ad un paio di parate di Reina e al gol di Callejon , ispirato solo da un sontuoso Mertens, a otto minuti dal termine, nella sorpresa generale,  chiudeva l’incontro a suo favore.  Molto, molto pesanti questi tre punti che, da un lato, allontanano ulteriormente la Roma dalla Juve, e, dall’altra,  riaprono i giochi per il secondo posto al quale, il Napoli, ad appena tre lunghezze dai giallorossi, ha il dovere di puntare. E giovedì l’undici di Benitez incontrerà nell’andata degli ottavi di finale  di Europa League il Porto, in casa sua, con un morale alle stelle, dopo questo successo in campionato.   

 

Si rivede l’Inter,  ma occhio al Parma che incalza.

Importante ritorno alla vittoria da parte dell’Inter, che, dopo due pareggi, con la concomitante sconfitta della Fiorentina a Torino, perviene ad un solo punto dalla quarta posizione. Non è stato solo questo il motivo principale della soddisfazione che sprizzava da tutti i pori in casa nerazzurra,  perché la prestazione della squadra, ispirata da un poderoso Hernanes,  ha confermato progressivi miglioramenti, anche se non ancora a livelli di grande squadra.  E’ bastato un gol di Palacio per tenere a bada un Torino alquanto rinunciatario,  con il duo Cerci-Immobile non all’altezza di precedenti prestazioni; l’undici di Ventura, dopo questa terza sconfitta consecutiva, appare tagliato fuori dalla lotta per la zona europea.

A quest’ultima, invece, il Parma punta, ormai,  decisamente, dopo aver superato sul campo e in classifica  il Verona: gli uomini di Donadoni, zitti zitti, sono arrivati al quindicesimo risultato utile consecutivo e, quanto a punti, nel periodo, sono secondi solo alla Juventus. Pochi se n’erano accorti ed ora, tutti dovranno  avere un occhio di riguardo per la compagine emiliana. 

 

Per la Lazio tira una brutta aria.                                                                                                                    

In uno scenario forse ancora peggiore di quello visto 15 giorni fa col Sassuolo, quando, però, si vinse,  la Lazio si fa mettere sotto dall’Atalanta, aggravando la situazione in classifica, dove l’Europa League si allontana, mentre la tifoseria, anziché venire allo stadio, si è dedicata a tutt’altro.    

E anche quelli che avevano preferito esserci (sugli 8 mila) non si sono affatto dimostrati pro Lotito, rimanendo in silenzio e negando qualsiasi sostegno alla squadra; squadra che, in pratica,  non si è vista e si è persa in un marasma silenzioso, a giustificare il quale non basta un possibile rigore non concesso oppure una, peraltro  giusta, espulsione di Candreva che privava l’undici di Reja proprio dell’uomo migliore, anche se, pure lui, era apparso svagato e spento. Per la Lazio, ora, il problema maggiore è rappresentato dalla tensione in essere con i  propri tifosi che, l’hanno fatto capire in tutte le maniere,  di Lotito non ne  vogliono più sapere.  Come si risolverà ? 

 

Milan, effetto Seedorf già passato ?                                                                                                    

Nulla da fare per il Milan bocciato  anche a Udine da una stupenda azione corale, conclusa in gol dal vecchio Di Natale, (giunto a 185 gol in serie A, superando Batistuta nella classifica storica dei goleador) che ha portato tre preziosi punti ai friulani per uscire fuori dai confini della zona calda,  lasciando il Milan, fermo,  a sognare, fino a martedì un’improbabile qualificazione in Champions con un colpaccio a Madrid;  ma, soprattutto,  mantenendolo ancora fermo rispetto  alle posizioni valevoli per l’Europa League; fortuna sua che 4 delle sei squadre che lo sovrastano hanno perso, però, questa sarebbe stata l’occasione per approfittarne….                                                                                                                 

Solo a leggere le pagelle dei milanisti si comprende il naufragio generale dei rossoneri (Abbiati, l’unica meritata sufficienza e questo dice tutto) e a nulla serve ricordare i gol mancati per un pelo o per bravura dell’imberbe portierino friulano Scuffet  (17 anni !) perché gli errori commessi in sede conclusiva sono stati tanti e tali che c’è solo da recitare un salutare mea culpa. Dopo la quarta sconfitta in sei partite, la situazione, in casa milanista, anche con l’avvento di Seedorf, il toccasana voluto e bramato da Berlusconi, non è cambiata granché  e si continua a vivacchiare in un grigio centro classifica.                                                                                                                                    

Ora si attende il decisivo ritorno di Champions di martedì a Madrid contro un Atletico al quale basta un pari per qualificarsi. Il Milan, invece, deve solo vincere e basta;  appare molto molto difficile che il Diavolo di questi ultimi, tristi, tempi, possa riuscire in una simile impresa  perché Seedorf ancora non ha dato un’identità alla squadra, vivendo di esperimenti e soluzioni che, finora, non hanno risolto nulla.  Chissà,  che la famosa musichetta europea stimolatrice,  invocata da Galliani non possa trasformare la squadra….Chissà che dove non è arrivato né  Berlusconi, prima,   né Seedorf, dopo…..

 

Retrocessione

Vince solo il Chievo  grazie a due rigori, contro un Genoa che recrimina con Gervasoni, rimandato subito in campo dopo i fattacci di Firenze. Perde solo il Livorno, sconfitto da una Sampdoria che, in svantaggio di due gol alla fine del primo tempo, riesce a farne ben quattro nella ripresa stordendo l’avversario; grave per una squadra affamata di punti, buttarli al vento in questa maniera. 

Pareggiano 0-0 Bologna e Sassuolo in uno scontro diretto, per il quale, gli ospiti, riaffidati alle cure di Di Francesco, possono se non gioire almeno essere soddisfatti per aver, finalmente,  arginato la frana delle sconfitte a ripetizione; per il Bologna è  stata la classica occasione persa per fare un doppio passo avanti ed ora tutto si complica.  Idem anche per il Catania, bloccato in casa dal Cagliari  che, con il punticino conquistato in Sicilia,  tiene a debita distanza, 5 punti, il Chievo in risalita.       

Condividi sui social

Articoli correlati